CR: pdl Aquileia, dibattito (7)
(ACON) Trieste, 27 lug - RC - Si dice che ci si impegna
attraverso una legge, ma solo per poi non fare nulla - è
lapidario Adriano Ritossa (AN), aprendo il dibattito generale
sulla proposta pro Aquileia. La Fondazione - ha aggiunto - non è
altro che la partecipazione dello Stato attraverso la
Sovrintendenza delle belle arti, invece devono essere i nostri
parlamentari a sostenere una legge nazionale che dia
finanziamenti certi, noi possiamo fare solo una legge di
indirizzo.
La proposta di legge che ho portato in Commissione con Valenti
(FI) - ha fatto presente Giorgio Venier Romano (UDC) - era più
ampia. Forse avere meno fretta e passare attraverso un accordo
preliminare con il ministero dei Beni culturali avrebbe garantito
la sua presenza nella Fondazione, invece ora sapremo solo a legge
approvata le sue intenzioni. Questa è un'occasione sprecata di
valorizzare Aquileia.
La legge è positiva perché è incentrata su Aquileia e non
sottende altro, per Renzo Petis (DS). Si dovrebbe studiare un
modello per soddisfare i desideri dei cittadini di Aquileia al
pari degli altri cittadini, che non vivono in siti dichiarati di
interesse archeologico con tutti i paletti che ciò comporta.
Piero Colussi (Citt) ha parlato di occasione straordinaria di
poter fare finalmente cosa non è stato realizzato in tanti anni.
Con questa legge si deve far dialogare lo Stato con la Regione e
si crea il luogo dove ciò avvenga. Ha poi annunciato un ordine
del giorno sulla concessione dei contributi per la valorizzazione
turistica della cittadina da subordinare all'incremento dei
servizi offerti, e quello che impegna la Giunta a procedere alla
costituzione della Fondazione previa intesa con il ministero per
i Beni culturali, e in cui dovrebbero entrare anche le
Università.
Giancarlo Tonutti (Margh) ha sottolineato l'importanza di
realizzare un rapporto fruttuoso tra le istituzioni Comune, Stato
e Regione. Forse la legge è poco prudente, ma crede sia il caso
di farla e non attendere che maturino i tempi, anche perché i
tempi sono giusti per dire allo Stato che vogliamo essere parte
attiva.
(segue)