Tesini a Aquileia a convengo su integrazione e sviluppo
(ACON) Trieste, 30 lug - MPB - Dedicarsi alla crescita e allo
sviluppo delle risorse o alla ridistribuzione di esse tenendo
certamente conto delle situazioni di chi sta ai margini?
Un interrogativo di priorità che entra in gioco nell'approccio
alle problematiche dell'immigrazione e della conseguente
integrazione, e sul quale si è imperniato l'intervento del
presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini al dibattito
"Tra integrazione e sviluppo" organizzato nell'ambito della Festa
dell'Unità a Aquileia.
Una riflessione condotta sullo sfondo della recente legge
regionale sull'immigrazione e delle fonti ISTAT che indicano che
la presenza degli immigrati cresce ogni anno del 15% e di essi
circa l'80 per cento è in età lavorativa. Braccia e cervelli che
contribuiscono alla formazione del nostro PIL non solo svolgendo
lavori che noi non siamo più disponibili a fare, ma anche
attività e professioni che le nostre società non sono in grado di
produrre nelle misure necessarie.
"Certe posizioni sul lavoro e altre sul welfare, tutte tese alla
ridistribuzione sono a pare mio carenti - ha affermato Tesini
riportando la questione al dibattito politico presente anche
all'interno delle coalizioni. La ridistribuzione va bene, ha
insistito il presidente, ma bisogna che ci siano risorse da
ridistribuire. Se non invertiamo la tendenza e puntiamo a una
decisa crescita del PIL tra poco non ci sarà molto, o forse
niente, da ridistribuire".
Anche i termini integrazione e accoglienza, corretti fino a una
decina di anni fa - ha affermato Tesini - appaiono ormai
inadeguati, per certi versi sbagliati, di fronte alla necessità
che abbiamo di passare con gradualità a una società che si regge
su diritti di cittadinanza e multiculturalità, dentro
l'accettazione di regole generali perché costruite assieme a
tutti. Principi generali a cui abbiamo guardato scrivendo le
premesse dello Statuto regionale - ha ricordato il presidente.
Il passaggio epocale che ci attende va preparato e accompagnato,
e in un momento non facile come quello presente - ha detto ancora
Tesini - nel quale siamo di fronte anche a una netta evoluzione
del terrorismo, occorre saper intercettare le insicurezze del
Paese e dare risposte che vadano oltre gli slogan. Un
atteggiamento da adottare anche quando si parla del dialogo con
l'Islam: bisogna evitare di isolare l'Islam moderato che è la
grande maggioranza. Questo significa una reciprocità di
riconoscimenti che non sia però reticente riguardo le alle
differenze oggettive e palesi.
L'indiscutibile primato dell'Occidente sono le istituzioni
democratiche e la libertà: questa è una straordinaria base di
partenza, non sufficiente però a risolvere i problemi delle
società attuali, resi del tutto comunicabili dalla comunicazione
globale. Fin tanto che centinaia di milioni, anzi miliardi di
diseredati, saranno convinti che i loro problemi non vengono solo
dalla inadeguatezza delle proprie società, ma dalla conservazione
dei privilegi e del benessere di quelle occidentali, sarà
difficile estirpare i focolai che alimentano il terrorismo e la
sua ormai evidentissima miscela esplosiva, ovvero l'avversione
per la supremazia dell'Occidente.
Ecco perché - ha concluso Tesini - l'integrazione, prima di
essere inadeguata, è distorcente rispetto all'attuale situazione.
E la conferma viene dal fatto che l'attuale generazione del
terrorismo arruola soprattutto giovani inseriti dalla nascita
nell'Occidente e che in esso sono cresciuti e hanno imparato a
odiarlo. Il vero superamento del relativismo, per l'Occidente,
allora, è la coesione europea, il multiculturalismo, l'impegno
per la sicurezza e il superamento degli squilibri nel mondo.