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CR: ddl riordino fondiario, relatore Gerolin (11)

27.07.2006
18:22
(ACON) Trieste, 27 lug - MPB - Per Daniele Gerolin (Margh), relatore di maggioranza del ddl sulla razionalizzazione fondiaria e la promozione dell'attività agricola in aree montane, ovvero in un'area che rappresenta la metà del territorio regionale, la riforma affronta il nodo cruciale della strutturazione fondiaria, poiché carenza di investimenti infrastrutturali e polverizzazione della proprietà fondiaria sono fra le maggiori cause dell'abbandono delle aree montane dove assumono caratteristiche di vera e propria "patologia fondiaria". Le conseguenze negative, oltre all'abbandono, sono la riduzione delle attività economiche in generale e della qualità dell'ambiente.

La razionalizzazione fondiaria è solo un primo tassello del mosaico.

La ricomposizione delle proprietà, secondo il testo, avverrà quanto più possibile su base volontaria e per questo motivo è previsto che per l'iniziativa privata debba esserci l'adesione di un numero di proprietari che rappresentino almeno il 60% della superficie e, in base all'imponibile catastale, almeno il 60% del valore delle aree. Qualora l'iniziativa derivi dai Comuni o delle Comunità montane, a garanzia di massima condivisione dell'intervento, è previsto il voto favorevole del suo Organo competente ad esprimersi.

Si punta a semplificare l'iter amministrativo di approvazione dei piani rispetto al percorso stabilito dalla norma nazionale, ma nel contempo si è incrementato il coinvolgimento dei soggetti interessati durante le varie fasi del procedimento. Una duplice modalità di intervento che garantisce il rispetto della volontà dei privati e, nello stesso tempo, assegna agli Enti locali gli strumenti per avviare il processo di accorpamento delle proprietà.

Per dare impulso al processo di ricomposizione, è previsto l'impegno della Regione al finanziamento dei piani di razionalizzazione fondiaria e dei piani di insediamento produttivo agricolo. Questi ultimi strumenti di pianificazione comunale sono un'autentica novità, del tutto simili ai piani di insediamento artigianali, industriali e commerciali ed hanno lo scopo fondamentale di regolamentare localmente lo sviluppo agricolo.

A Comuni e Comunità Montane sono forniti nuovi strumenti per creare le condizioni per lo sviluppo (costituzione di consorzi di proprietari, piani di insediamento produttivo agricolo, costituzione di imprese agricole funzionali e negozi di accertamento dell'usucapione) assegnando ad essi la possibilità di acquistare e vendere i terreni agricoli da destinare alla costituzione di imprese agricole funzionali, alla costituzione di compendi unici, alla conservazione dell'integrità del terreno aziendale agricolo qualora espropriati a causa della realizzazione di piani industriali o artigianali. Per tali operazioni è previsto che Comuni e Comunità montane possano anche avvalersi di società a prevalente partecipazione pubblica.

(segue)