Citt-Margh: recuperare e ricollocare i lacunari dell'Amalteo
(ACON) Trieste, 04 mag - COM/AB - Citando un articolo uscito
recentemente sul Giornale dell'Arte, "quello del soffitto dipinto
nel 1533 da Pomponio Amalteo per la chiesa di San Giovanni in
Brolo distrutta dal terremoto del 1976, è un caso triste". I
lacunari del celebre pittore (allievo e genero di Giovanni
Antonio de Sacchis, detto il Pordenone) giacciono da trent'anni
in due depositi e nel museo comunale di Gemona. Al terremoto ne
sono sopravvissuti 36 dei 42 che formavano il soffitto in legno
per un totale di 150 metri quadrati di profeti, martiri, sibille,
apostoli, intorno alle figure centrali di San Giovanni Battista e
della Vergine col Bambino. Il tutto inserito in cornici
grottesche. La chiesa che li ospitava, una costruzione gotica del
1300, conteneva anche opere di Jacopo Palma il Giovane e un
prezioso crocefisso in legno del 1200. Con le scosse del 6 maggio
il campanile crollò. La chiesa fu gravemente lesionata e infine
abbattuta. I 36 lacunari, salvi per miracolo, furono ritrovati
nel 1979 e poi dimenticati. Nel 2000 si cominciò a pensare al
loro futuro, ma il problema era dove poter ricostruire un
soffitto così ampio. La soluzione poteva essere quella di
costruire una struttura per riposizionarli. I fondi sino al 2005
ci sono, poi, nella legge finanziaria regionale del 2006 cambiano
destinazione.
A questo punto, con l'avvicinarsi delle celebrazioni per i
trent'anni del terremoto, i consiglieri regionali dei Cittadini
per il Presidente Bruno Malattia, Carlo Monai e Piero Colussi e
della Margherita Giancarlo Tonutti, hanno depositato
un'interpellanza proprio sui lacunari dimenticati.
I consiglieri ricordano che la legge regionale 4/2001 aveva
previsto che l'Amministrazione regionale concedesse al Comune di
Gemona del Friuli un contributo per la costruzione e l'arredo di
un auditorium, sul sito della preesistente chiesa trecentesca di
San Giovanni finalizzato alla ricollocazione sul medesimo sito
del soffitto dell'Amalteo (di cui è ricorso nel 2005 il
cinquecentesimo anniversario della nascita).
I consiglieri, nell'interpellanza, hanno anche sottolineato come
nell'ultima legge di bilancio regionale, la n. 2 del 2006, si sia
intervenuti autorizzando il Comune di Gemona a utilizzare i
finanziamenti per altra destinazione, purché coerente con il
processo di riqualificazione dei centri minori, dei borghi rurali
e delle piazze, in un'ottica di sviluppo dei valori ambientali,
sociali, culturali e turistici.
Ecco allora che i consiglieri, considerata l'opportunità di non
disperdere le risorse destinate al recupero del patrimonio
storico ed artistico della ex Chiesa di San Giovanni, hanno
interpellato l'Amministrazione regionale "affinché si adoperi
tempestivamente nei confronti del Comune di Gemona del Friuli per
attivare la concertazione con i soggetti istituzionali coinvolti,
le associazioni e sodalizi di cittadini e di esperti, diretta ad
assicurare al più presto la fruizione dei lacunari del Pomponio
Amalteo in un sito adeguato all'inestimabile valore artistico di
queste opere".
Un'azione per ridare vita a un capitolo importante, purtroppo
invisibile, dell'arte friulana su cui, nel corso degli anni, si è
innescato un lungo dibattito portato avanti da comitati di
cittadini, docenti e studiosi del mondo universitario e, più in
generale dall'opinione pubblica, per la tutela dei beni artistici
ed architettonici sopravvissuti al sisma del 1976.