IV Comm: ddl 212 riforma urbanistica, discussione generale
(ACON) Trieste, 16 gen - RC - Terminata la lunga serie di
audizioni di approfondimento, la IV Commissione consiliare, dopo
che le opposizioni avevano inutilmente chiesto ancora tempo per
riflettere sui contenuti, è entrata nel merito dei 52 articoli
che compongono il disegno di legge n. 212 sulla riforma
dell'urbanistica e sulla disciplina dell'edilizia e del
paesaggio, illustrato dall'assessore Lodovico Sonego mercoledì
scorso, 10 gennaio.
Il presidente Uberto Fortuna Drossi (Citt) ha dato la parola per
primo ad Adriano Ritossa (AN), il quale si è espresso in termini
di mancata simultaneità con il Piano urbanistico e territoriale
regionale da fornire agli Enti locali perché ne seguano le
direttrici. Inoltre, troppa materia è demandata ai regolamenti,
vanno meglio definite la pianificazione sovra-comunale e la
sussidiarietà, bisogna fare attenzione quando si intrecciano
leggi regionali con leggi nazionali.
Il capogruppo dell'UDC, Roberto Molinaro, ha sostenuto che il
cambiamento è necessario, ma il come lo si vuole attuare non è
accettabile; si viola il principio di sussidiarietà; si rinuncia
all'autonomia regionale in materia urbanistica; si parla tanto di
Euroregione, ma questo ddl non ne tiene conto; la pianificazione
sovra-comunale siffatta toglie sovranità al Comune singolo e le
dà alle ASTER; nell'insieme è una legge conservatrice.
Maurizio Paselli (Citt) ha difeso lo spirito di innovazione del
disegno di legge, la pianificazione urbana che avvicina al
territorio e le semplificazioni contenute nel Piano operativo
comunale (POC). Con questo provvedimento, si va a concludere un
percorso complicato e articolato di riforme. Per il comparto
edilizia, ritiene necessario pensare ad un regolamento
particolareggiato, che dia certezze agli operatori.
Sì riformare la materia, ma attenzione a gettare via tutto - per
Daniele Galasso (FI). Diverse le cose che appaiono buone, ma poi
si scopre che sono capziose: la Regione pare cedere molto, in
realtà liquida le Province e salva solo i quattro capoluoghi; per
il Piano strutturale comunale (PSC) c'è bisogno dell'intesa tra
Comuni, da cui dipendono anche le strategie successive; nel testo
è scritto "Comune", ma si deve leggere "ASTER", le quali, tra
l'altro, non prevedono le Comunità montane.
Kristian Franzil (PRC) ha ricordato le procedure di Agenda 21 e
la Valutazione ambientale strategica (VAS) introdotte nel
disegno, che si presenta come altamente innovativo sia quanto al
preesistente sia quanto alle leggi delle altre Regioni; forse
l'eccesso di sintesi rende necessarie delle spiegazioni che
eliminino dubbi di interpretazione, ciò in particolare per i
contenuti prescrittivi del Piano territoriale regionale (PTR). La
rivalutazione e il consumo del suolo andrebbero inseriti in modo
più chiaro.
Fulvio Follegot (LN) ha detto che si accentra ancor più la
materia nelle mani della Regione con la sua partecipazione alle
intese sovra-comunali e con il ruolo dato alle ASTER; i poteri di
azione e di sviluppo dei Comuni sono sminuiti; è una legge di
meri principi, che porta necessariamente a numerosi regolamenti;
recepire in toto il decreto 380 del 2001 fa venir meno la
specialità regionale; bisogna fare passaggi graduali affinché i
Piani già esistenti non si trovino in contrasto con quelli
futuri.
Paolo Pupulin (DS) ritiene il testo un cantiere ancora aperto,
con aspetti mai sperimentati (si veda Agenda 21), esempio di
adeguamento alle riforme istituzionali decise. Si parte da una
grande frammentazione territoriale e con questa operazione si
sancisce la fine del ruolo dei piccoli Comuni, che possono
funzionare solo se si mettono insieme ad altri: questa è una
scelta doverosa. Le Province non possono rivendicare un ruolo
proprio nel settore dove hanno dimostrato di aver fallito.
Per Giancarlo Tonutti (Margh), si deve stabilire qual è la misura
entro la quale il Comune può agire per il proprio sviluppo e
oltre la quale è necessario operi in unione; si deve mantenere un
livello alto di servizi, livello che il piccolo Comune non può
offrire perché gli costa troppo. Nel ddl ci sono modelli nuovi di
pianificazione, e non solo strumenti nuovi. Anche per lui, le
Province hanno già dimostrato di essere inadeguate.
Discussione generale terminata, i lavori riprenderanno domani
mattina, alle 10.00, con l'esame dei singoli articoli e dei
relativi emendamenti.
(immagini alle tv)