Margh: messa in sicurezza del Tagliamento
(ACON) Trieste, 19 mag - COM/AB - Il gruppo DL-Margherita in
Consiglio regionale ha diramato la seguente nota sulla messa in
sicurezza del Tagliamento:
La messa in sicurezza del fiume Tagliamento è senza dubbio un
problema dalla soluzione improcrastinabile. È infatti dalle
alluvioni del 1965-66 che l'attendono gli abitanti di Latisana,
che in quella occasione fu più di altri colpita. Ciò premesso - e
tenuto conto che è in corso un iter la cui procedura non può
essere interrotta pena l'assumersi di responsabilità, non solo
politica, anche in caso di disastro -è opportuno fare alcune
osservazioni che non hanno lo scopo di ritardare, rilanciando, la
soluzione del problema, ma di trovare in sede di confezione del
progetto da realizzarsi nell'ambito dell'attuale Piano stralcio
la migliore e la meno impattante tra le possibili soluzioni. Non
bisogna infatti dimenticare che il fiume Tagliamento costituisce
un ambiente particolare, ricco dal punto di vista naturalistico e
paesaggistico. C'è poi da considerare che il bacino idrico del
Tagliamento è generatore di tutto il sistema delle Risorgive,
anch'esso unico nella sua imponenza e nel suo genere.
È quindi compito ineludibile della Regione coniugare le esigenze
di sicurezza con quelle della tutela ambientale degli interventi.
A oggi la soluzione prevista, una volta scartata la diga di
Pinzano che avrebbe creato un invaso di 100 milioni di metri cubi
di acqua, è quella delle casse di espansione che dovrebbero
contenere la piena eccezionale per un numero di ore (almeno otto)
adeguato al deflusso senza rischio della massa d'acqua. In
termini numerici si tratta di impedire che si ripeta la portata
di oltre 4.400 mc/s che a Latisana causò nel 1966 la rottura
degli argini. L'intervento di contenimento previsto per legge dal
Piano stralcio riguarderebbe almeno 31 milioni di metri cubi e
quindi la formazione di invasi capaci di trattenere a monte
l'eccedenza rispetto alla portata compatibile con la sicurezza
degli abitati della Bassa friulana. Un progetto preliminare
prevede, circa all'altezza della stretta di Pinzano, un'opera di
presa e la formazione di vasche un po' più a valle in un
territorio circoscritto dalla norma stralcio lungo l'alveo del
Tagliamento sulla destra geografica per una lunghezza di 6,7
chilometri.
La perimetrazione, già stabilita per legge, è quindi al momento,
a meno che il Governo nazionale non ci ripensi, non modificabile.
In tale perimetrazione dovrebbe avvenire il primo degli
interventi (una cassa pari a circa 10-11 milioni di metri cubi),
che però sarà contestuale a opere di sghiaiamento, ricalibratura
e adeguamento del canale Cavrato a valle.
Di questo si è parlato nel corso di una riunione dedicata al solo
argomento Tagliamento nel Gruppo regionale della Margherita, alla
presenza dell'assessore competente Gianfranco Moretton, cui vanno
riconosciute la volontà di affrontare e portare a soluzione il
problema con una trasparenza dimostrata fino a ora inedita.
E dalla riunione è uscito un impegno che val la pena di
sottolineare: la consapevolezza di operare in un ambiente
pregiato obbliga a trovare, tra le possibili soluzioni che
soddisfino la necessità di contenere l'eventuale piena, quella
meno impattante in termini di opere e cementificazioni, facendo
tesoro delle esperienze, italiane ed europee, che hanno saputo
trasformare in oasi naturalistiche le opere di contenimento e
sfruttando al massimo l'alveo naturale, certamente nella zona
perimetrata, ma anche considerando l'intera asta del fiume (a
monte e a valle).
Si è altresì ribadito che tale intento non è una ulteriore
proiezione in avanti della soluzione del problema, come purtroppo
è avvenuto negli ultimi 30 anni scartando via via le soluzioni
tecniche proposte; si intende invece affrontare con approccio
integrato a partire da una soluzione originale nel tratto
individuato dal Piano stralcio. In particolare si è poi osservato
che la soluzione, attualmente prevista in preliminare, potrebbe
per il corso intermedio creare qualche problema, poiché il
contenimento per laminazione è destinato a funzionare dopo un
certo limite di portata (3.000 mc/s) impedendo fino a quel
momento la naturale espansione del corso alle golene e, in
definitiva, accelerando la velocità del fiume fino al
raggiungimento della piena critica.
Attenzione poi è stata chiesta per la preservazione della falda,
che da eventuali opere invasive (in particolare la palificazione)
potrebbe essere compromessa alterando il corso "sotterraneo" del
fiume e compromettendo il sistema delle Risorgive.
Approfondimenti anche in questo senso vanno effettuati.
Dalla riunione è quindi uscito un rinnovato impegno a dare
centralità a soluzioni, le più naturali possibili, al problema
della sicurezza e a quello della tutela di un bene
particolarmente significativo per tutto il territorio friulano, e
l'assicurazione che in ogni fase di avanzamento della vicenda si
darà conto al gruppo e a quanti, amministrazioni e cittadini,
vengono coinvolti nel Piano.