CR: regolamento interno, dibattito generale (5)
(ACON) Trieste, 03 ott - MPB - L'intervento di Bruna Zorzini
(PDCI) ha aperto il dibattito generale sul regolamento interno.
Lamentando scarsità di passaggi partecipativi per cui la sua
forza politica non ha avuto modo di conoscere lo sviluppo del
lavoro, Zorzini ha sottolineato che per riscrivere le regole era
meglio mettersi dalla parte della minoranza, intesa come forze
politiche minori, e invece c'è stata una sorta di dittatura della
maggioranza. Democrazia è confronto democratico, mentre non ci
sono stati passaggi chiarificatori con tutte le forze politiche
del Consiglio, ha detto ancora domandandosi se si debba diventare
relatori di minoranza per poter dire la propria idea, esprimendo
disaccordo su argomenti come il riconoscimento di gruppi di due
consiglieri e i tempi contingentati e auspicando l'accoglimento
di emendamenti che ne consentano una riconsiderazione.
Per Bruno Malattia (Citt), il nuovo regolamento è un'opera
legislativa che può costituire uno dei pilastri di quel
riequilibrio tra i poteri istituzionali che costituisce uno dei
nodi centrali di questa legislatura; ma forse non si sono ancora
individuati strumenti veramente nuovi e più efficaci, ha
sottolineato evidenziando la non piena condivisione del testo:
un'opera ecumenica, per gli interessi generali, con alcune
sfasature e forzature che non possono essere accettate su
commissioni, composizione numerica, efficacia del comitato per il
controllo. Decisa contrarietà invece è stata espressa in merito
ai gruppi di due consiglieri, per ragioni politiche ed
economiche, così come è considerato un errore tanto la
possibilità di stabilire coalizioni di gruppi che condurrebbe a
una sorta di metastasi o di elefantiasi delle strutture, quanto
la norma che riguarda la previsione delle traduzioni.
(segue)