Relazione annuale Tutore Minori
(ACON) Trieste, 09 mar - MPB - Fra i disagi dei bambini e degli
adolescenti è quello familiare, con il 62% delle segnalazioni
all'Ufficio del Tutore pubblico dei minori del Friuli Venezia
Giulia, la tipologia più diffusa, seguita dai problemi giuridici
legati alla gestione dei minori stranieri (12%), dalle questioni
connesse all'affido (9%) e da una categoria complessa che sotto
la voce "altro" (7%) annovera situazioni non facilmente
catalogabili che comprendono violazioni della privacy, gestione
dei problemi di salute del minore in ambito scolastico,
difficoltà di accettazione alla scuola dell'obbligo causa
conflitti familiari.
Quanto alla caratteristica della segnalazione, i casi relativi ad
interessi diffusi riguardano in particolare l'interpretazione
sull'obbligo di vigilanza fuori dall'ambito scolastico, la
libertà di vaccinazione e l'inserimento scolastico di minori
stranieri di adozioni internazionali (6,7%), mentre il restante
93,3% dei casi è di natura individuale. E' inoltre in costante
diminuzione l'età delle segnalazioni (il 20% dei casi riguarda
bambini entro i tre anni e il 13% al di sotto del primo anno di
vita) evidenziando la tendenza a rilevare situazioni di disagio
precoci.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nella relazione riferita
all'attività 2004 e ai programmi per il 2005 illustrati stamani a
Trieste, nella sede del Consiglio regionale, dal Tutore Pubblico
dei Minori, Francesco Milanese, alla presenza del presidente
dell'Assemblea Alessandro Tesini.
Una relazione che - ha affermato Milanese, sottolineando che non
è il dato quantitativo fine a se stesso l'elemento importante
quanto i limiti strutturali all'intervento sociale che emergono
dall'attività - apre una prospettiva di osservazione particolare
sul mondo dei bambini e degli adolescenti e propone una riforma
legislativa essenziale per rendere effettiva la difesa dei
diritti offrendo certezze al cittadino sui modi di operare di
questo istituto di garanzia.
Un istituto del quale, parimenti agli altri del Difensore civico
e delle Pari opportunità, il Consiglio tutto - ha affermato
Tesini - ha voluto, con convinzione, rivendicare, rafforzare e
valorizzare l'appartenenza all'Istituzione consiliare che è la
più alta rappresentanza politica, per comprendere meglio problemi
e attese della società regionale.
Un obiettivo a cui il Consiglio cerca il più possibile di essere
conseguente nel predisporre servizi e mezzi anche se questo non
sempre si realizza nei tempi voluti, ha insistito Tesini
considerando le sottolineature della relazione come un opportuno
stimolo per aiutare questa Regione a produrre di più e meglio
senza aumentare i costi.
E se una parte dell'attività di garanzia dell'Ufficio del Tutore
viene espletata attraverso la segnalazione all'autorità ovvero
alla magistratura e mediante l'espressione dei pareri sui
progetti di legge e sui provvedimenti amministrativi regionali
concernenti i minori (nel 2004 Statuto, norme per l'accoglienza e
l'integrazione sociale degli stranieri immigrati, obbligo di
vigilanza degli operatori scolastici, problemi amministrativi
relativi a minori stranieri non accompagnati) forte è anche
l'impegno nel campo della cooperazione internazionale e della
promozione, divulgazione e formazione di operatori,
amministratori e dirigenti a livello locale.
Rientra in questa prospettiva il progetto di istituzione della
scuola per tutori e curatori, frutto di un accordo con giudici
tutelari e tribunale dei minorenni per individuare, preparare e
aggiornare persone idonee a esercitare la tutela offrendo alle
amministrazioni locali del personale qualificato che potrà
sostituire il sindaco, autorità incaricata della tutela del
minore, rappresentando in maniera adeguata l'interesse di
quest'ultimo. Un corso selettivo, dunque, che porterà poi alla
definizione di un registro dei tutori.
Quanto all'esigenza di una riforma legislativa, per il Friuli
Venezia Giulia, prima regione in Italia (1996) a vedere operativo
l'Ufficio del Tutore pubblico dei minori, l'aspetto centrale,
sulla scorta dell'esperienza di questi anni, non riguarda
l'allargamento degli spazi di intervento quanto la necessità di
dare dimensione organica all'Istituto e definire i limiti e gli
ambiti in cui il Garante interviene, e ciò per rendere più
incisiva la sua azione di garanzia sia a tutela degli interessi
diffusi che dei diritti individuali del minore.
All'incontro erano presenti i rappresentanti di alcuni gruppi
consiliari.
(foto e-mail e immagini alle tv)