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Citt-Margh: recuperare e ricollocare i lacunari dell'Amalteo

04.05.2006
13:36
(ACON) Trieste, 04 mag - COM/AB - Citando un articolo uscito recentemente sul Giornale dell'Arte, "quello del soffitto dipinto nel 1533 da Pomponio Amalteo per la chiesa di San Giovanni in Brolo distrutta dal terremoto del 1976, è un caso triste". I lacunari del celebre pittore (allievo e genero di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone) giacciono da trent'anni in due depositi e nel museo comunale di Gemona. Al terremoto ne sono sopravvissuti 36 dei 42 che formavano il soffitto in legno per un totale di 150 metri quadrati di profeti, martiri, sibille, apostoli, intorno alle figure centrali di San Giovanni Battista e della Vergine col Bambino. Il tutto inserito in cornici grottesche. La chiesa che li ospitava, una costruzione gotica del 1300, conteneva anche opere di Jacopo Palma il Giovane e un prezioso crocefisso in legno del 1200. Con le scosse del 6 maggio il campanile crollò. La chiesa fu gravemente lesionata e infine abbattuta. I 36 lacunari, salvi per miracolo, furono ritrovati nel 1979 e poi dimenticati. Nel 2000 si cominciò a pensare al loro futuro, ma il problema era dove poter ricostruire un soffitto così ampio. La soluzione poteva essere quella di costruire una struttura per riposizionarli. I fondi sino al 2005 ci sono, poi, nella legge finanziaria regionale del 2006 cambiano destinazione.

A questo punto, con l'avvicinarsi delle celebrazioni per i trent'anni del terremoto, i consiglieri regionali dei Cittadini per il Presidente Bruno Malattia, Carlo Monai e Piero Colussi e della Margherita Giancarlo Tonutti, hanno depositato un'interpellanza proprio sui lacunari dimenticati.

I consiglieri ricordano che la legge regionale 4/2001 aveva previsto che l'Amministrazione regionale concedesse al Comune di Gemona del Friuli un contributo per la costruzione e l'arredo di un auditorium, sul sito della preesistente chiesa trecentesca di San Giovanni finalizzato alla ricollocazione sul medesimo sito del soffitto dell'Amalteo (di cui è ricorso nel 2005 il cinquecentesimo anniversario della nascita).

I consiglieri, nell'interpellanza, hanno anche sottolineato come nell'ultima legge di bilancio regionale, la n. 2 del 2006, si sia intervenuti autorizzando il Comune di Gemona a utilizzare i finanziamenti per altra destinazione, purché coerente con il processo di riqualificazione dei centri minori, dei borghi rurali e delle piazze, in un'ottica di sviluppo dei valori ambientali, sociali, culturali e turistici.

Ecco allora che i consiglieri, considerata l'opportunità di non disperdere le risorse destinate al recupero del patrimonio storico ed artistico della ex Chiesa di San Giovanni, hanno interpellato l'Amministrazione regionale "affinché si adoperi tempestivamente nei confronti del Comune di Gemona del Friuli per attivare la concertazione con i soggetti istituzionali coinvolti, le associazioni e sodalizi di cittadini e di esperti, diretta ad assicurare al più presto la fruizione dei lacunari del Pomponio Amalteo in un sito adeguato all'inestimabile valore artistico di queste opere".

Un'azione per ridare vita a un capitolo importante, purtroppo invisibile, dell'arte friulana su cui, nel corso degli anni, si è innescato un lungo dibattito portato avanti da comitati di cittadini, docenti e studiosi del mondo universitario e, più in generale dall'opinione pubblica, per la tutela dei beni artistici ed architettonici sopravvissuti al sisma del 1976.