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UDC: Molinaro e Salvador, critiche a Governo Prodi

19.05.2006
15:18
(ACON) Trieste, 19 mag - COM/AB - I consiglieri regionali dell'UDC Roberto Molinaro e Maurizio Salvador, componenti della V Commissione consiliare, hanno emesso la seguente nota in merito ai primi atti del Governo Prodi.

"Tra gli esponenti nostrani della sinistra-centro, molti, come si conviene data la comune appartenenza, hanno espresso vivo apprezzamento per l'avvenuto varo del Governo Prodi e per la sua composizione che, solo un cieco non potrebbe vedere, non è stata certamente generosa con il Friuli Venezia Giulia perché, in termini di peso reale, senza nulla togliere alla capacità dei nominati, due sottosegretari di prima nomina non valgono certamente un ministro, seppur senza portafoglio. Francamente non ci eravamo meravigliati, perché conoscevamo da che pulpito erano arrivate le promesse e avevamo solo constatato che, per adesso, il presidente Illy a Roma conta davvero poco".

"Avevamo anche registrato - aggiungono i due consiglieri dell'UDC - in questo peana collettivo che certamente vuole essere una liberazione, almeno temporanea, dal peso del pessimo risultato elettorale conseguito dalla sinistra-centro in Friuli Venezia Giulia, da quegli stessi esponenti parole di apprezzamento per il neoministro degli affari regionali 'che certamente sa ascoltare e comprendere' e conoscendo la frequentazione familiare della neoministra Lanzillotta (è moglie del 'padre' del decentramento italiano, l'ex ministro Bassanini) quasi ci avevamo creduto".

"Ma Prodi, come spesso gli è accaduto, ha rovinato tutto già nel suo secondo atto di governo, le dichiarazioni programmatiche rese di fronte al Senato. In diciotto pagine di intervento non una volta ha ricordato il ruolo e le aspettative delle autonomie differenziate, ovvero delle Regioni a Statuto speciale tra le quali anche il Friuli Venezia Giulia. La strategia per affrontare le questioni istituzionali, al di là del no scontato al referendum sulla riforma costituzionale che si terrà a fine giugno, lascia allibiti per il semplicismo: "Il Governo avrà perciò il compito di ristabilire un equilibrio istituzionale tra Stato, Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni e Comunità montane per affrontare unitariamente le sfide del riordino istituzionale e del rilancio economico". Non emerge nessun progetto, e forse l'eterogeneità dell'Unione davvero non lo consente, ma soprattutto di fronte a una complessità vera del sistema istituzionale italiano non vi è alcuna considerazione delle specificità, tutto è ricondotto alle vecchie categorie del Nord e del Sud, inadeguate a rappresentare un pluralismo anche istituzionale nel terzo millennio".

"Il termine federalismo, neppure come aggettivo, ha trovato posto nella lunga esposizione del presidente Prodi. Se pensiamo che sarà questa maggioranza parlamentare e questo Governo a dover affrontare la questione dell'approvazione del nostro Statuto regionale, c'è veramente poco da stare allegri".

"Per noi del Friuli Venezia Giulia - concludono Molinaro e Salvador - se aggiungiamo che nelle dichiarazioni non c'è traccia di un impegno verso l'allargamento dell'Unione europea nei Balcani, mentre si parla diffusamente di Mediterraneo, di continente latino-americano e di Paesi poveri e se constatiamo che per le grandi infrastrutture transeuropee, il Corridoio 5 tra questi, non si va oltre una generica affermazione di continuità, il rapporto con il nuovo Governo sarà tutto in salita, con buona pace di tutti quelli che aspettavano una nuova stagione con il Governo amico".