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Memoria: Tesini in Risiera a mostra dedicata a bambini ebrei

24.01.2007
13:37
(ACON) Trieste, 24 gen - MPB - "Affinché resti imperituro monito per le generazioni a venire e perché il futuro possa parlare ai bambini" è il messaggio che il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini ha affidato al libro dei commenti, dopo aver visitato, a Trieste, la mostra "Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti - I 20 bambini di Bullenhuser Damm, una carezza per la memoria" allestita alla Risiera di San Sabba nell'ambito delle manifestazioni del Giorno della Memoria, e che resterà visitabile fino al 30 gennaio.

Il presidente del Consiglio si è detto grato per l'iniziativa che dà il giusto rilievo a questa Giornata e che - ha sottolineato - aiuta a riflettere e a non dimenticare, anche perché i bambini sono ancora, terribilmente, vittime in tante parti del mondo.

Ad accogliere Tesini all'interno della Risiera una delegazione dell'Associazione Italia - Israele di Trieste, che ha promosso l'esposizione in questa sede.

La presidente Luisa Fazzini, assieme ai componenti il direttivo Enrico Pradoschia, Alessandra Cepar e la storica Silva Bon, ha illustrato i contenuti della delicata e durissima mostra che ricostruisce la vicenda dei 20 bambini di Bullenhuser Damm, una delle più terribili manifestazioni dell'insensatezza della politica nazista di genocidio nei confronti del popolo ebraico, e dentro questa tragedia evidenzia la storia del piccolo Sergio De Simone, napoletano, che passò per la Risiera di San Sabba.

Arrestato a Fiume, città di origine della mamma dove la famiglia si era rifugiata, Sergio fu portato in Risiera e il 29 marzo 1944 fu fatto salire sul convoglio destinato a trasportarlo fino ad Auschwitz dove sarebbe diventato il numero 76482. Aveva sette anni e il suo volto sereno di bambino, ritratto in una foto anteriore a quei terribili giorni, fa da copertina alla mostra che documenta la vicenda di dieci bambini e dieci bambine ebrei di età tra i 4 e i 12 anni, presi in ogni angolo d'Europa, deportati ad Auschwitz - Birkenau e torturati, al pari di animali da laboratorio, in esperimenti medici coordinati dal famigerato "angelo della morte" Joseph Mengele. Nel novembre del 1944, vennero trasportati nel campo di concentramento di Neuengamme, vicino ad Amburgo, per venire ancora tormentati come cavie umane in esperimenti sulla tubercolosi. Quando l'esercito inglese era orami alle porte, il 20 aprile 1945, vennero infine impiccati nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm, e con loro altri prigionieri, infermieri e medici, obbligati a operare su queste creature.

La scuola esiste ancora, anche se ha cambiato nome, e nell'adiacente giardino di rose bianche una lapide ricorda la tragedia. E la rosa bianca è l'annotazione grafica che accompagna l'intera esposizione dove, accanto a pensieri e brani tratti da lettere e scritti, compaiono le storie individuali di ciascuno anche se non per tutti è stato possibile trovare una foto, offrire un volto.

Una carezza alla memoria, è il dolce sottotitolo al titolo che ripropone l'ingannevole invito con cui i bambini venivano presi, e anche in questo la mostra suscita un orrore in cui - è il commento di Luisa Fazzini a cui ha fatto eco il presidente Tesini - dobbiamo guardarci dentro per capire fino in fondo l'inaccettabilità di queste cose.

(foto in e-mail; immagini alle tv)