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IpR: Battellino, referendum legge elettorale regionale (2)

20.03.2007
15:18
(ACON) Trieste, 20 mar - COM/AB - Così prosegue la lettera ai sindaci del Comitato promotore del referendum confermativo della legge su forma di governo e sistema elettorale:

"Umano, penserà qualcuno, ma politicamente privo di ogni etica, aggiungo io. Non è comunque solo l'articolo 3 o 33 che esclude i potenziali candidati. In tal senso va anche l'articolo 23, che impone un nuovo concetto di quota rosa, tendenti non a favorire l'elezione delle donne bensì a promuoverle in qualità di portatrici di voti. Non seggi, ma solo quote in lista, con una presenza obbligatoria di uomini e donne in rapporti che non possono superare il 60%, pena l'esclusione. Così, con questo articolo si esclude la possibilità ai cittadini di organizzarsi come meglio credono, e si impedisce alle donne di presentarsi con proprie candidate. Anche in questo caso se la sono cercata?

Ricordo che la lista rosa alle scorse provinciali ha superato l'1,6 %, collocandosi al terzo posto in provincia di Udine, e pare che oggi venga stimata al 4 %. L'articolo 23 giunge quindi a fagiolo e invocando le pari opportunità (dopo 40 anni e più di liste azzurre) oggi che le donne sono in grado di organizzarsi autonomamente, impone pure a loro, che sono il genere sottorappresentato, liste miste. Così le liste saranno senza sindaci e con più donne, che però l'elezione se la dovranno giocare con i notabili della politica. Va da sé che questi ultimi avranno vita oltremodo facile. E il ricambio della classe politica sarà rinviato sine die.

Che poi si sia stabilito per il consigliere regionale l'ineleggibilità dopo 3 mandati consecutivi (15 anni) è ininfluente, perché la norma permette ai consiglieri attualmente in carica almeno altri 10 anni di mandato. Inoltre, nulla e nessuno vieta loro di candidarsi a sindaco o a presidente di Provincia. Lo potranno fare, come del resto hanno sempre fatto (i presidenti di Trieste e Gorizia ne sono un eclatante esempio) senza doversi dimettere dalla carica di consigliere regionale, come invece si pretende dai primi cittadini. Due metri e due misure quindi, e chi le leggi le scrive, cade sempre più spesso nella tentazione di farle a sua misura.

Ora non resta che la via del referendum che cancelli questa legge che impedisce ai cittadini di scegliersi i propri candidati.

Noi, come gruppo donne, ci siamo già attivate e abbiamo costituito un Comitato promotore della proposta di referendum confermativo (ai sensi della legge regionale 27 novembre 2001, n. 29) della legge regionale che determina la forma di governo della Regione il sistema elettorale regionale, approvata lo scorso 1 marzo. La nostra mobilitazione è all'insegna della democrazia affinché si stabilisca, una volte per tutte, che l'elettore deve essere libero di scegliersi il proprio candidato e di decidere chi deve essere il suo rappresentante, uomo o donna, semplice cittadino o sindaco.

Confidiamo che anche lei come sindaco appoggi questo referendum e dia il necessario sostegno a che la raccolta delle firme raggiunga l'obiettivo. Il nostro Comitato è comunque fin d'ora disponibile a confluire in un Comitato più ampio, che comprendesse anche i primi cittadini e i presidenti di Provincia, al quale eventualmente consegneremo le firme già raccolte".

(fine)