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Citt: Carmi e Fortuna Drossi per un ecomuseo del Carso

08.06.2006
12:35
(ACON) Trieste, 08 giu - COM/AB - La Regione si è dotata, tra le prime in Italia, di una legge sugli ecomusei. Nel mondo ne esistono centinaia, la maggior parte in Europa e una settantina in Italia. In Friuli Venezia Giulia due sono le realtà già presenti: l'ecomuseo delle Acque a Gemona e l'ecomuseo Lis Aganis nel pordenonese.

"Viste le caratteristiche che costituiscono un ecomuseo e le potenzialità legate al marketing territoriale, ecco che anche il Carso potrebbe cogliere le opportunità offerte dalla legge regionale e fare del proprio territorio una risorsa".

Alessandro Carmi e Uberto Fortuna Drossi, consiglieri regionali dei Cittadini per il Presidente, lanciano la proposta di costituire un ecomuseo per promuovere uno sviluppo del territorio tenendo conto della memoria della comunità, delle peculiarità dell'ambiente e delle opportunità offerte dalle innovazioni che possono incrementare la qualità della vita.

L'ecomuseo è una nuova tipologia di museo non confinato, ma diffuso nello spazio e nel tempo; un museo sul territorio e per il territorio, che non si limita soltanto alla tutela del patrimonio culturale, ma che si rivolge anche ai suoi abitanti. Risulta perciò evidente che i soggetti protagonisti dell'ecomuseo non sono solo le istituzioni poiché il loro ruolo propulsivo, importante, deve essere accompagnato da un coinvolgimento più largo dei cittadini, che consenta percorsi e obiettivi condivisi.

Il territorio del Carso a cui pensano i consiglieri regionali ha tutte le caratteristiche per giungere alla creazione di una struttura museale diffusa.

"L'ecomuseo infatti - aggiungono - potrebbe comprendere il Museo etnologico di Servola, la Casa carsica di Monrupino, le raccolte etnografiche a San Giuseppe e a Banne, i percorsi naturalistici dei laghetti Noghere e del parco di val Rosandra e del monte Ermada".

Quello dell'ecomuseo è un ambito vivace, dove gli abitanti hanno scelto di comunicare la propria storia e la propria identità, interpretando luoghi privilegiati, da far conoscere, ammirare ma soprattutto da vivere. Un percorso che immerge il visitatore nella natura, nei centri storici sapientemente valorizzati, nelle botteghe artigianali, a contatto diretto con la gente del luogo.

La legge regionale prevede che gli obiettivi dell'ecomuseo siano quelli della cura del territorio e del favorire uno sviluppo sostenibile anche attraverso l'attività di ricerca scientifica e didattico-educativa. L'elenco di chi può dar vita a queste realtà è inserito nell'articolo 2 e ogni anno si determinerà, sulla base delle richieste, la creazione di quelle nuove, con un intervento diretto della Regione nella formazione degli operatori. Gli ecomusei riconosciuti avranno diritto a un marchio esclusivo, così come la rete degli ecomusei potrà averne uno collettivo (articolo 3). L'articolo 4 istituisce un Comitato, di nomina giuntale, che esprimerà pareri sull'individuazione degli ecomusei, sulle attività di formazione, sul regolamento attuativo, e coordinerà le strutture riconosciute.