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IV Comm: ddl 212 riforma urbanistica, discussione generale

16.01.2007
18:02
(ACON) Trieste, 16 gen - RC - Terminata la lunga serie di audizioni di approfondimento, la IV Commissione consiliare, dopo che le opposizioni avevano inutilmente chiesto ancora tempo per riflettere sui contenuti, è entrata nel merito dei 52 articoli che compongono il disegno di legge n. 212 sulla riforma dell'urbanistica e sulla disciplina dell'edilizia e del paesaggio, illustrato dall'assessore Lodovico Sonego mercoledì scorso, 10 gennaio.

Il presidente Uberto Fortuna Drossi (Citt) ha dato la parola per primo ad Adriano Ritossa (AN), il quale si è espresso in termini di mancata simultaneità con il Piano urbanistico e territoriale regionale da fornire agli Enti locali perché ne seguano le direttrici. Inoltre, troppa materia è demandata ai regolamenti, vanno meglio definite la pianificazione sovra-comunale e la sussidiarietà, bisogna fare attenzione quando si intrecciano leggi regionali con leggi nazionali.

Il capogruppo dell'UDC, Roberto Molinaro, ha sostenuto che il cambiamento è necessario, ma il come lo si vuole attuare non è accettabile; si viola il principio di sussidiarietà; si rinuncia all'autonomia regionale in materia urbanistica; si parla tanto di Euroregione, ma questo ddl non ne tiene conto; la pianificazione sovra-comunale siffatta toglie sovranità al Comune singolo e le dà alle ASTER; nell'insieme è una legge conservatrice.

Maurizio Paselli (Citt) ha difeso lo spirito di innovazione del disegno di legge, la pianificazione urbana che avvicina al territorio e le semplificazioni contenute nel Piano operativo comunale (POC). Con questo provvedimento, si va a concludere un percorso complicato e articolato di riforme. Per il comparto edilizia, ritiene necessario pensare ad un regolamento particolareggiato, che dia certezze agli operatori.

Sì riformare la materia, ma attenzione a gettare via tutto - per Daniele Galasso (FI). Diverse le cose che appaiono buone, ma poi si scopre che sono capziose: la Regione pare cedere molto, in realtà liquida le Province e salva solo i quattro capoluoghi; per il Piano strutturale comunale (PSC) c'è bisogno dell'intesa tra Comuni, da cui dipendono anche le strategie successive; nel testo è scritto "Comune", ma si deve leggere "ASTER", le quali, tra l'altro, non prevedono le Comunità montane.

Kristian Franzil (PRC) ha ricordato le procedure di Agenda 21 e la Valutazione ambientale strategica (VAS) introdotte nel disegno, che si presenta come altamente innovativo sia quanto al preesistente sia quanto alle leggi delle altre Regioni; forse l'eccesso di sintesi rende necessarie delle spiegazioni che eliminino dubbi di interpretazione, ciò in particolare per i contenuti prescrittivi del Piano territoriale regionale (PTR). La rivalutazione e il consumo del suolo andrebbero inseriti in modo più chiaro.

Fulvio Follegot (LN) ha detto che si accentra ancor più la materia nelle mani della Regione con la sua partecipazione alle intese sovra-comunali e con il ruolo dato alle ASTER; i poteri di azione e di sviluppo dei Comuni sono sminuiti; è una legge di meri principi, che porta necessariamente a numerosi regolamenti; recepire in toto il decreto 380 del 2001 fa venir meno la specialità regionale; bisogna fare passaggi graduali affinché i Piani già esistenti non si trovino in contrasto con quelli futuri.

Paolo Pupulin (DS) ritiene il testo un cantiere ancora aperto, con aspetti mai sperimentati (si veda Agenda 21), esempio di adeguamento alle riforme istituzionali decise. Si parte da una grande frammentazione territoriale e con questa operazione si sancisce la fine del ruolo dei piccoli Comuni, che possono funzionare solo se si mettono insieme ad altri: questa è una scelta doverosa. Le Province non possono rivendicare un ruolo proprio nel settore dove hanno dimostrato di aver fallito.

Per Giancarlo Tonutti (Margh), si deve stabilire qual è la misura entro la quale il Comune può agire per il proprio sviluppo e oltre la quale è necessario operi in unione; si deve mantenere un livello alto di servizi, livello che il piccolo Comune non può offrire perché gli costa troppo. Nel ddl ci sono modelli nuovi di pianificazione, e non solo strumenti nuovi. Anche per lui, le Province hanno già dimostrato di essere inadeguate.

Discussione generale terminata, i lavori riprenderanno domani mattina, alle 10.00, con l'esame dei singoli articoli e dei relativi emendamenti.

(immagini alle tv)