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Tesini a Aquileia a convengo su integrazione e sviluppo

30.07.2005
13:06
(ACON) Trieste, 30 lug - MPB - Dedicarsi alla crescita e allo sviluppo delle risorse o alla ridistribuzione di esse tenendo certamente conto delle situazioni di chi sta ai margini? Un interrogativo di priorità che entra in gioco nell'approccio alle problematiche dell'immigrazione e della conseguente integrazione, e sul quale si è imperniato l'intervento del presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini al dibattito "Tra integrazione e sviluppo" organizzato nell'ambito della Festa dell'Unità a Aquileia.

Una riflessione condotta sullo sfondo della recente legge regionale sull'immigrazione e delle fonti ISTAT che indicano che la presenza degli immigrati cresce ogni anno del 15% e di essi circa l'80 per cento è in età lavorativa. Braccia e cervelli che contribuiscono alla formazione del nostro PIL non solo svolgendo lavori che noi non siamo più disponibili a fare, ma anche attività e professioni che le nostre società non sono in grado di produrre nelle misure necessarie.

"Certe posizioni sul lavoro e altre sul welfare, tutte tese alla ridistribuzione sono a pare mio carenti - ha affermato Tesini riportando la questione al dibattito politico presente anche all'interno delle coalizioni. La ridistribuzione va bene, ha insistito il presidente, ma bisogna che ci siano risorse da ridistribuire. Se non invertiamo la tendenza e puntiamo a una decisa crescita del PIL tra poco non ci sarà molto, o forse niente, da ridistribuire".

Anche i termini integrazione e accoglienza, corretti fino a una decina di anni fa - ha affermato Tesini - appaiono ormai inadeguati, per certi versi sbagliati, di fronte alla necessità che abbiamo di passare con gradualità a una società che si regge su diritti di cittadinanza e multiculturalità, dentro l'accettazione di regole generali perché costruite assieme a tutti. Principi generali a cui abbiamo guardato scrivendo le premesse dello Statuto regionale - ha ricordato il presidente.

Il passaggio epocale che ci attende va preparato e accompagnato, e in un momento non facile come quello presente - ha detto ancora Tesini - nel quale siamo di fronte anche a una netta evoluzione del terrorismo, occorre saper intercettare le insicurezze del Paese e dare risposte che vadano oltre gli slogan. Un atteggiamento da adottare anche quando si parla del dialogo con l'Islam: bisogna evitare di isolare l'Islam moderato che è la grande maggioranza. Questo significa una reciprocità di riconoscimenti che non sia però reticente riguardo le alle differenze oggettive e palesi. L'indiscutibile primato dell'Occidente sono le istituzioni democratiche e la libertà: questa è una straordinaria base di partenza, non sufficiente però a risolvere i problemi delle società attuali, resi del tutto comunicabili dalla comunicazione globale. Fin tanto che centinaia di milioni, anzi miliardi di diseredati, saranno convinti che i loro problemi non vengono solo dalla inadeguatezza delle proprie società, ma dalla conservazione dei privilegi e del benessere di quelle occidentali, sarà difficile estirpare i focolai che alimentano il terrorismo e la sua ormai evidentissima miscela esplosiva, ovvero l'avversione per la supremazia dell'Occidente.

Ecco perché - ha concluso Tesini - l'integrazione, prima di essere inadeguata, è distorcente rispetto all'attuale situazione. E la conferma viene dal fatto che l'attuale generazione del terrorismo arruola soprattutto giovani inseriti dalla nascita nell'Occidente e che in esso sono cresciuti e hanno imparato a odiarlo. Il vero superamento del relativismo, per l'Occidente, allora, è la coesione europea, il multiculturalismo, l'impegno per la sicurezza e il superamento degli squilibri nel mondo.