Anno europeo Pari opportunità: intervento Brovedani (3)
(ACON) Trieste, 13 feb - MPB - L'incontro di oggi, realizzato
grazie all'impegno congiunto di tre organismi regionali di parità
(assessorato e commissione e consigliera di parità) che in Friuli
Venezia Giulia lavorano insieme per la promozione di buone
pratiche relative alle pari opportunità tra uomo e donna, è la
conferma di una strategia condivisa che ha portato le donne delle
istituzioni, dell'associazionismo e della società civile, ad una
grande iniziativa unitaria, capace di testimoniare al Paese la
forza delle donne di questa regione, la loro competenza, la loro
autorevolezza.
Sottolineandolo, la presidente della Commissione regionale Pari
Opportunità, Renata Brovedani, che ha portato il suo saluto anche
in friulano e sloveno, ha parlato dell'impegno e del programma di
lavoro di questo organismo definendolo un sensore istituzionale
per il suo essere in relazione con altri organi consultivi
decentrati oltre che profondamente radicato nel territorio, a
contatto con i percorsi e le aggregazioni delle forze femminili
attive della società.
All'espressione pari opportunità aggiungiamo sempre "di genere",
nella consapevolezza che è il soggetto maschile che fa da
standard di misura al diritto moderno - ha detto delineando i
compiti della Commissione e ha parlato dei due progetti di legge
di cui la Commissione si sta occupando, ovvero la legge
riguardante le politiche per i giovani e la legge elettorale
regionale.
Uno strumento importante della democrazia partecipata,
quest'ultimo, perché trasforma i voti in seggi e a seconda di
come è congegnata può favorire o meno la presenza di più donne
nell'Assemblea legislativa - ha detto ancora sintetizzando i
contenuti della proposta elaborata in merito dalla Commissione e
discussa con le associazioni di donne di tutta la regione.
Fra le iniziative tematiche, i progetti sulle pari opportunità di
genere realizzati dagli istituti scolastici e il convegno che, in
collaborazione con varie esperte italiane, spagnole, francesi,
verterà sulla laicità delle donne, tra consuetudini domestiche e
diritti civili: una riflessione sull'interesse che le donne hanno
nel difendere la laicità dello Stato - ha sottolineanto - poiché
vi sono anche ragioni attinenti al genere che inducono a
prediligerla.
L'impegno più ambizioso è però la creazione di reti: rete delle
donne elette, elenco delle associazioni femminili della regione,
creazione di una rete con le Commissioni pari opportunità locali,
per facilitare la reciproca informazione e lo scambio di
iniziative e progetti, con l'obiettivo di stimolare la crescita
della cultura di genere nelle Amministrazioni locali.
Fra i compiti istituzionali le ricerche su aspetti della
condizione femminile: due in programma, una riguardante le madri
sole, fenomeno sottostimato nelle statistiche e poco indagato, e
una sulla violenza sulle donne: violenza di genere, che si
manifesta in forme fisiche, sessuali, economiche, psicologiche -
ha sottolineato la Brovedani - e che è un problema sociale,
diffuso e persistente, la cui soluzione deve diventare
responsabilità di tutti. L'indagine riguarderà un segmento
specifico del problema e cioè la "percezione della violenza tra
giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni".
Concludendo, la Brovedani ha posto al ministro Pollastrini
richieste di chiarimento circa il cosiddetto "Codice" di pari
opportunità, varato alla fine della precedente legislatura, la
cui adeguatezza e completezza sono già state oggetto di
perplessità e critiche a livello nazionale e la Commissione
nazionale, la cui autonomia e pluralismo interno sono stati
fortemente intaccati, con ricadute negative proprio per quel
lavoro di rete che doveva qualificare il rapporto con tutte le
commissioni territoriali.
(segue)