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Citt: convegno bioarchitettura, intervento Fortuna Drossi

09.03.2005
13:59
(ACON) Trieste, 09 mar - COM/AB - Nel corso del convegno sulla bioarchitettura, organizzato dalla IV Commissione consiliare, il presidente Uberto Fortuna Drossi ha sottoposto all'attenzione dei partecipanti una serie di considerazioni.

"Oggi la bioarchitettura o, meglio, l'edilizia ecosostenibile viene considerata, erroneamente, come un nuovo modo di realizzare un edificio, rivolta a una élite culturalmente alternativa. Questa considerazione semplicistica tende a banalizzare un aspetto del costruire che è, in realtà, nato con l'uomo. Con il tempo, l'indiscussa priorità attribuita al problema del contenimento dei costi e della riduzione dei tempi di esecuzione, industrializzando sempre di più il settore ha, d'altra parte, costantemente posto in secondo piano le problematiche connesse alla salute e al benessere psico-fisico delle persone.

Karl Ernst Lotz, uno dei fondatori della bioarchitettura, definisce l'abitazione come la 'terza pelle' dell'uomo, che con il tessuto cutaneo (la prima pelle) e l'abbigliamento (la seconda) contribuisce a proteggere il nostro organismo, assicurandogli nel contempo benessere e salute. Ci viene spontaneo pensare alla nostra abitazione come a un'oasi sicura nella quale rifugiarci per sfuggire al caos e all'inquinamento urbano, ma in molti casi all'interno dei locali abitati si registra un livello di inquinamento più elevato di quello che caratterizza, all'esterno, la non certo salubre atmosfera delle grandi e medie città. Un passo fondamentale per il cambiamento culturale del progettare non deve avvenire perché un individuo è 'ideologicamente orientato', ma perché tecnologicamente informato e avvertito.

Il problema che oggi si pone non è quello di un rifiuto delle moderne tecnologie, quanto piuttosto quello della comprensione dei loro limiti e quindi della capacità di farne un uso discreto e appropriato, in relazione soprattutto a un progetto di abitazione che sappia integrare fattori ed esigenze che non siano solo di natura economica. Infatti è molto appropriata l'osservazione di Heidegger secondo cui 'abitare non significa semplicemente occupare uno spazio, bensì creare e avere cura di quello spazio nel quale qualcosa di individuale sorge e prospera'.

Pensiamo a quanta importanza si dava alla relazione tra la salute e il luogo dove si abitava più di due millenni fa; già la scuola di medicina fondata in Grecia da Ippocrate nel V secolo a.C. indicava come fattori essenziali per la salute dell'uomo la qualità dell'aria e dell'acqua e il corretto inserimento delle costruzioni nella topografia del territorio. Uno dei più famosi trattati ippocratici è quello 'delle arie, delle acque e dei luoghi', che formulava i concetti basilari dell'igiene pubblica in rapporto alla scelta delle località in cui costruire e alla pianificazione urbanistica. Così Aristotele, in sintonia con gli insegnamenti ippocratici, nel delineare i requisiti di una città ideale, afferma che 'dal momento poi che bisogna aver cura della salute degli abitanti, e la condizione precipua per questa è la localizzazione e l'esposizione della città, poscia la salubrità dell'acqua, è necessario che si cerchi con ogni cura di procacciarsi questi mezzi. Giacché le cose che agiscono in maggior quantità e frequenza sui corpi, conferiscono considerevolmente alla sanità finisca. E appunto le acque e i venti hanno tale efficacia'.

E' noto che i romani ripresero le tradizioni etrusche: prima di fondare una nuova città affidavano a un sacerdote l'interpretazione dei presagi per accertarsi del favore degli dei. Vitruvio, architetto urbanista romano del I° secolo d.C., ricorda anche che i suoi contemporanei, per la scelta dei luoghi più idonei, erano soliti lasciar pascolare sul posto un gregge di montoni; a un anno di distanza, alcuni capi venivano abbattuti per esaminare le condizioni del fegato e da queste dedurne lo stato di salubrità del luogo. Un accurato studio dei fattori ambientali viene prescritto anche da Palladio, nel secondo dei quattro Libri dell'Architetto, per individuare il sito più adatto alla costruzione di una villa.

Per attualizzare però gli aspetti maggiormente positivi di una più che millenaria cultura del costruire, senza voler proporre un utopico ritorno al passato, è fondamentale riaffermare una concezione dei fabbricati e delle abitazioni che debbano saper armonicamente combinare al proprio interno luce, calore e ventilazione. La casa ecologica deve contribuire a rafforzare il senso di appartenenza dell'uomo al mondo naturale, dialogando con il contesto urbano o rurale e rispettando i cicli energetici e biologici globali.

Nelle scelte progettuali di un edificio ecosostenibile si dovrà dunque di volta in volta effettuare, per ciascuna soluzione adottata, un attento bilancio costi - benefici in termini di sicurezza, curabilità, effetti sulle condizioni di salute e di comfort, costi economici ed ecologici globali. Infatti, per me, è valido il principio steineriano che, per trasformare i dati della conoscenza scientifica in forme architettoniche o, meglio, in linguaggio dello spirito, si deve operare come la natura, che tende a ottimizzare i vari aspetti di ogni sistema ricercando l'armonia tra le parti.

E' essenziale concentrare l'attenzione sullo studio per raggiungere l'uso più appropriato dei componenti in relazione ai fattori che più influiscono sulla qualità complessiva della casa, quali la purezza dell'aria, la ventilazione degli ambienti, l'isolamento termo-acustico, la conservazione del calore, l'illuminazione, il grado di umidità relativa, ecc. In sintesi, potremmo affermare che una casa ecologica deve rispondere a tre fondamentali principi:

1) La salute del corpo, ottenibile evitando localizzazioni erronee del fabbricato, escludendo l'uso di materiali tossici e inquinanti e creando condizioni ottimali di illuminazione, ventilazione e riscaldamento dei locali abitabili;

2) L'equilibrio e la serenità dello spirito, che presuppone la progettazione di spazi interni ed esterni proporzionati secondo regole armoniche e l'adozione di arredi, colori, materiali rispondenti alle esigenze spirituali dell'uomo e ai suoi ritmi vitali;

3) L'armonia con gli ecosistemi naturali, che comporta l'eliminazione di ogni spreco nell'uso delle risorse materiali ed energetiche e il controllo di ogni forma di possibile inquinamento indotto nell'ambiente.

Il vero edificio bioarchitettonico è quindi un insieme di tecniche che si concatenano moltiplicando l'effetto positivo di una casa salubre; con questo intendo, ogni qualvolta si affronta un lavoro all'interno della nostra casa, prendere in considerazione i principi della bioarchitettura o meglio l'ecosostenibilità".