CR: legge famiglia, relatore Blasoni (7)
(ACON) Trieste, 06 giu - AB - Alla domanda se questa sia una
legge sulla famiglia, la risposta di Massimo Blasoni (FI) è stata
no. E' piuttosto l'insieme di una serie di interventi rivolti a
minori, donne gestanti e nuclei di persone e nel contempo a
singoli, che si collocano tutti quali integrazioni o duplicazioni
della recente norma sul welfare.
A sostegno di questa affermazione, il consigliere azzurro ha
portato alcuni esempi: i prestiti d'onore sono rivolti anche a
singoli; la Carta famiglia può essere rilasciata a coppie con
figli che famiglie non sono ai sensi della Costituzione, ma non
può essere detenuta da famiglie che non abbiano ancora figli
(come se non fossero proprio le difficoltà economiche per le
giovani coppie, uno dei primi deterrenti alla procreazione); i
contributi alle gestanti e quelli per l'educazione dei figli sono
direttamente connessi al reddito di cittadinanza, cioè sono
ritenuti una misura di contrasto alla povertà di fatto
pleonastica in quanto già prevista e priva di autonoma
specificità; non vi è nessun intervento che sia diretto alle sole
famiglie.
Blasoni è quindi passato a esaminare i singoli articoli e ha
aggiunto che per Forza Italia occorrerebbe una norma sulla
famiglia radicalmente diversa da quella portata all'esame
dell'Aula. Sarebbe stato necessario enfatizzare il ruolo della
famiglia che il legislatore costituente ha voluto fondata sul
matrimonio, non discriminando però quando gli interventi debbano
essere rivolti ai minori, perché analoga tutela meritano i
bambini, siano essi nati fuori o dentro il matrimonio. Questo
aveva proposto Forza Italia con un emendamento - bocciato - che
da un lato valorizzava il ruolo della famiglia e dall'altro
esplicitamente affermava che la legge "riconosce eguali diritti
ai figli nati fuori dal matrimonio".
Con chiarezza Forza Italia aveva chiesto anche la costituzione di
un Fondo per la famiglia per non confondere le risorse con quelle
per il welfare, dando così garanzie di concretezza e
pluriennalità agli interventi.
In conclusione, per Forza Italia bisognerebbe asserire che la
famiglia resta il nucleo fondante della nostra società e perciò
merita più ampia e specifica tutela e sostegno, nulla volendo
precludere a chi sceglie la convivenza, che non è però famiglia.
Nessuna discriminazione sotto il profilo dell'erogazione dei
benefici può essere perpetrata nei confronti dei minori nati
fuori dal matrimonio. I benefici promessi dovrebbero essere
sostenuti da un'adeguata dotazione finanziaria e garantiti da uno
specifico Fondo famiglia rivolto anche alle giovani coppie.
L'articolato all'esame dell'Aula non risponde a questi principi
e, salvo radicali cambiamenti, non potrà che ottenere un voto
negativo.
(segue)