II Comm: discussione ed esame legge lavoro
(ACON) Trieste, 18 mag - MPB - La II Commissione, presieduta da
Mirio Bolzan (DS), ha iniziato stamani, alla presenza
dell'assessore Roberto Cosolini, l'esame del disegno di legge 127
che tratta norme regionali per l'occupazione, la tutela e la
qualità del lavoro e per la quale sono stati presentati numerosi
emendamenti sia da parte della Giunta che dei singoli
consiglieri.
La discussione generale, iniziatasi dopo che la Commissione ha
svolto l'ultima udienza conoscitiva in merito al testo,
ascoltando i rappresentanti del coordinamento regionale della
CUB, Confederazione Unitaria di Base, ha evidenziato una generale
valutazione positiva del disegno di legge, pur mettendo in luce
una serie di sottolineature con l'auspicio che siano recepite con
gli emendamenti.
Per Carlo Monai (Citt) il testo di cui apprezza i contenuti ma
anche il metodo di costruzione, dà risposte significative a un
settore delicato e sensibile dando rilievo a problematiche di
sostanza come quelle relative all'inserimento lavorativo dei
disabili e dei giovani, e al reinserimento di lavoratori adulti,
e quelle dell'apprendistato e della formazione.
Secondo Bruna Zorzini (PDCI) queste norme consentono di investire
sulle politiche per l'occupazione consolidando aspetti importanti
come quelli della regolarità, della qualità e della sicurezza del
lavoro e al tempo stesso esprimono la volontà di far emergere il
lavoro sommerso e di ridurre il fenomeno della precarietà. Fra
gli obiettivi sottolineati, rafforzare i richiami ai principi
della Costituzione che tutelano lavoratori e lavoratrici,
rimuovere le disparità tra uomo e donna, prevedere misure di
sostegno per affrontare particolari momenti della vita di chi
lavora, con particolare riguardo ala situazione femminile,
rafforzare la gestione pubblica del lavoro.
Maria Teresa Bassa Poropat (Citt), apprezzando contenuti e
modalità di formulazione del testo, ha sottolineato che esso
evidenzia il valore del lavoro come strumento di sviluppo
economico e coesione sociale. Soddisfazione anche per
l'attenzione posta ai disabili, alla parità di genere e di vita,
alla formazione anche di base. Proprio la formazione di base è
elemento che consentirà alla legge di qualificarsi come strumento
a favore di competenze non solo professionali, ma anche
conoscitive.
Per Massimo Blasoni (FI) la legge è buona ma parla poco di
impresa, interfaccia del lavoro. Occorre evitare il rischio di
produrre un testo che, pur contenendo ottimi principi, non possa
poi sortire effetti concreti, ha sottolineato precisando che non
si tratta di restringere le garanzie per i lavoratori ma di
pensare ad azioni politiche di sviluppo per non arrivare al
paradosso di avere istituti perfetti sul piano dell'etica del
lavoro, ma non più posti perché le aziende si spostano dove il
lavoro costa meno. Esprimendo perplessità in merito alla
creazione dell'Agenzia regionale del lavoro e della formazione
professionale, ha anche auspicato l'estensione dai 24 ai 29 anni
dell'età massima per l'apprendistato.
Una legge quadro e quindi di programma, e al tempo stesso in
grado di proporre progetti e sperimentazione - ha affermato Paolo
Pupulin (DS) sottolineando l'equilibrio del testo, evidenziando
che, nel parlare di progetti e sperimentazione, correttamente si
deve tener conto della situazione contingente e ricordando che le
crisi industriali scaricano sul mercato del lavoro le persone di
difficile collocazione.
Obiettivi e principi condivisibili per una norma definita
organica da Maurizio Franz (LN) secondo il quale, accanto alla
programmazione degli interventi, occorre rafforzare informazione
e formazione sulle politiche del lavoro, consapevoli che non c'è
buona occupazione se non c'è la condivisione del mondo delle
imprese, che anche gli imprenditori hanno interesse alla
stabilità del lavoro e che bisogna far attenzione alle dinamiche
del lavoro di quei Paesi con i quali le imprese devono
confrontarsi.
