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Pari opportunità: giornata contro la violenza alle donne

24.11.2006
13:44
(ACON) Trieste, 24 nov - COM/AB - In occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne (25 novembre), la Commissione regionale pari opportunità invita a riflettere sulla centralità dei diritti umani, tra i quali rientrano l'integrità e l'inviolabilità del corpo delle donne.

Il codice penale italiano dedica molti articoli a reati contro la persona, (il 581 sulle percosse, il 582 sulle lesioni personali, il 594 sulle ingiurie, il 612 sulle minacce, il 610 sulla violenza privata) ma non sottolinea abbastanza la caratterizzazione di genere, tranne che per l'art. 609 bis contro la violenza sessuale. Esiste infatti una violenza di genere, che si manifesta in forme fisiche, sessuali, economiche, psicologiche. Essa ha origine nella società patriarcale e nasce dal misconoscimento delle pari opportunità e dei pari diritti delle donne. Questa violenza sulle donne non è un'emergenza, è una problema sociale la cui soluzione deve diventare responsabilità di tutti, in uno sforzo collettivo di reazione e di contrasto.

Un primo strumento è l'azione a livello culturale, che coinvolga le agenzie formative, la famiglia e la scuola innanzitutto, le associazioni, le organizzazioni. Devono consolidarsi principi come la dignità della persona, il rispetto dell'altro, la libertà individuale: solo attraverso una sedimentazione profonda di questi valori e l'attivazione dei conseguenti comportamenti di condivisione e reciprocità si può costruire un clima culturale nuovo, adatto a riconoscere, isolare e rimuovere le violenze.

Il secondo strumento sono le leggi, che attraverso azioni concrete, come le sanzioni dei comportamenti violenti e il sostegno ai centri di supporto per le donne, combattono il fenomeno nel suo manifestarsi. Queste leggi, la n. 66 del 15 febbraio 1996 "Norme contro la violenza sessuale", la 154/2001 "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari", la legge regionale 16/08/2000, n. 17 "Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà", devono essere conosciute, utilizzate e sostenute; tra l'altro (art. 10, comma 2) la Regione è impegnata ad assicurare annualmente la rilevazione sistematica del fenomeno, i cui dati devono essere resi pubblici, in modo da farne emergere aspetti gravissimi ma poco noti (ad esempio la gran parte delle violenze avviene all'interno della famiglia).

Nella Finanziaria in discussione, il Governo Prodi ha predisposto misure importanti di contrasto, sia con sostegni finanziari che attraverso l'istituzione di un osservatorio nazionale (tre milioni di euro annui per il triennio).

Il terzo strumento da coinvolgere sono i media; le loro scelte comunicative possono generare occasioni di riflessione e ripensamento dell'intero fenomeno o circoscrivere gli episodi nell'ambito della cronaca, in un'inconsapevole sottovalutazione del problema.

La Commissione regionale affronterà queste tematiche in un incontro pubblico, lunedì prossimo, 27 novembre, con inizio alle 15.30, presso la sala Tessitori del Consiglio regionale in piazza Oberdan 5 a Trieste, riflettendo con l'Associazione Italo-somala Sagal su una forma particolare di violenza, le mutilazioni genitali femminili.