Corecom: convegno nazionale "Comunicare le istituzioni" (2)
(ACON) Udine, 18 nov - RC - Noi non possiamo fare
spettacolo, ma neppure possiamo esimerci dal prendere atto di
dove va il mercato, di quali sono le richieste dei nostri
consumatori, ovvero dei nostri cittadini - ha affermato da
subito, con una vena di provocazione, il presidente del Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Tresini, chiamato
a concludere, in qualità di coordinatore della Conferenza dei
presidenti delle Assemblee legislative, la prima sessione del
convegno nazionale organizzato dal Corecom FVG su "Comunicare le
istituzioni, tra servizio pubblico e privato" in sala Ajace, a
Udine.
Dobbiamo stare attenti a non sottovalutare, ma neppure
sopravvalutare, i consumatori; sono meno abbindolabili di quanto
non si creda e c'è un limite invalicabile di cui le istituzioni
devono tener conto, un limite che si chiama
saturazione e rigetto - ha proseguito Tesini. Si tratta di un
fenomeno più che giustificato nei consumatori-elettori, quando si
fa una sbagliata comunicazione istituzionale. Lo spettatore può
riuscire a stare ore a guardare uno spettacolo televisivo che
magari noi giudichiamo frivolo o inconsistente, ma al contempo
riesce ad attivare abbastanza strumenti di difesa e di attacco di
fronte a una comunicazione politica che dovesse risultargli
eccessiva nei
toni e nei contenuti.
La rissa può attrarre perché sfiziosa, ma non so quanto sia
appagante ai fini di chi comunica. Noi non possiamo fare
intrattenimento, dobbiamo persuadere lo spettatore che è
importante ascoltarci, se vogliamo il suo consenso.
Registrare un dissenso o un consenso rispetto ad un'azione di
Governo o di opposizione, questo è il nostro ruolo.
La comunicazione che mi pare qui abbiate in testa è quella di un
sano sistema bipolare, dove ci sono due grandi coalizioni che si
propongono agli elettori e ciascuna chiede consenso al proprio
programma, ma la realtà è diversa. La normativa che regolamenta
la comunicazione istituzionale necessita di aggiustamenti, questo
è vero, soprattutto per le parti inerenti le Authority e gli
Istituti di garanzia, ma il limite maggiore è la sfasatura tra la
normativa e la transizione del nostro sistema politico
istituzionale di cui il nostro Paese non riesce ancora a darsi
una quadra.
Va benissimo interrogarsi su cosa sia la comunicazione e quali le
differenze tra informazione generale e informazione politica e
istituzionale, resta però - ha concluso Tesini - che dobbiamo
interrogarci su cosa chiedono i cittadini e
una volta che li abbiamo ascoltati, tenere conto del loro parere,
pur facendo dei distinguo tra richieste legittime e richieste
esagerate.
Il lavoro che le Regioni stanno facendo per affinare gli
strumenti e investire nelle comunicazioni è positivo, ma lo
devono fare nella consapevolezza che se non c'è qualità non c'è
nulla da fare. Se il prodotto è cattivo, non c'è
comunicazione che regga. Questa è una stagione di sentimenti
forti verso sobrietà, rigore ed essenzialità; le Regioni devono
comportarsi andando verso questa direzione.
A dare il via alla sessione del convegno, era stato il presidente
del Corecom FVG, Franco Del Campo. C'è voglia di ragionare sulla
comunicazione e in particolare sulla comunicazione istituzionale
- aveva esordito, facendo poi un
excursus storico sull'informazione partendo dal ricordare come,
all'inizio, si trattò di raggiungere le famiglie, per lo più
analfabete e con poca dimestichezza nell'esprimersi in lingua
italiana.
Le cose sono poi ovviamente cambiate, anche per l'arrivo di nuove
norme e di nuovi mass media - aveva fatto notare Del Campo. La
televisione ha unificato per la prima volta i linguaggi e lo
Stato si è posto il problema di
regolamentare la comunicazione pubblica, rendendola trasparente e
più vicina ai cittadini; si dà avvio all'autocertificazione; si
creano gli URP, gli uffici con cui le amministrazioni relazionano
con i cittadini, gli uffici stampa e i portavoce delle
istituzioni.
Del Campo aveva poi citato la personalizzazione della politica e
delle istituzioni, il passaggio da un'analisi quantitativa ad una
più qualitativa dell'informazione e della comunicazione politica,
la necessità di controllo del rispetto della par condicio e i
relativi monitoraggi da parte degli organi di vigilanza, tra cui
i Corecom.
Altro aspetto fatto presente, una scarsa cultura istituzionale
per cui molti uomini politici fanno fatica a distinguere il
proprio ruolo all'interno delle
istituzioni da quello - altrettanto legittimo, ma diverso - di
uomini politici di parte o di partito. Non mancano, a tutti i
livelli, esempi negativi di confusione tra ruoli istituzionali e
interessi di parte e/o di partito.
Le forze di maggioranza e opposizione difficilmente resistono
alla tentazione di cercare la visibilità mediatica. Potrebbe
essere opportuno, invece di rassegnarsi, garantire l'opposizione
dando ruolo, tempi, spazi e risorse sul piano comunicativo:
sarebbe nell'interesse di tutti, vista spesso l'alternanza
maggioranza/opposizione.
Non resta, infine, per Del Campo, che vigilare e riflettere sulla
tendenza dell'informazione e della politica a contaminarsi con lo
spettacolo e con l'intrattenimento, sempre troppo disponibili al
sorriso facile. Su questo
argomento, continueranno a vigilare sul rispetto delle regole
anche l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e, a livello
territoriale, i Comitati regionali per le comunicazioni.
A seguire, hanno parlato Sebastiano Sortino (Autorità per le
Comunicazioni), Enzo Carra (Commissione parlamentare per
l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi),
Pierluigi Gazzella (Università di Macerata), Mario Morcellini
(preside Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università La
Sapienza di Roma), Maurizio Pessato (ricerca SWG su "Consigli
regionali e cittadini").
La sessione pomeridiana del convegno vedrà le conclusioni del
presidente della Regione, Riccardo Illy.
(foto in e-mail)
(fine)