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Relazione annuale Tutore Minori

09.03.2005
15:44
(ACON) Trieste, 09 mar - MPB - Fra i disagi dei bambini e degli adolescenti è quello familiare, con il 62% delle segnalazioni all'Ufficio del Tutore pubblico dei minori del Friuli Venezia Giulia, la tipologia più diffusa, seguita dai problemi giuridici legati alla gestione dei minori stranieri (12%), dalle questioni connesse all'affido (9%) e da una categoria complessa che sotto la voce "altro" (7%) annovera situazioni non facilmente catalogabili che comprendono violazioni della privacy, gestione dei problemi di salute del minore in ambito scolastico, difficoltà di accettazione alla scuola dell'obbligo causa conflitti familiari.

Quanto alla caratteristica della segnalazione, i casi relativi ad interessi diffusi riguardano in particolare l'interpretazione sull'obbligo di vigilanza fuori dall'ambito scolastico, la libertà di vaccinazione e l'inserimento scolastico di minori stranieri di adozioni internazionali (6,7%), mentre il restante 93,3% dei casi è di natura individuale. E' inoltre in costante diminuzione l'età delle segnalazioni (il 20% dei casi riguarda bambini entro i tre anni e il 13% al di sotto del primo anno di vita) evidenziando la tendenza a rilevare situazioni di disagio precoci.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nella relazione riferita all'attività 2004 e ai programmi per il 2005 illustrati stamani a Trieste, nella sede del Consiglio regionale, dal Tutore Pubblico dei Minori, Francesco Milanese, alla presenza del presidente dell'Assemblea Alessandro Tesini.

Una relazione che - ha affermato Milanese, sottolineando che non è il dato quantitativo fine a se stesso l'elemento importante quanto i limiti strutturali all'intervento sociale che emergono dall'attività - apre una prospettiva di osservazione particolare sul mondo dei bambini e degli adolescenti e propone una riforma legislativa essenziale per rendere effettiva la difesa dei diritti offrendo certezze al cittadino sui modi di operare di questo istituto di garanzia.

Un istituto del quale, parimenti agli altri del Difensore civico e delle Pari opportunità, il Consiglio tutto - ha affermato Tesini - ha voluto, con convinzione, rivendicare, rafforzare e valorizzare l'appartenenza all'Istituzione consiliare che è la più alta rappresentanza politica, per comprendere meglio problemi e attese della società regionale.

Un obiettivo a cui il Consiglio cerca il più possibile di essere conseguente nel predisporre servizi e mezzi anche se questo non sempre si realizza nei tempi voluti, ha insistito Tesini considerando le sottolineature della relazione come un opportuno stimolo per aiutare questa Regione a produrre di più e meglio senza aumentare i costi.

E se una parte dell'attività di garanzia dell'Ufficio del Tutore viene espletata attraverso la segnalazione all'autorità ovvero alla magistratura e mediante l'espressione dei pareri sui progetti di legge e sui provvedimenti amministrativi regionali concernenti i minori (nel 2004 Statuto, norme per l'accoglienza e l'integrazione sociale degli stranieri immigrati, obbligo di vigilanza degli operatori scolastici, problemi amministrativi relativi a minori stranieri non accompagnati) forte è anche l'impegno nel campo della cooperazione internazionale e della promozione, divulgazione e formazione di operatori, amministratori e dirigenti a livello locale.

Rientra in questa prospettiva il progetto di istituzione della scuola per tutori e curatori, frutto di un accordo con giudici tutelari e tribunale dei minorenni per individuare, preparare e aggiornare persone idonee a esercitare la tutela offrendo alle amministrazioni locali del personale qualificato che potrà sostituire il sindaco, autorità incaricata della tutela del minore, rappresentando in maniera adeguata l'interesse di quest'ultimo. Un corso selettivo, dunque, che porterà poi alla definizione di un registro dei tutori.

Quanto all'esigenza di una riforma legislativa, per il Friuli Venezia Giulia, prima regione in Italia (1996) a vedere operativo l'Ufficio del Tutore pubblico dei minori, l'aspetto centrale, sulla scorta dell'esperienza di questi anni, non riguarda l'allargamento degli spazi di intervento quanto la necessità di dare dimensione organica all'Istituto e definire i limiti e gli ambiti in cui il Garante interviene, e ciò per rendere più incisiva la sua azione di garanzia sia a tutela degli interessi diffusi che dei diritti individuali del minore.

All'incontro erano presenti i rappresentanti di alcuni gruppi consiliari.

(foto e-mail e immagini alle tv)