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UDC: Molinaro e Fasan, no a una legge per genitori bisognosi

17.05.2006
14:17
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/MPB - "E' un progetto che non risponde alle aspettative delle famiglie del Friuli Venezia Giulia, ma solo ad una priorità, la coesione della maggioranza di Intesa Democratica, raggiunta e mantenuta al prezzo di continui compromessi al ribasso. Ancora una volta gli interessi di una parte sono stati anteposti a quelli generali del quasi mezzo milione di famiglie del Friuli Venezia Giulia. Da ciò un voto decisamente contrario da parte dell'UDC".

Lo precisano i consiglieri regionali Roberto Molinaro e Gina Fasan margine dell'avvenuta approvazione del progetto di legge regionale per la famiglia.

"Si è voluto innanzitutto mantenere un'incertezza nei destinatari del progetto, parlando surrettiziamente di genitori - precisano i consiglieri centristi - avendo l'intendimento dichiarato di mettere sullo stesso piano la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio e le coppie di fatto e senza nessun riconoscimento per la famiglia quale soggetto sociale. E', questa, una palese ingiustizia, poiché si vogliono trattare allo stesso modo situazioni diverse.

"L'impianto generale della legge è decisamente assistenziale - precisano ancora i consiglieri Molinaro e Fasan - con gli interventi economici per le gestanti e l'assegno a sostegno della funzione educativa dei genitori collocato nell'ambito del reddito base di cittadinanza, strumento previsto dalla legge regionale sul welfare per combattere la povertà e l'esclusione sociale. Appartengono all'assistenza anche i momenti di programmazione locale, i Piani di Zona ed altri interventi quali i prestiti, da concedere alle persone bisognose.

"Mancano fondamentali interventi di sostegno e promozione per le famiglie in formazione e per le giovani coppie, per le famiglie numerose con tre e più figli - sottolineano ancora gli esponenti regionali centristi - mentre altri interventi previsti sono decisamente inaccettabili, come quelli di affidamento ai consultori dell'educazione sessuale per i minori, senza alcuna considerazione per la famiglia come il subordinare il sostegno ai progetti di autorganizzazione della famiglia al controllo pubblico, attraverso i Piani di Zona e i Piani di Attività Territoriale delle Aziende dei servizi sanitari.

"A tutto ciò si aggiunga che è mancata ancora la individuazione delle risorse finanziarie disponibili - concludono Molinaro e Fasan - mettendo definitivamente in discussione la validità ed utilità di una legge sbagliata e lontana dagli interessi delle famiglie che risiedono in Friuli Venezia Giulia".