Problematiche del lavoro indistinguibili da quelle dell'impresa
anche per Giorgio Venier Romano (FI), che ha centrato
l'intervento sulla contrarietà all'istituzione dell'Agenzia del
lavoro, temendo diventi pletorica e costosissima, e sulla
necessità - se sarà creata - di chiarire i rapporti tra essa, la
Regione e le Amministrazioni provinciali.
La Commissione ha quindi affrontato l'esame del testo in un clima
ampiamente collaborativo e ha approvato i primi 27 articoli,
accogliendo anche numerosi emendamenti presentati sia dalla
Giunta che da singoli consiglieri.
In particolare, all'art. 1 che tratta di principi e finalità,
aprendo il Titolo I dedicato all'assetto istituzionale della
legge, sono stati accolti due emendamenti dei consiglieri di FI
Blasoni e Venier, uno che introduce fra gli obiettivi anche la
promozione di misure di sostegno alle imprese che attuano
concrete politiche di job creation per favorire la piena
occupazione sul territorio regionale, e uno che inserisce anche i
tempi della famiglia, accanto a quelli di vita e cura, da
conciliare con i tempi del lavoro.
Dopo l'art. 2 (Funzioni della Regione) e l'art. 3 (Programma
triennale regionale di politica del lavoro), è stato inserito con
emendamento Blasoni-Venier un art. 3 bis che introduce la
clausola valutativa dell'efficacia delle azioni realizzate in
attuazione della legge.
Commissione regionale per il lavoro (art. 4), Comitato di
coordinamento interistituzionale (art. 5), funzioni delle
Province (art.6), Commissioni provinciali per il lavoro (art. 7)
sono gli articoli che completano il Capo I dedicato a principi,
finalità, funzioni e programmazione.
Interamente dedicato all'Agenzia regionale del lavoro e della
formazione professionale il Capo II, dall'art. 8 (che la
istituisce) al 14, mentre il Capo III riguarda il Consigliere
regionale di parità e impegna gli articoli dal 15 al 19 che
chiude il Titolo II.
Servizi per l'impegno è l'argomento del Titolo III che all'art.
20 tratta dei centri per l'impiego e gestione del lavoro locale,
al 21 dell'avviamento a selezione presso le pubbliche
amministrazioni, al 22 dell'autorizzazione per lo svolgimento dei
servizi di intermediazione, di ricerca e selezione e supporto
alla ricollocazione, al 23 dell'accreditamento per la fornitura
di servizi al lavoro.
In particolare, questo articolo è stato modificato da emendamenti
presentati da Bruna Zorzini (PDCI) e Igor Canciani (PRC) che, in
merito alla concessione di accreditamento, hanno introdotto il
riferimento ad applicare la normativa vigente sull'attuazione del
principio di parità di genere, oltre che gli accordi e i
contratti nazionali, regionali, territoriali e aziendali, che,
stando all'altro emendamento, devono essere sottoscritti dalle
Organizzazioni sindacali più rappresentative.
Dei criteri di cooperazione tra servizi pubblici e privati si
occupa l'art. 24, mentre l'art. 25 tratta di criteri e modalità
di gestione dei servizi per l'impiego, modificato da un
emendamento Cosolini che definisce, oltre a criteri e procedure
uniformi per l'accertamento, la verifica e la certificazione
dello stato di disoccupazione, anche gli obiettivi e gli
indirizzi operativi delle azioni che i servizi competenti
effettuano al fine di favorire l'incontro tra domanda e offerta
di lavoro e contrastare la disoccupazione di lunga durata.
L'art. 26, sull'orientamento e l'art. 27 sul Sistema informativo
regionale per il lavoro completano il Titolo II.
L'esame riprenderà domani, alle ore 10.00, dal Titolo III,
riguardante politiche attive e tutela del lavoro.
(immagini e interviste alle tv)