News


III Comm: legge welfare, dibattito generale (3)

07.02.2006
16:47
(ACON) Trieste, 7 feb - MPB - Per Pietro Colussi (Citt) si adegua il welfare prendendo in considerazione la famiglia con i suoi nuovi profili e l'invecchiamento della popolazione. Il provvedimento, poi, oltre a recepire la 328, ha l'ambizione di guardare più in là: servizi alla persona, politiche attive, reciprocità, in risposta all'aumento della richiesta di servizi e interventi personalizzati, anche per quanto riguarda il sostegno economico. E' un progetto innovativo per costruire una rete di servizi ad accesso universale, naturalmente prevedendo le priorità. Tutto ciò implica una visione ampia del concetto di welfare ed è uno sforzo che devono fare tutti i soggetti, per una rivoluzione culturale che va accompagnata con un grande processo di partecipazione e formazione, che veda insieme erogatori e destinatari. E' un provvedimento serio e solido, che pone il Friuli Venezia Giulia all'avanguardia nel sistema nazionale - ha detto Sergio Lupieri (Margh) indicandolo come una delle leggi che caratterizzerà la IX Legislatura, assieme a quella sulla famiglia e al piano sanitario. Il testo unico uscito dal Comitato ristretto deve puntare a sostenere le capacità personali, senza le quali non c'è cittadinanza: occorre dare possibilità concrete di promozione, cittadinanza, inclusione e per questo deve essere previsto un contributo. E se si possono generare delle aspettative, occorre una rete di promozione sociale per l'introduzione e la persona deve partecipare alla definizione dei suoi bisogni.

Infine, l'assessore Ezio Beltrame ha dichiarato di concordare con il giudizio ampiamente positivo dato al progetto: facciamo una legge per rispondere a bisogni documentati di questa realtà - ha affermato - evidenziando che il welfare di comunità ha una connotazione molto diversa di quella di una volta.

Tre per l'assessore le questioni fondamentali: denatalità, precarietà e scarsità di opportunità per i giovani, cure a lungo termine. E se la denatalità ha lo stesso indice del 1996, molto diversa è la situazione dal punto di vista strutturale, con inoltre una parcellizzazione familiare in aumento mentre in termini percentuali solo il 17% ha un minore a carico e il 34 % un anziano. La precarietà, poi, è cosa molto diversa dalla povertà, e c'è una mole enorme di persone tra i 29 e i 45 anni che vive in questa condizione. Occorre dare un segnale di fiducia nel futuro e considerare il welfare uno strumento di sviluppo economico del nostro paese. La precarietà, inoltre, chiede risposte integrate di servizi e sostegni monetari.

La legge è equilibrata perché collegata ad altri strumenti che hanno come elementi di riferimento individuo, famiglia, comuni e perché punta, in un percorso chiaro dal punto di vista istituzionale, a una integrazione forte che va oltre quella sociosanitaria, mentre la gestione associata dei servizi è un grande passo avanti.

Per dare spazio al privato sociale - ha detto ancora - bisogna rafforzare gli strumenti di governo della domanda, valorizzando anche le professioni sociali, collegando didattica e mercato del lavoro. Terzo settore, inoltre, come co-progettatore e non semplice gestore di servizi e coinvolgimento dei rappresentanti della società e dei cittadini. Guardare alla dignità della persona significa farsi carico dei problemi, fare progetti integrati e personalizzati. Il problema è nazionale. Noi siamo pronti a integrare e ci muoviamo in un prospettiva triennale, non in un regime di autarchia, sperando in una politica nazionale sul welfare.

Domani, con inizio alle 10.00, il lavori saranno dedicati alla discussione di articoli ed emendamenti.

(fine)