III Comm: illustrazione pdl biblioteche pubbliche
(ACON) Trieste, 14 set - RC - Si sente l'esigenza - ha spiegato
Giancarlo Tonutti (Margh) alla III Commissione consiliare
presieduta da Nevio Alzetta (DS) - di riscrivere la legge
regionale 60 del 1976 "Interventi per lo sviluppo dei servizi e
degli istituti bibliotecari e museali e per la tutela degli
immobili di valore artistico, storico od ambientale, degli
archivi storici e dei beni mobili culturali del Friuli Venezia
Giulia".
Almeno come prima fase, i proponenti - con Tonutti, Piero Colussi
(Citt), Tamara Blazina (DS), Luigi Ferone (Part.Pens), Bruna
Zorzini (PDCI) e Kristian Franzil (PRC) - intendono intervenire
sulla parte che riguarda le biblioteche pubbliche e hanno reso
noto che il patrimonio librario in 29 anni è aumentato del 400%,
per non parlare degli utenti e del numero delle biblioteche, oggi
presenti anche nei piccoli Comuni.
Manca, nella LR 60 - ha così detto Tonutti - la concezione della
biblioteca come "sistema" di servizi, non più solo struttura
funzionante ma isolata, bensì inserita in un sistema territoriale
di servizi analoghi, nel segno di una cooperazione fra i vari
istituti culturali operanti nello stesso territorio.
Centrale, in quest'ottica, anche il nuovo ruolo più professionale
e responsabile del bibliotecario, che a seguito dei corsi di
laurea in conservazione dei beni culturali è divenuto un
professionista dell'informazione: in questa proposta egli assume
una piena consapevolezza del proprio ruolo nella valutazione
delle collezioni dei documenti, ma con l'amministratore avrà
anche gli strumenti per un vero rilancio della biblioteca
pubblica, nel rispetto delle esigenze particolari degli utenti
più giovani e delle minoranze linguistiche.
I fruitori dei servizi della biblioteca dovranno essere sentiti
attraverso delle indagini e garantiti da specifiche carte dei
servizi. Il tutto nel rispetto delle minoranze linguistiche
presenti - ma con particolare attenzione a quelle slovena,
friulana e tedesca - garantendo pari e gratuito accesso alle
fonti informative.
Il servizio non dovrà essere improvvisato: standard elaborati
dalla Regione ne controlleranno la qualità, mentre la proposta di
legge già fissa indicativamente un'apertura al pubblico di almeno
dodici ore settimanali; sarà favorito il prestito
interbibliotecario; gli archivi storici annessi alle biblioteche
o ad esse affidati saranno valorizzati e tutelati; andrà
sviluppata la promozione del servizio bibliotecario e promossa la
lettura fra tutte le classi di età, anche al di fuori della
biblioteca, coinvolgendo le altre istituzioni culturali presenti
sul territorio.
Pur incentrato su un insieme omogeneo di biblioteche pubbliche,
il "sistema" bibliotecario sarà costituito anche da altre private
aperte al pubblico, scolastiche, di associazioni culturali e
universitarie, le quali saranno valorizzate in un'ottica di
allargata cooperazione, spettando alla biblioteca "centrale" le
funzioni di coordinamento anche per il riparto del contributo
regionale. Dove, invece, l'istituzione di una biblioteca non sia
economicamente conveniente, il sistema può dotarsi di un servizio
"bibliobus" per raggiungere anche l'utenza periferica.
Da parte sua, la Regione deve svolgere "funzioni di
programmazione, coordinamento, consulenza e controllo
sull'attività delle biblioteche pubbliche" attraverso l'Ufficio
regionale delle biblioteche, dotato degli strumenti necessari e
tra le cui funzioni ci saranno la redazione di un Piano annuale e
triennale di intervento e sviluppo della rete bibliotecaria
pubblica regionale, l'istituzione di un portale telematico per il
reperimento in linea di tutti i documenti, la promozione e
l'organizzazione della formazione e dell'aggiornamento
professionale dei bibliotecari, il coordinamento dei progetti di
digitalizzazione dei documenti, specie periodici.
Una "Conferenza dei Sistemi bibliotecari", che vede partecipanti
i rappresentanti di tutte le varie tipologie di biblioteche
presenti in regione, avrà infine il compito di verificare lo
stato di attuazione della legge.