III Comm: emergenza aviaria, relazione assessore alla Salute
(ACON) Trieste, 14 feb - RC - In Friuli Venezia Giulia non c'è
alcuna epidemia aviaria. I cigni ritrovati morti nel Sud Italia e
quello a Maribor (Slovenia), la cui carcassa è stata inviata in
Gran Bretagna per ulteriori accertamenti, sono casi isolati. La
situazione è sotto costante controllo e molto tranquillizzante.
Non è mai stata dimostrata la trasmissione del virus H5N1 dalla
fauna selvatica all'uomo.
Ad affermarlo in modo convinto è stato l'assessore regionale alla
Salute e Protezione sociale, Ezio Beltrame, che ha relazionato
sulla questione aviaria alla III Commissione consiliare.
Ciò che è importante - ha quindi sostenuto - è il coordinamento
dei controlli con il ministero della Sanità e garantire
un'attività ispettiva abitudinaria, cosa che esiste attraverso il
monitoraggio dei veterinari delle Aziende sanitarie.
Stiamo adottando tutte le misure precauzionali ministeriali, anzi
abbiamo chiesto che le indagini non terminassero il 31 gennaio
(non avendo avuto alcun riscontro di contagi e pericolo, i
controlli potevano concludersi a quella data), ma siano protratte
sino a data da destinarsi. In più, le abbiamo estese anche a casi
non previsti dalle direttive comunitarie al fine di fugare ogni
minimo sospetto. I controlli ai volatili si effettuano
essenzialmente per prevenire l'insorgenza di influenza aviaria
negli allevamenti perché, ripeto, non c'è alcun collegamento
fauna selvatica/uomo.
Le specie sospette che possono essere colpite dal virus sono le
migratori (anatre, cigni, alcuni trampolieri), assolutamente no i
piccioni, no i colombi, no i passeri, no i gabbiani. Se comunque
qualcuno trovasse una carcassa sospetta, può allertare
direttamente i servizi veterinari o anche i carabinieri, che in
questa situazione stanno operando in modo egregio.
Le analisi che abbiamo realizzato con più frequenza riguardano le
aree dove ci potrebbe essere una facile intersecazione tra flussi
selvatici e allevamenti domestici, ma tutti i controlli
effettuati con l'Istituto zooprofilattico delle tre Venezie sono
risultati negativi.
Il problema, semmai, viene dall'opinione pubblica, la cui
infondata psicosi mette in difficoltà il servizio veterinario.
Non c'è alcun motivo di dubitare della qualità delle carni di
pollame e delle uova della nostra regione, dove è verificata
anche la veridicità dei timbri e dove non c'è importazione di
polli da altri Paesi o Regioni.
Alle categorie economiche abbiamo già dato massima disponibilità
a fornire informazioni corrette alla popolazione e a dire che per
le uova non c'è alcun rischio. L'emergenza economica legata al
crollo delle vendite è di competenza di altri assessori, ma
certamente bisognerà pensare a un sostegno che vada al di là del
controllo sanitario.
Interrompere l'attività venatoria in Friuli Venezia Giulia non
servirebbe a nulla per due motivi, come spiegato anche in una
specifica direttiva comunitaria: limitarla per un'area così
piccola non sortirebbe alcun effetto; avrebbe un senso solo se vi
fossero dati oggettivi che dimostrassero che la caccia porta gli
animali da allevamento ad avere maggiori contatti con la fauna
selvatica. Invece va spiegato esattamente ai cacciatori come
comportarsi se trovano volatili morti sospetti; mesi fa abbiamo
disposto un opuscolo informativo in tal senso, che abbiamo fatto
pervenire ai direttori di riserva attraverso la competente
Direzione regionale.