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Corecom: convegno nazionale "Comunicare le istituzioni" (2)

18.11.2005
14:49
(ACON) Udine, 18 nov - RC - Noi non possiamo fare spettacolo, ma neppure possiamo esimerci dal prendere atto di dove va il mercato, di quali sono le richieste dei nostri consumatori, ovvero dei nostri cittadini - ha affermato da subito, con una vena di provocazione, il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Tresini, chiamato a concludere, in qualità di coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, la prima sessione del convegno nazionale organizzato dal Corecom FVG su "Comunicare le istituzioni, tra servizio pubblico e privato" in sala Ajace, a Udine.

Dobbiamo stare attenti a non sottovalutare, ma neppure sopravvalutare, i consumatori; sono meno abbindolabili di quanto non si creda e c'è un limite invalicabile di cui le istituzioni devono tener conto, un limite che si chiama saturazione e rigetto - ha proseguito Tesini. Si tratta di un fenomeno più che giustificato nei consumatori-elettori, quando si fa una sbagliata comunicazione istituzionale. Lo spettatore può riuscire a stare ore a guardare uno spettacolo televisivo che magari noi giudichiamo frivolo o inconsistente, ma al contempo riesce ad attivare abbastanza strumenti di difesa e di attacco di fronte a una comunicazione politica che dovesse risultargli eccessiva nei toni e nei contenuti.

La rissa può attrarre perché sfiziosa, ma non so quanto sia appagante ai fini di chi comunica. Noi non possiamo fare intrattenimento, dobbiamo persuadere lo spettatore che è importante ascoltarci, se vogliamo il suo consenso. Registrare un dissenso o un consenso rispetto ad un'azione di Governo o di opposizione, questo è il nostro ruolo.

La comunicazione che mi pare qui abbiate in testa è quella di un sano sistema bipolare, dove ci sono due grandi coalizioni che si propongono agli elettori e ciascuna chiede consenso al proprio programma, ma la realtà è diversa. La normativa che regolamenta la comunicazione istituzionale necessita di aggiustamenti, questo è vero, soprattutto per le parti inerenti le Authority e gli Istituti di garanzia, ma il limite maggiore è la sfasatura tra la normativa e la transizione del nostro sistema politico istituzionale di cui il nostro Paese non riesce ancora a darsi una quadra.

Va benissimo interrogarsi su cosa sia la comunicazione e quali le differenze tra informazione generale e informazione politica e istituzionale, resta però - ha concluso Tesini - che dobbiamo interrogarci su cosa chiedono i cittadini e una volta che li abbiamo ascoltati, tenere conto del loro parere, pur facendo dei distinguo tra richieste legittime e richieste esagerate.

Il lavoro che le Regioni stanno facendo per affinare gli strumenti e investire nelle comunicazioni è positivo, ma lo devono fare nella consapevolezza che se non c'è qualità non c'è nulla da fare. Se il prodotto è cattivo, non c'è comunicazione che regga. Questa è una stagione di sentimenti forti verso sobrietà, rigore ed essenzialità; le Regioni devono comportarsi andando verso questa direzione.

A dare il via alla sessione del convegno, era stato il presidente del Corecom FVG, Franco Del Campo. C'è voglia di ragionare sulla comunicazione e in particolare sulla comunicazione istituzionale - aveva esordito, facendo poi un excursus storico sull'informazione partendo dal ricordare come, all'inizio, si trattò di raggiungere le famiglie, per lo più analfabete e con poca dimestichezza nell'esprimersi in lingua italiana.

Le cose sono poi ovviamente cambiate, anche per l'arrivo di nuove norme e di nuovi mass media - aveva fatto notare Del Campo. La televisione ha unificato per la prima volta i linguaggi e lo Stato si è posto il problema di regolamentare la comunicazione pubblica, rendendola trasparente e più vicina ai cittadini; si dà avvio all'autocertificazione; si creano gli URP, gli uffici con cui le amministrazioni relazionano con i cittadini, gli uffici stampa e i portavoce delle istituzioni.

Del Campo aveva poi citato la personalizzazione della politica e delle istituzioni, il passaggio da un'analisi quantitativa ad una più qualitativa dell'informazione e della comunicazione politica, la necessità di controllo del rispetto della par condicio e i relativi monitoraggi da parte degli organi di vigilanza, tra cui i Corecom.

Altro aspetto fatto presente, una scarsa cultura istituzionale per cui molti uomini politici fanno fatica a distinguere il proprio ruolo all'interno delle istituzioni da quello - altrettanto legittimo, ma diverso - di uomini politici di parte o di partito. Non mancano, a tutti i livelli, esempi negativi di confusione tra ruoli istituzionali e interessi di parte e/o di partito.

Le forze di maggioranza e opposizione difficilmente resistono alla tentazione di cercare la visibilità mediatica. Potrebbe essere opportuno, invece di rassegnarsi, garantire l'opposizione dando ruolo, tempi, spazi e risorse sul piano comunicativo: sarebbe nell'interesse di tutti, vista spesso l'alternanza maggioranza/opposizione.

Non resta, infine, per Del Campo, che vigilare e riflettere sulla tendenza dell'informazione e della politica a contaminarsi con lo spettacolo e con l'intrattenimento, sempre troppo disponibili al sorriso facile. Su questo argomento, continueranno a vigilare sul rispetto delle regole anche l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e, a livello territoriale, i Comitati regionali per le comunicazioni.

A seguire, hanno parlato Sebastiano Sortino (Autorità per le Comunicazioni), Enzo Carra (Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi), Pierluigi Gazzella (Università di Macerata), Mario Morcellini (preside Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università La Sapienza di Roma), Maurizio Pessato (ricerca SWG su "Consigli regionali e cittadini").

La sessione pomeridiana del convegno vedrà le conclusioni del presidente della Regione, Riccardo Illy.

(foto in e-mail)

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