Tesini a commemorazione combattenti Intendenza Montes e GAP Friuli
(ACON) Saciletto di Ruda, 04 mar - MPB - "I valori della lotta
di liberazione e della resistenza con sono delegabili e ognuno
deve sentirsi responsabile del presidio delle istituzioni
democratiche. Per non disperdere quel patrimonio, e anzi rendervi
omaggio in modo intelligente, occorre guardare al prezioso
lascito che ci è stato consegnato, la Costituzione, anche nel
pensare di adeguarne la parte relativa l'organizzazione delle
istituzioni. Con equilibrio e con il coinvolgimento di tutti, in
modo trasparente e responsabile, evitando sia la tentazione di
considerare quel testo in maniera dogmatica, sia il massimalismo
di chi è disposto a qualsiasi adeguamento senza la necessaria
riflessione e conoscenza".
Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, alla
commemorazione - a Saciletto di Ruda - dei combattenti Mario
Malner da Monfalcone, Gentile Valeri di Terzo di Aquileia,
Ferruccio Cidin, Velentino Franzot e Ugo Zorzenon da Fogliano, di
Arrigo Dozzo da Monfalcone, di Bruno Montina da Cervignsno e
Secondo Bertossi da Pocenia dell'Intendenza Montes e della GAP
Friuli fucilati dai fascisti nel febbraio del 1945, a due mesi
dalla liberazione, ha così legato l'impegno di allora, in quella
originale esperienza delle Intendenze da cui prese corpo l'idea
di una organizzazione collettiva, a quello di oggi che tocca,
ancora, seppure in modo diverso, ciascuno di noi.
Tesini ha salutato la "civilissima comunità della Bassa friulana
che da oltre sessant'anni si ritrova, con i suoi amministratori
-(c'erano insieme al sindaco di Ruda Palmina Mian, numerossimmi
sindaci dei comuni limitrofi, mentre la Regione era rappresentata
anche dall'assessore Roberto Antonaz e dai consiglieri Mauro
Travanut, Annamaria Menosso e kristian Franzil) - a rendere
omaggio a queste vittime, espressione di una guerra di
liberazione qui iniziata prima che altrove, con tratti
originalissimi, e terminata dopo, lasciando speranze,
contraddizioni e problemi aperti che hanno richiesto molti anni
per poter essere consegnati al rispetto delle generazioni e al
ricordo delle popolazioni civili".
"Sul confine orientale il secondo conflitto mondiale ha avuto il
suo epicentro, anche però per la capacità di risposta della gente
e poi per la riflessione su come costruire una nuova democrazia
per l'Italia e per l'Europa - ha ricordato Tesini, prendendo le
distanze da termini come riconciliazione, che ha definito
ambigui, perché - ha sottolineato - nessuno può riconciliare ciò
che appartiene all'esperienza di altri".
"Quando il Parlamento nel 2004, accogliendo sollecitazioni ormai
da tempo maturate soprattutto in queste terre che diedero vita a
una resistenza plurale con forti sentimenti di unità ma anche con
acute divisioni, approvò all'unanimità la legge istitutiva della
Giornata del Ricordo, non fece un'operazione di parte, né di
risarcimento strumentale - ha detto ancora il presidente del
Consiglio: finalmente, dopo anni di ipocrisie e di rimozioni,
volle riconoscere la complessità del confine orientale per quello
che effettivamente esso è stato".
"A distanza di tanti anni - ha concluso Tesini - la storia ha
scritto quasi tutto quello che c'era da scrivere, compreso il
fatto che se c'era l'unanime convinzione sulla priorità di
sconfiggere la dittatura nazifascista, sicuramente diverse erano
le opinioni su quello che si sarebbe dovuto fare dopo. Ora
dobbiamo guardare ai fatti e non fare strumentalizzazioni e chi
fa politica non deve piegarsi alle convenienze di parte e
riconoscere che l'Europa era già allora il nostro orizzonte" - è
stato l'invito finale del presidente, anche in considerazione
dell'interesse vivo per quella stagione, confermato dal successo
ottenuto dalla mostra sulla rinascita del Parlamento, imperniata
proprio sul periodo cruciale tra il 1945 e 1947.