IpR: Battellino, referendum legge elettorale regionale (2)
(ACON) Trieste, 20 mar - COM/AB - Così prosegue la lettera ai
sindaci del Comitato promotore del referendum confermativo della
legge su forma di governo e sistema elettorale:
"Umano, penserà qualcuno, ma politicamente privo di ogni etica,
aggiungo io. Non è comunque solo l'articolo 3 o 33 che esclude i
potenziali candidati. In tal senso va anche l'articolo 23, che
impone un nuovo concetto di quota rosa, tendenti non a favorire
l'elezione delle donne bensì a promuoverle in qualità di
portatrici di voti. Non seggi, ma solo quote in lista, con una
presenza obbligatoria di uomini e donne in rapporti che non
possono superare il 60%, pena l'esclusione. Così, con questo
articolo si esclude la possibilità ai cittadini di organizzarsi
come meglio credono, e si impedisce alle donne di presentarsi con
proprie candidate. Anche in questo caso se la sono cercata?
Ricordo che la lista rosa alle scorse provinciali ha superato
l'1,6 %, collocandosi al terzo posto in provincia di Udine, e
pare che oggi venga stimata al 4 %. L'articolo 23 giunge quindi a
fagiolo e invocando le pari opportunità (dopo 40 anni e più di
liste azzurre) oggi che le donne sono in grado di organizzarsi
autonomamente, impone pure a loro, che sono il genere
sottorappresentato, liste miste. Così le liste saranno senza
sindaci e con più donne, che però l'elezione se la dovranno
giocare con i notabili della politica. Va da sé che questi ultimi
avranno vita oltremodo facile. E il ricambio della classe
politica sarà rinviato sine die.
Che poi si sia stabilito per il consigliere regionale
l'ineleggibilità dopo 3 mandati consecutivi (15 anni) è
ininfluente, perché la norma permette ai consiglieri attualmente
in carica almeno altri 10 anni di mandato. Inoltre, nulla e
nessuno vieta loro di candidarsi a sindaco o a presidente di
Provincia. Lo potranno fare, come del resto hanno sempre fatto (i
presidenti di Trieste e Gorizia ne sono un eclatante esempio)
senza doversi dimettere dalla carica di consigliere regionale,
come invece si pretende dai primi cittadini. Due metri e due
misure quindi, e chi le leggi le scrive, cade sempre più spesso
nella tentazione di farle a sua misura.
Ora non resta che la via del referendum che cancelli questa legge
che impedisce ai cittadini di scegliersi i propri candidati.
Noi, come gruppo donne, ci siamo già attivate e abbiamo
costituito un Comitato promotore della proposta di referendum
confermativo (ai sensi della legge regionale 27 novembre 2001, n.
29) della legge regionale che determina la forma di governo della
Regione il sistema elettorale regionale, approvata lo scorso 1
marzo. La nostra mobilitazione è all'insegna della democrazia
affinché si stabilisca, una volte per tutte, che l'elettore deve
essere libero di scegliersi il proprio candidato e di decidere
chi deve essere il suo rappresentante, uomo o donna, semplice
cittadino o sindaco.
Confidiamo che anche lei come sindaco appoggi questo referendum e
dia il necessario sostegno a che la raccolta delle firme
raggiunga l'obiettivo. Il nostro Comitato è comunque fin d'ora
disponibile a confluire in un Comitato più ampio, che
comprendesse anche i primi cittadini e i presidenti di Provincia,
al quale eventualmente consegneremo le firme già raccolte".
(fine)