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CR: legge famiglia, relatore Blasoni (7)

06.06.2006
15:37
(ACON) Trieste, 06 giu - AB - Alla domanda se questa sia una legge sulla famiglia, la risposta di Massimo Blasoni (FI) è stata no. E' piuttosto l'insieme di una serie di interventi rivolti a minori, donne gestanti e nuclei di persone e nel contempo a singoli, che si collocano tutti quali integrazioni o duplicazioni della recente norma sul welfare.

A sostegno di questa affermazione, il consigliere azzurro ha portato alcuni esempi: i prestiti d'onore sono rivolti anche a singoli; la Carta famiglia può essere rilasciata a coppie con figli che famiglie non sono ai sensi della Costituzione, ma non può essere detenuta da famiglie che non abbiano ancora figli (come se non fossero proprio le difficoltà economiche per le giovani coppie, uno dei primi deterrenti alla procreazione); i contributi alle gestanti e quelli per l'educazione dei figli sono direttamente connessi al reddito di cittadinanza, cioè sono ritenuti una misura di contrasto alla povertà di fatto pleonastica in quanto già prevista e priva di autonoma specificità; non vi è nessun intervento che sia diretto alle sole famiglie.

Blasoni è quindi passato a esaminare i singoli articoli e ha aggiunto che per Forza Italia occorrerebbe una norma sulla famiglia radicalmente diversa da quella portata all'esame dell'Aula. Sarebbe stato necessario enfatizzare il ruolo della famiglia che il legislatore costituente ha voluto fondata sul matrimonio, non discriminando però quando gli interventi debbano essere rivolti ai minori, perché analoga tutela meritano i bambini, siano essi nati fuori o dentro il matrimonio. Questo aveva proposto Forza Italia con un emendamento - bocciato - che da un lato valorizzava il ruolo della famiglia e dall'altro esplicitamente affermava che la legge "riconosce eguali diritti ai figli nati fuori dal matrimonio".

Con chiarezza Forza Italia aveva chiesto anche la costituzione di un Fondo per la famiglia per non confondere le risorse con quelle per il welfare, dando così garanzie di concretezza e pluriennalità agli interventi.

In conclusione, per Forza Italia bisognerebbe asserire che la famiglia resta il nucleo fondante della nostra società e perciò merita più ampia e specifica tutela e sostegno, nulla volendo precludere a chi sceglie la convivenza, che non è però famiglia. Nessuna discriminazione sotto il profilo dell'erogazione dei benefici può essere perpetrata nei confronti dei minori nati fuori dal matrimonio. I benefici promessi dovrebbero essere sostenuti da un'adeguata dotazione finanziaria e garantiti da uno specifico Fondo famiglia rivolto anche alle giovani coppie. L'articolato all'esame dell'Aula non risponde a questi principi e, salvo radicali cambiamenti, non potrà che ottenere un voto negativo.

(segue)