Citt: Carmi e Fortuna Drossi per un ecomuseo del Carso
(ACON) Trieste, 08 giu - COM/AB - La Regione si è dotata, tra
le prime in Italia, di una legge sugli ecomusei. Nel mondo ne
esistono centinaia, la maggior parte in Europa e una settantina
in Italia. In Friuli Venezia Giulia due sono le realtà già
presenti: l'ecomuseo delle Acque a Gemona e l'ecomuseo Lis Aganis
nel pordenonese.
"Viste le caratteristiche che costituiscono un ecomuseo e le
potenzialità legate al marketing territoriale, ecco che anche il
Carso potrebbe cogliere le opportunità offerte dalla legge
regionale e fare del proprio territorio una risorsa".
Alessandro Carmi e Uberto Fortuna Drossi, consiglieri regionali
dei Cittadini per il Presidente, lanciano la proposta di
costituire un ecomuseo per promuovere uno sviluppo del territorio
tenendo conto della memoria della comunità, delle peculiarità
dell'ambiente e delle opportunità offerte dalle innovazioni che
possono incrementare la qualità della vita.
L'ecomuseo è una nuova tipologia di museo non confinato, ma
diffuso nello spazio e nel tempo; un museo sul territorio e per
il territorio, che non si limita soltanto alla tutela del
patrimonio culturale, ma che si rivolge anche ai suoi abitanti.
Risulta perciò evidente che i soggetti protagonisti dell'ecomuseo
non sono solo le istituzioni poiché il loro ruolo propulsivo,
importante, deve essere accompagnato da un coinvolgimento più
largo dei cittadini, che consenta percorsi e obiettivi condivisi.
Il territorio del Carso a cui pensano i consiglieri regionali ha
tutte le caratteristiche per giungere alla creazione di una
struttura museale diffusa.
"L'ecomuseo infatti - aggiungono - potrebbe comprendere il Museo
etnologico di Servola, la Casa carsica di Monrupino, le raccolte
etnografiche a San Giuseppe e a Banne, i percorsi naturalistici
dei laghetti Noghere e del parco di val Rosandra e del monte
Ermada".
Quello dell'ecomuseo è un ambito vivace, dove gli abitanti hanno
scelto di comunicare la propria storia e la propria identità,
interpretando luoghi privilegiati, da far conoscere, ammirare ma
soprattutto da vivere. Un percorso che immerge il visitatore
nella natura, nei centri storici sapientemente valorizzati, nelle
botteghe artigianali, a contatto diretto con la gente del luogo.
La legge regionale prevede che gli obiettivi dell'ecomuseo siano
quelli della cura del territorio e del favorire uno sviluppo
sostenibile anche attraverso l'attività di ricerca scientifica e
didattico-educativa. L'elenco di chi può dar vita a queste realtà
è inserito nell'articolo 2 e ogni anno si determinerà, sulla base
delle richieste, la creazione di quelle nuove, con un intervento
diretto della Regione nella formazione degli operatori. Gli
ecomusei riconosciuti avranno diritto a un marchio esclusivo,
così come la rete degli ecomusei potrà averne uno collettivo
(articolo 3). L'articolo 4 istituisce un Comitato, di nomina
giuntale, che esprimerà pareri sull'individuazione degli
ecomusei, sulle attività di formazione, sul regolamento
attuativo, e coordinerà le strutture riconosciute.