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Tesini a commemorazione combattenti Intendenza Montes e GAP Friuli

04.03.2007
14:58
(ACON) Saciletto di Ruda, 04 mar - MPB - "I valori della lotta di liberazione e della resistenza con sono delegabili e ognuno deve sentirsi responsabile del presidio delle istituzioni democratiche. Per non disperdere quel patrimonio, e anzi rendervi omaggio in modo intelligente, occorre guardare al prezioso lascito che ci è stato consegnato, la Costituzione, anche nel pensare di adeguarne la parte relativa l'organizzazione delle istituzioni. Con equilibrio e con il coinvolgimento di tutti, in modo trasparente e responsabile, evitando sia la tentazione di considerare quel testo in maniera dogmatica, sia il massimalismo di chi è disposto a qualsiasi adeguamento senza la necessaria riflessione e conoscenza".

Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, alla commemorazione - a Saciletto di Ruda - dei combattenti Mario Malner da Monfalcone, Gentile Valeri di Terzo di Aquileia, Ferruccio Cidin, Velentino Franzot e Ugo Zorzenon da Fogliano, di Arrigo Dozzo da Monfalcone, di Bruno Montina da Cervignsno e Secondo Bertossi da Pocenia dell'Intendenza Montes e della GAP Friuli fucilati dai fascisti nel febbraio del 1945, a due mesi dalla liberazione, ha così legato l'impegno di allora, in quella originale esperienza delle Intendenze da cui prese corpo l'idea di una organizzazione collettiva, a quello di oggi che tocca, ancora, seppure in modo diverso, ciascuno di noi.

Tesini ha salutato la "civilissima comunità della Bassa friulana che da oltre sessant'anni si ritrova, con i suoi amministratori -(c'erano insieme al sindaco di Ruda Palmina Mian, numerossimmi sindaci dei comuni limitrofi, mentre la Regione era rappresentata anche dall'assessore Roberto Antonaz e dai consiglieri Mauro Travanut, Annamaria Menosso e kristian Franzil) - a rendere omaggio a queste vittime, espressione di una guerra di liberazione qui iniziata prima che altrove, con tratti originalissimi, e terminata dopo, lasciando speranze, contraddizioni e problemi aperti che hanno richiesto molti anni per poter essere consegnati al rispetto delle generazioni e al ricordo delle popolazioni civili".

"Sul confine orientale il secondo conflitto mondiale ha avuto il suo epicentro, anche però per la capacità di risposta della gente e poi per la riflessione su come costruire una nuova democrazia per l'Italia e per l'Europa - ha ricordato Tesini, prendendo le distanze da termini come riconciliazione, che ha definito ambigui, perché - ha sottolineato - nessuno può riconciliare ciò che appartiene all'esperienza di altri".

"Quando il Parlamento nel 2004, accogliendo sollecitazioni ormai da tempo maturate soprattutto in queste terre che diedero vita a una resistenza plurale con forti sentimenti di unità ma anche con acute divisioni, approvò all'unanimità la legge istitutiva della Giornata del Ricordo, non fece un'operazione di parte, né di risarcimento strumentale - ha detto ancora il presidente del Consiglio: finalmente, dopo anni di ipocrisie e di rimozioni, volle riconoscere la complessità del confine orientale per quello che effettivamente esso è stato".

"A distanza di tanti anni - ha concluso Tesini - la storia ha scritto quasi tutto quello che c'era da scrivere, compreso il fatto che se c'era l'unanime convinzione sulla priorità di sconfiggere la dittatura nazifascista, sicuramente diverse erano le opinioni su quello che si sarebbe dovuto fare dopo. Ora dobbiamo guardare ai fatti e non fare strumentalizzazioni e chi fa politica non deve piegarsi alle convenienze di parte e riconoscere che l'Europa era già allora il nostro orizzonte" - è stato l'invito finale del presidente, anche in considerazione dell'interesse vivo per quella stagione, confermato dal successo ottenuto dalla mostra sulla rinascita del Parlamento, imperniata proprio sul periodo cruciale tra il 1945 e 1947.