Pari opportunità: giornata contro la violenza alle donne
(ACON) Trieste, 24 nov - COM/AB - In occasione della giornata
internazionale contro la violenza alle donne (25 novembre), la
Commissione regionale pari opportunità invita a riflettere sulla
centralità dei diritti umani, tra i quali rientrano l'integrità e
l'inviolabilità del corpo delle donne.
Il codice penale italiano dedica molti articoli a reati contro la
persona, (il 581 sulle percosse, il 582 sulle lesioni personali,
il 594 sulle ingiurie, il 612 sulle minacce, il 610 sulla
violenza privata) ma non sottolinea abbastanza la
caratterizzazione di genere, tranne che per l'art. 609 bis contro
la violenza sessuale. Esiste infatti una violenza di genere, che
si manifesta in forme fisiche, sessuali, economiche,
psicologiche. Essa ha origine nella società patriarcale e nasce
dal misconoscimento delle pari opportunità e dei pari diritti
delle donne. Questa violenza sulle donne non è un'emergenza, è
una problema sociale la cui soluzione deve diventare
responsabilità di tutti, in uno sforzo collettivo di reazione e
di contrasto.
Un primo strumento è l'azione a livello culturale, che coinvolga
le agenzie formative, la famiglia e la scuola innanzitutto, le
associazioni, le organizzazioni. Devono consolidarsi principi
come la dignità della persona, il rispetto dell'altro, la libertà
individuale: solo attraverso una sedimentazione profonda di
questi valori e l'attivazione dei conseguenti comportamenti di
condivisione e reciprocità si può costruire un clima culturale
nuovo, adatto a riconoscere, isolare e rimuovere le violenze.
Il secondo strumento sono le leggi, che attraverso azioni
concrete, come le sanzioni dei comportamenti violenti e il
sostegno ai centri di supporto per le donne, combattono il
fenomeno nel suo manifestarsi. Queste leggi, la n. 66 del 15
febbraio 1996 "Norme contro la violenza sessuale", la 154/2001
"Misure contro la violenza nelle relazioni familiari", la legge
regionale 16/08/2000, n. 17 "Realizzazione di progetti
antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà",
devono essere conosciute, utilizzate e sostenute; tra l'altro
(art. 10, comma 2) la Regione è impegnata ad assicurare
annualmente la rilevazione sistematica del fenomeno, i cui dati
devono essere resi pubblici, in modo da farne emergere aspetti
gravissimi ma poco noti (ad esempio la gran parte delle violenze
avviene all'interno della famiglia).
Nella Finanziaria in discussione, il Governo Prodi ha predisposto
misure importanti di contrasto, sia con sostegni finanziari che
attraverso l'istituzione di un osservatorio nazionale (tre
milioni di euro annui per il triennio).
Il terzo strumento da coinvolgere sono i media; le loro scelte
comunicative possono generare occasioni di riflessione e
ripensamento dell'intero fenomeno o circoscrivere gli episodi
nell'ambito della cronaca, in un'inconsapevole sottovalutazione
del problema.
La Commissione regionale affronterà queste tematiche in un
incontro pubblico, lunedì prossimo, 27 novembre, con inizio alle
15.30, presso la sala Tessitori del Consiglio regionale in piazza
Oberdan 5 a Trieste, riflettendo con l'Associazione Italo-somala
Sagal su una forma particolare di violenza, le mutilazioni
genitali femminili.