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IV Comm: terminato convegno bioarchitettura (3)

09.03.2005
16:58
(ACON) Trieste, 09 mar - RC - Anche il settore delle costruzioni - ha spiegato Paolo Tomasella della Direzione centrale ambiente e lavori pubblici della nostra Regione - ha un forte impatto sull'ambiente: dal reperimento e impiego delle materie prime in fase di realizzazione, fino allo smaltimento dei rifiuti al momento della dismissione delle opere.

Formulare nuovi scenari corrispondenti a stili di vita sostenibili - ha proseguito - spetta anche alle istituzioni pubbliche. Il Friuli Venezia Giulia, ricollegandosi al Regolamento del '99 di attuazione della Legge quadro in materia di lavori pubblici, è divenuta centro di riferimento a livello nazionale per l'approfondimento delle tecniche attinenti l'edilizia sostenibile e per la loro valutazione di qualità. Si tratta di un progetto congiunto tra Direzione centrale Ambiente e Lavori pubblici, Università di Trieste e di Udine, Area di Ricerca di Padriciano, Ordini e Associazioni professionali, Collegio regionale dei costruttori, Fiera di Trieste. Con questi, nel corso del 2002 è stato istituito, a livello regionale, uno specifico gruppo di lavoro in materia di bioedilizia.

Nel corso della sua attività, il Gruppo di lavoro ha elaborato una serie di indirizzi tecnici mirati all'impiego di risorse rinnovabili o alternative, accorgimenti progettuali per il contenimento dei consumi energetici, valutazione di nuovi criteri di qualità relativi ai materiali da impiegare nelle costruzioni. In ambito nazionale, invece - ha concluso Tomasella - già dal 2001 la nostra Regione ha svolto un ruolo di coordinamento in materia di bioedilizia presso l'istituto ITACA (Innovazione e trasparenza degli appalti e compatibilità ambientale), organismo tecnico che raggruppa in sé tutti i rappresentanti delle amministrazioni regionali italiane.

Il suo collega Luciano Agapito ha, quindi, parlato della necessità di tradurre i concetti sin lì espressi in qualcosa di valutabile concretamente ai fini di ammissibili finanziamenti pubblici, come poter considerare un progetto di edilizia ecologia soprattutto se i fondi sono limitati e c'è bisogno di fare una selezione. Ecco perché è stata creata una scala di merito. La prima esperienza risale al 2003 con il bando di contratti di quartiere. Agapito ha, poi, parlato del protocollo regionale di prossima applicazione, il quale utilizza il protocollo ITACA e prevede diversi aspetti, dalla qualità dell'ambiente interno alla qualità dell'ambiente esterno.

Mario Grosso, della facoltà di Architettura dell'Università di Torino, ha trattato la sostenibilità ambientale in edilizia quanto a normativa nazionale e programmi quadro europei. Per la prima, ha citato le certificazioni ISO e le valutazioni ambientali degli edifici, intesi secondo tre criteri: prodotto finale di prodotti costruttivi; processo attivo; luogo in cui vivere e lavorare. Puntuale l'elenco degli indicatori di valutazione, dai rumori e odori al consumo di energia primaria e uso di risorse idriche e di scarico. Per la normativa comunitaria, Grosso ha ricordato la direttiva 106 del 1989 sui materiali da costruzione, sino alla direttiva sul rendimento energetico in edilizia, pubblicata nel 2003 e che l'Italia sta recependo.

Infine, Gianni Scudo del Politecnico di Milano ha riportato varie esperienze del suo Dipartimento quanto a progettazione urbana, qualità e sostenibilità dell'ambiente costruito, e non ha mancato di evidenziare, oltre a quelli tecnici, gli indicatori psicologici, ovvero - ha spiegato - ciò che si recepisce all'esterno di un edificio. Scudo ha quindi parlato di bilanci energetici della persona e di materiali del controllo dello spazio esterno, dai pannelli solari al parterre stradale, dai coefficienti di riflessione dei materiali utilizzati quando si pavimenta uno spazio pubblico fino agli indicatori di confort di un'area.

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