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V Comm: relazione Giunta sui rapporti Stato/Regione (1)

22.02.2006
16:44
(ACON) Trieste, 22 feb - RC - Il credito che il Friuli Venezia Giulia ha maturato nei confronti dello Stato, in fatto di compartecipazioni erariali, è salito da 1,85 miliardi di euro a 2,6 miliardi (pari alle intere compartecipazioni del 2005). Lo scoperto risale agli anni 2002-2005, per i quali si sono ricevuti acconti, ma non i saldi finali.

E' quanto è stato comunicato alla V Commissione del Consiglio regionale, che ha risposto esprimendo l'intenzione di scrivere una mozione unanime da presentare al più presto all'attenzione dell'Aula, attraverso la quale impegnare la Regione ad intervenire con ogni mezzo presso il Governo per ottenere quanto dovuto. Il documento, sollecitato dalla Regione stessa, sarà preparato dall'Ufficio di presidenza della V Commissione integrato da quello della I in quanto competente in materia di finanze.

Il Patto di stabilità a cui dobbiamo adeguarci - è quindi stato spiegato - deriva dalle imposizioni del Trattato di Maastricht ai Paesi firmatari ed è stato applicato per la prima volta nel '99. All'inizio le cifre del credito erano piccole, ma con il passare degli anni sono divenute macroscopiche e oggi ci comportano problemi per il rating e un aumento dei tassi di interesse a chi ci presta i soldi di cui abbiamo bisogno per soddisfare le esigenze del nostro territorio.

Le Regioni a Statuto speciale possono negoziare il Patto di stabilità con il Governo stabilendo quali saranno gli importi mensili dei trasferimenti statali, ma si tratta di cifre preventivate e che non possono essere rinegoziate, con nuove quote di compartecipazione non prevedibili, ecco perché il divario aumenta. Ci sono poi stati due anni che hanno visto un ammanco particolarmente consistente: di 229 milioni il 2003 e di 214 milioni il 2004. Inoltre, a differenza della Sicilia, noi non abbiamo il rimborso di quanto dovutoci direttamente dall'Agenzia delle entrate.

A questo punto - è stato aggiunto - la strada che possiamo seguire è firmare nuovamente il Patto di stabilità negoziato, ma sottolineando che siamo costretti a farlo visto che, in caso contrario, ci applicherebbero quello delle Regioni ordinarie (prevede una decurtazione del 4,5%). Al contempo, chiedere alla Corte costituzionale se questa imposizione sia legittima e perché non possa essere l'Agenzia delle entrate a trasferirci le risorse, come accade per la Sicilia, invece che lo Stato. Altro punto, verificare presso la Corte dei Conti se sia effettivamente vero che lo Stato non è tenuto a pagarci gli interessi sul dovuto.

Quanto alle altre Regioni, la Sicilia, oltre ad avere rapporti diretti con l'Agenzia delle entrate ha 10 decimi di compartecipazione. Le Province di Trento e Bolzano hanno una situazione di crediti simile alla nostra e delle voci a carico (ad esempio le spese dei vigili del fuoco) che noi abbiamo coperte dallo Stato, ma in generale hanno maggiore disponibilità anche perché hanno 9 decimi di compartecipazione. La Sardegna risulta avere pochissimi crediti, le quote di compartecipazione sono in calo. Simile a noi, è la situazione della Valle d'Aosta. Noi, comunque, siamo la Regione messa peggio. Un'assurdità - è stato detto - è che non abbiamo alcuna compartecipazione sulle pensioni: la vantiamo finché un cittadino produce reddito, ma non su quanto percepisce di pensione. I nostri decimi variano da voce a voce: si va da un minimo di 4,5 per l'IRES ad un massimo di 9 per i tabacchi.

(segue)