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Citt:i Lacunari dell'Amalteo, domani convegno a Gemona

19.07.2006
12:26
(ACON) Trieste, 19 lug - COM/MPB - I lacunari invisibili dell'Amalteo: se ne discuterà a Gemona domani, giovedì 20 luglio, a partire dalle ore 20.45, in un convegno organizzato dal gruppo consiliare regionale dei Cittadini per il Presidente. Sarà ripercorsa la storia dei 36 lacunari dell'Amalteo che decoravano il soffitto della Chiesa di San Giovanni in Brolo, distrutta dal terremoto del 1976, e che ora giacciono in un deposito. L'obiettivo che si pone l'incontro è quello di parlare del loro futuro.

Al convegno, che si terrà sul sagrato del Duomo e sarà coordinato dal capogruppo dei "Cittadini" Bruno Malattia, interverranno Bruno Serravalli, capogruppo di Intesa per Gemona, il consigliere regionale Piero Colussi, Giorgio Cacciaguerra, presidente dell'ordine degli architetti della provincia di Udine, lo storico Gianfranco Ellero, il giornalista Edek Osser, Ugo Soragni, direttore regionale per i beni ambientali e paesaggistici e Gilberto Ganzer, direttore del museo civico d'arte di Pordenone; infine Mauro Vale, in rappresentanza del comitato "Il San Giovanni dell'Amalteo"

Citando un articolo uscito recentemente sul Giornale dell'Arte, "quello del soffitto dipinto nel 1533 da Pomponio Amalteo per la chiesa di San Giovanni in Brolo distrutta dal terremoto del 1976, è un caso triste".

I lacunari del celebre pittore (allievo e genero di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone) giacciono da trent'anni in due depositi e nel museo comunale di Gemona. Al terremoto ne sono sopravvissuti 36 dei 42 che formavano il soffitto in legno per un totale di 150 metri quadrati di profeti, martiri, sibille, apostoli, intorno alle figure centrali di San Giovanni Battista e della Vergine col Bambino. Il tutto inserito in cornici grottesche.

La chiesa che li ospitava, una costruzione gotica del 1300, conteneva anche opere di Jacopo Palma il Giovane e un prezioso crocefisso in legno del 1200. Con le scosse del 6 maggio il campanile crollò. La chiesa fu gravemente lesionata e infine abbattuta. Nel 2000 si cominciò a pensare al loro futuro, ma il problema era dove poter ricostruire un soffitto così ampio. La soluzione poteva essere quella di costruire una struttura per riposizionarli. I fondi sino al 2005 ci sono, poi, nella legge finanziaria regionale del 2006 cambiano destinazione.

Quella dei lacunari dimenticati è una storia su cui, nel corso degli anni, si è innescato un lungo dibattito portato avanti da comitati di cittadini, docenti e studiosi del mondo universitario e, più in generale dall'opinione pubblica, per la tutela dei beni artistici ed architettonici sopravvissuti al sisma del 1976.