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II Comm: discussione ed esame legge lavoro

18.05.2005
19:10
(ACON) Trieste, 18 mag - MPB - La II Commissione, presieduta da Mirio Bolzan (DS), ha iniziato stamani, alla presenza dell'assessore Roberto Cosolini, l'esame del disegno di legge 127 che tratta norme regionali per l'occupazione, la tutela e la qualità del lavoro e per la quale sono stati presentati numerosi emendamenti sia da parte della Giunta che dei singoli consiglieri.

La discussione generale, iniziatasi dopo che la Commissione ha svolto l'ultima udienza conoscitiva in merito al testo, ascoltando i rappresentanti del coordinamento regionale della CUB, Confederazione Unitaria di Base, ha evidenziato una generale valutazione positiva del disegno di legge, pur mettendo in luce una serie di sottolineature con l'auspicio che siano recepite con gli emendamenti.

Per Carlo Monai (Citt) il testo di cui apprezza i contenuti ma anche il metodo di costruzione, dà risposte significative a un settore delicato e sensibile dando rilievo a problematiche di sostanza come quelle relative all'inserimento lavorativo dei disabili e dei giovani, e al reinserimento di lavoratori adulti, e quelle dell'apprendistato e della formazione.

Secondo Bruna Zorzini (PDCI) queste norme consentono di investire sulle politiche per l'occupazione consolidando aspetti importanti come quelli della regolarità, della qualità e della sicurezza del lavoro e al tempo stesso esprimono la volontà di far emergere il lavoro sommerso e di ridurre il fenomeno della precarietà. Fra gli obiettivi sottolineati, rafforzare i richiami ai principi della Costituzione che tutelano lavoratori e lavoratrici, rimuovere le disparità tra uomo e donna, prevedere misure di sostegno per affrontare particolari momenti della vita di chi lavora, con particolare riguardo ala situazione femminile, rafforzare la gestione pubblica del lavoro.

Maria Teresa Bassa Poropat (Citt), apprezzando contenuti e modalità di formulazione del testo, ha sottolineato che esso evidenzia il valore del lavoro come strumento di sviluppo economico e coesione sociale. Soddisfazione anche per l'attenzione posta ai disabili, alla parità di genere e di vita, alla formazione anche di base. Proprio la formazione di base è elemento che consentirà alla legge di qualificarsi come strumento a favore di competenze non solo professionali, ma anche conoscitive.

Per Massimo Blasoni (FI) la legge è buona ma parla poco di impresa, interfaccia del lavoro. Occorre evitare il rischio di produrre un testo che, pur contenendo ottimi principi, non possa poi sortire effetti concreti, ha sottolineato precisando che non si tratta di restringere le garanzie per i lavoratori ma di pensare ad azioni politiche di sviluppo per non arrivare al paradosso di avere istituti perfetti sul piano dell'etica del lavoro, ma non più posti perché le aziende si spostano dove il lavoro costa meno. Esprimendo perplessità in merito alla creazione dell'Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale, ha anche auspicato l'estensione dai 24 ai 29 anni dell'età massima per l'apprendistato.

Una legge quadro e quindi di programma, e al tempo stesso in grado di proporre progetti e sperimentazione - ha affermato Paolo Pupulin (DS) sottolineando l'equilibrio del testo, evidenziando che, nel parlare di progetti e sperimentazione, correttamente si deve tener conto della situazione contingente e ricordando che le crisi industriali scaricano sul mercato del lavoro le persone di difficile collocazione.

Obiettivi e principi condivisibili per una norma definita organica da Maurizio Franz (LN) secondo il quale, accanto alla programmazione degli interventi, occorre rafforzare informazione e formazione sulle politiche del lavoro, consapevoli che non c'è buona occupazione se non c'è la condivisione del mondo delle imprese, che anche gli imprenditori hanno interesse alla stabilità del lavoro e che bisogna far attenzione alle dinamiche del lavoro di quei Paesi con i quali le imprese devono confrontarsi.

Problematiche del lavoro indistinguibili da quelle dell'impresa anche per Giorgio Venier Romano (FI), che ha centrato l'intervento sulla contrarietà all'istituzione dell'Agenzia del lavoro, temendo diventi pletorica e costosissima, e sulla necessità - se sarà creata - di chiarire i rapporti tra essa, la Regione e le Amministrazioni provinciali.

La Commissione ha quindi affrontato l'esame del testo in un clima ampiamente collaborativo e ha approvato i primi 27 articoli, accogliendo anche numerosi emendamenti presentati sia dalla Giunta che da singoli consiglieri.

In particolare, all'art. 1 che tratta di principi e finalità, aprendo il Titolo I dedicato all'assetto istituzionale della legge, sono stati accolti due emendamenti dei consiglieri di FI Blasoni e Venier, uno che introduce fra gli obiettivi anche la promozione di misure di sostegno alle imprese che attuano concrete politiche di job creation per favorire la piena occupazione sul territorio regionale, e uno che inserisce anche i tempi della famiglia, accanto a quelli di vita e cura, da conciliare con i tempi del lavoro.

Dopo l'art. 2 (Funzioni della Regione) e l'art. 3 (Programma triennale regionale di politica del lavoro), è stato inserito con emendamento Blasoni-Venier un art. 3 bis che introduce la clausola valutativa dell'efficacia delle azioni realizzate in attuazione della legge.

Commissione regionale per il lavoro (art. 4), Comitato di coordinamento interistituzionale (art. 5), funzioni delle Province (art.6), Commissioni provinciali per il lavoro (art. 7) sono gli articoli che completano il Capo I dedicato a principi, finalità, funzioni e programmazione.

Interamente dedicato all'Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale il Capo II, dall'art. 8 (che la istituisce) al 14, mentre il Capo III riguarda il Consigliere regionale di parità e impegna gli articoli dal 15 al 19 che chiude il Titolo II.

Servizi per l'impegno è l'argomento del Titolo III che all'art. 20 tratta dei centri per l'impiego e gestione del lavoro locale, al 21 dell'avviamento a selezione presso le pubbliche amministrazioni, al 22 dell'autorizzazione per lo svolgimento dei servizi di intermediazione, di ricerca e selezione e supporto alla ricollocazione, al 23 dell'accreditamento per la fornitura di servizi al lavoro. In particolare, questo articolo è stato modificato da emendamenti presentati da Bruna Zorzini (PDCI) e Igor Canciani (PRC) che, in merito alla concessione di accreditamento, hanno introdotto il riferimento ad applicare la normativa vigente sull'attuazione del principio di parità di genere, oltre che gli accordi e i contratti nazionali, regionali, territoriali e aziendali, che, stando all'altro emendamento, devono essere sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali più rappresentative.

Dei criteri di cooperazione tra servizi pubblici e privati si occupa l'art. 24, mentre l'art. 25 tratta di criteri e modalità di gestione dei servizi per l'impiego, modificato da un emendamento Cosolini che definisce, oltre a criteri e procedure uniformi per l'accertamento, la verifica e la certificazione dello stato di disoccupazione, anche gli obiettivi e gli indirizzi operativi delle azioni che i servizi competenti effettuano al fine di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e contrastare la disoccupazione di lunga durata.

L'art. 26, sull'orientamento e l'art. 27 sul Sistema informativo regionale per il lavoro completano il Titolo II.

L'esame riprenderà domani, alle ore 10.00, dal Titolo III, riguardante politiche attive e tutela del lavoro.

(immagini e interviste alle tv)