IV Comm: convegno bioarchitettura (2)
(ACON) Trieste, 09 mar - RC - Primo a intervenire nell'ambito
del convegno "Costruire sostenibile" che si è svolto in Consiglio
regionale, a Trieste, è stato Paolo Giordano dell'Istituto
nazionale di bioarchitettura.
Tutti siamo abitanti e utilizzatori degli edifici - ha affermato
Giordano - siano essi le nostre case o gli uffici dove lavoriamo,
le scuole dove studiano i nostri figli o i luoghi dove passiamo
il nostro tempo libero. Definire un edificio come compatibile con
il nostro diritto alla salute è pretendere che soddisfi alle
esigenze di benessere estese a tutte le componenti dello stare
bene. Occorre, poi, preoccuparci della salute del pianeta, anche
perché è come se fosse la nostra casa collettiva.
Il raggiungimento del nostro benessere non può avvenire a
discapito di chi verrà dopo di noi - ha aggiunto. Più andiamo
avanti più appare evidente che le "prossime generazioni" non
saranno i nostri nipoti, ma i nostri figli; forse saremo noi
stessi tra qualche anno a sentire il peso di uno sfruttamento non
sostenibile delle risorse. Tutto questo, e altro ancora, è
bioarchitettura.
Lorenzo Vittori, dell'Associazione nazionale architettura
biologica, ha fatto presente che l'ANAB nacque a Udine nel 1989.
Oggi - ha detto poi - sono le Amministrazioni locali, ma anche le
categorie dei professionisti e le Università, a chiamare le
associazioni come l'ANAB, segno che i tempi sono cambiati. C'è
una nuova coscienza. Purtroppo, però, ciò è conseguenza più che
di un pensare nuovo di una nuova preoccupazione per quanto sta
accadendo all'ambiente. L'architettura in effetti può aiutare il
mondo, se la utilizziamo in modo adeguato.
Una nota enciclopedia - così ancora Vittori - spiegava il termine
"architettura" come arte di formare spazi fruibili per esseri
umani"; oggi è comunicazione al pari dell'arte o della musica.
Non si può non essere coinvolti dall'architettura; è arte essa
stessa ed è la più completa. Per l'architettura sostenibile
dobbiamo aggiungere un discorso tecnico, a quello artistico. Non
c'è una regola del costruire naturale che valga ovunque: ogni
territorio ha le sue peculiarità che vanno rispettate.
Alberto Mian, del Comune di Trieste e referente dell'Ordine degli
ingegneri, ha ricordato quando di architettura sostenibile si
parlava quasi con paura, ai circoli degli ambientalisti. Era
quasi impensabile, allora - ha riflettuto - che si arrivasse ad
avere, un giorno, addirittura una legge sull'argomento. Ha poi
menzionato alcuni esempi di "cattiva" edilizia, le ceneri di
pirite utilizzate nel cemento, il percorso delle sostanze
inquinanti.
Bisogna partire dall'informazione del cittadino - ha sottolineato
Mian - nonché dalla formazione del funzionario pubblico così come
del professionista privato attraverso adeguati corsi di
aggiornamento.
(segue)