IV Comm: terminato convegno bioarchitettura (3)
(ACON) Trieste, 09 mar - RC - Anche il settore delle
costruzioni - ha spiegato Paolo Tomasella della Direzione
centrale ambiente e lavori pubblici della nostra Regione - ha un
forte impatto sull'ambiente: dal reperimento e impiego delle
materie prime in fase di realizzazione, fino allo smaltimento dei
rifiuti al momento della dismissione delle opere.
Formulare nuovi scenari corrispondenti a stili di vita
sostenibili - ha proseguito - spetta anche alle istituzioni
pubbliche. Il Friuli Venezia Giulia, ricollegandosi al
Regolamento del '99 di attuazione della Legge quadro in materia
di lavori pubblici, è divenuta centro di riferimento a livello
nazionale per l'approfondimento delle tecniche attinenti
l'edilizia sostenibile e per la loro valutazione di qualità. Si
tratta di un progetto congiunto tra Direzione centrale Ambiente e
Lavori pubblici, Università di Trieste e di Udine, Area di
Ricerca di Padriciano, Ordini e Associazioni professionali,
Collegio regionale dei costruttori, Fiera di Trieste. Con questi,
nel corso del 2002 è stato istituito, a livello regionale, uno
specifico gruppo di lavoro in materia di bioedilizia.
Nel corso della sua attività, il Gruppo di lavoro ha elaborato
una serie di indirizzi tecnici mirati all'impiego di risorse
rinnovabili o alternative, accorgimenti progettuali per il
contenimento dei consumi energetici, valutazione di nuovi criteri
di qualità relativi ai materiali da impiegare nelle costruzioni.
In ambito nazionale, invece - ha concluso Tomasella - già dal
2001 la nostra Regione ha svolto un ruolo di coordinamento in
materia di bioedilizia presso l'istituto ITACA (Innovazione e
trasparenza degli appalti e compatibilità ambientale), organismo
tecnico che raggruppa in sé tutti i rappresentanti delle
amministrazioni regionali italiane.
Il suo collega Luciano Agapito ha, quindi, parlato della
necessità di tradurre i concetti sin lì espressi in qualcosa di
valutabile concretamente ai fini di ammissibili finanziamenti
pubblici, come poter considerare un progetto di edilizia ecologia
soprattutto se i fondi sono limitati e c'è bisogno di fare una
selezione. Ecco perché è stata creata una scala di merito. La
prima esperienza risale al 2003 con il bando di contratti di
quartiere. Agapito ha, poi, parlato del protocollo regionale di
prossima applicazione, il quale utilizza il protocollo ITACA e
prevede diversi aspetti, dalla qualità dell'ambiente interno alla
qualità dell'ambiente esterno.
Mario Grosso, della facoltà di Architettura dell'Università di
Torino, ha trattato la sostenibilità ambientale in edilizia
quanto a normativa nazionale e programmi quadro europei. Per la
prima, ha citato le certificazioni ISO e le valutazioni
ambientali degli edifici, intesi secondo tre criteri: prodotto
finale di prodotti costruttivi; processo attivo; luogo in cui
vivere e lavorare. Puntuale l'elenco degli indicatori di
valutazione, dai rumori e odori al consumo di energia primaria e
uso di risorse idriche e di scarico. Per la normativa
comunitaria, Grosso ha ricordato la direttiva 106 del 1989 sui
materiali da costruzione, sino alla direttiva sul rendimento
energetico in edilizia, pubblicata nel 2003 e che l'Italia sta
recependo.
Infine, Gianni Scudo del Politecnico di Milano ha riportato varie
esperienze del suo Dipartimento quanto a progettazione urbana,
qualità e sostenibilità dell'ambiente costruito, e non ha mancato
di evidenziare, oltre a quelli tecnici, gli indicatori
psicologici, ovvero - ha spiegato - ciò che si recepisce
all'esterno di un edificio. Scudo ha quindi parlato di bilanci
energetici della persona e di materiali del controllo dello
spazio esterno, dai pannelli solari al parterre stradale, dai
coefficienti di riflessione dei materiali utilizzati quando si
pavimenta uno spazio pubblico fino agli indicatori di confort di
un'area.
(fine)