Memoria: Tesini in Risiera a mostra dedicata a bambini ebrei
(ACON) Trieste, 24 gen - MPB - "Affinché resti imperituro
monito per le generazioni a venire e perché il futuro possa
parlare ai bambini" è il messaggio che il presidente del
Consiglio regionale Alessandro Tesini ha affidato al libro dei
commenti, dopo aver visitato, a Trieste, la mostra "Chi vuole
vedere la mamma faccia un passo avanti - I 20 bambini di
Bullenhuser Damm, una carezza per la memoria" allestita alla
Risiera di San Sabba nell'ambito delle manifestazioni del Giorno
della Memoria, e che resterà visitabile fino al 30 gennaio.
Il presidente del Consiglio si è detto grato per l'iniziativa che
dà il giusto rilievo a questa Giornata e che - ha sottolineato -
aiuta a riflettere e a non dimenticare, anche perché i bambini
sono ancora, terribilmente, vittime in tante parti del mondo.
Ad accogliere Tesini all'interno della Risiera una delegazione
dell'Associazione Italia - Israele di Trieste, che ha promosso
l'esposizione in questa sede.
La presidente Luisa Fazzini, assieme ai componenti il direttivo
Enrico Pradoschia, Alessandra Cepar e la storica Silva Bon, ha
illustrato i contenuti della delicata e durissima mostra che
ricostruisce la vicenda dei 20 bambini di Bullenhuser Damm, una
delle più terribili manifestazioni dell'insensatezza della
politica nazista di genocidio nei confronti del popolo ebraico, e
dentro questa tragedia evidenzia la storia del piccolo Sergio De
Simone, napoletano, che passò per la Risiera di San Sabba.
Arrestato a Fiume, città di origine della mamma dove la famiglia
si era rifugiata, Sergio fu portato in Risiera e il 29 marzo 1944
fu fatto salire sul convoglio destinato a trasportarlo fino ad
Auschwitz dove sarebbe diventato il numero 76482. Aveva sette
anni e il suo volto sereno di bambino, ritratto in una foto
anteriore a quei terribili giorni, fa da copertina alla mostra
che documenta la vicenda di dieci bambini e dieci bambine ebrei
di età tra i 4 e i 12 anni, presi in ogni angolo d'Europa,
deportati ad Auschwitz - Birkenau e torturati, al pari di animali
da laboratorio, in esperimenti medici coordinati dal famigerato
"angelo della morte" Joseph Mengele. Nel novembre del 1944,
vennero trasportati nel campo di concentramento di Neuengamme,
vicino ad Amburgo, per venire ancora tormentati come cavie umane
in esperimenti sulla tubercolosi. Quando l'esercito inglese era
orami alle porte, il 20 aprile 1945, vennero infine impiccati
nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm, e con loro altri
prigionieri, infermieri e medici, obbligati a operare su queste
creature.
La scuola esiste ancora, anche se ha cambiato nome, e
nell'adiacente giardino di rose bianche una lapide ricorda la
tragedia. E la rosa bianca è l'annotazione grafica che accompagna
l'intera esposizione dove, accanto a pensieri e brani tratti da
lettere e scritti, compaiono le storie individuali di ciascuno
anche se non per tutti è stato possibile trovare una foto,
offrire un volto.
Una carezza alla memoria, è il dolce sottotitolo al titolo che
ripropone l'ingannevole invito con cui i bambini venivano presi,
e anche in questo la mostra suscita un orrore in cui - è il
commento di Luisa Fazzini a cui ha fatto eco il presidente Tesini
- dobbiamo guardarci dentro per capire fino in fondo
l'inaccettabilità di queste cose.
(foto in e-mail; immagini alle tv)