III Comm: legge welfare, dibattito generale (3)
(ACON) Trieste, 7 feb - MPB - Per Pietro Colussi (Citt) si
adegua il welfare prendendo in considerazione la famiglia con i
suoi nuovi profili e l'invecchiamento della popolazione. Il
provvedimento, poi, oltre a recepire la 328, ha l'ambizione di
guardare più in là: servizi alla persona, politiche attive,
reciprocità, in risposta all'aumento della richiesta di servizi e
interventi personalizzati, anche per quanto riguarda il sostegno
economico. E' un progetto innovativo per costruire una rete di
servizi ad accesso universale, naturalmente prevedendo le
priorità. Tutto ciò implica una visione ampia del concetto di
welfare ed è uno sforzo che devono fare tutti i soggetti, per una
rivoluzione culturale che va accompagnata con un grande processo
di partecipazione e formazione, che veda insieme erogatori e
destinatari.
E' un provvedimento serio e solido, che pone il Friuli Venezia
Giulia all'avanguardia nel sistema nazionale - ha detto Sergio
Lupieri (Margh) indicandolo come una delle leggi che
caratterizzerà la IX Legislatura, assieme a quella sulla famiglia
e al piano sanitario. Il testo unico uscito dal Comitato
ristretto deve puntare a sostenere le capacità personali, senza
le quali non c'è cittadinanza: occorre dare possibilità concrete
di promozione, cittadinanza, inclusione e per questo deve essere
previsto un contributo. E se si possono generare delle
aspettative, occorre una rete di promozione sociale per
l'introduzione e la persona deve partecipare alla definizione dei
suoi bisogni.
Infine, l'assessore Ezio Beltrame ha dichiarato di concordare con
il giudizio ampiamente positivo dato al progetto: facciamo una
legge per rispondere a bisogni documentati di questa realtà - ha
affermato - evidenziando che il welfare di comunità ha una
connotazione molto diversa di quella di una volta.
Tre per l'assessore le questioni fondamentali: denatalità,
precarietà e scarsità di opportunità per i giovani, cure a lungo
termine. E se la denatalità ha lo stesso indice del 1996, molto
diversa è la situazione dal punto di vista strutturale, con
inoltre una parcellizzazione familiare in aumento mentre in
termini percentuali solo il 17% ha un minore a carico e il 34 %
un anziano. La precarietà, poi, è cosa molto diversa dalla
povertà, e c'è una mole enorme di persone tra i 29 e i 45 anni
che vive in questa condizione. Occorre dare un segnale di fiducia
nel futuro e considerare il welfare uno strumento di sviluppo
economico del nostro paese. La precarietà, inoltre, chiede
risposte integrate di servizi e sostegni monetari.
La legge è equilibrata perché collegata ad altri strumenti che
hanno come elementi di riferimento individuo, famiglia, comuni e
perché punta, in un percorso chiaro dal punto di vista
istituzionale, a una integrazione forte che va oltre quella
sociosanitaria, mentre la gestione associata dei servizi è un
grande passo avanti.
Per dare spazio al privato sociale - ha detto ancora - bisogna
rafforzare gli strumenti di governo della domanda, valorizzando
anche le professioni sociali, collegando didattica e mercato del
lavoro. Terzo settore, inoltre, come co-progettatore e non
semplice gestore di servizi e coinvolgimento dei rappresentanti
della società e dei cittadini. Guardare alla dignità della
persona significa farsi carico dei problemi, fare progetti
integrati e personalizzati. Il problema è nazionale. Noi siamo
pronti a integrare e ci muoviamo in un prospettiva triennale, non
in un regime di autarchia, sperando in una politica nazionale sul
welfare.
Domani, con inizio alle 10.00, il lavori saranno dedicati alla
discussione di articoli ed emendamenti.
(fine)