IpR: Battellino, referendum legge elettorale regionale (1)
(ACON) Trieste, 20 mar - COM/AB - La consigliera regionale
Alessandra Battellino (IpR) ha avviato in Consiglio regionale la
procedura per la raccolta delle firme (22.000 entro il 14 giugno
prossimo) necessarie per l'indizione del referendum confermativo
della legge regionale su forma di governo e sistema elettorale,
approvata lo scorso primo marzo, e ha illustrato l'iniziativa in
una conferenza stampa assieme al neo costituito Comitato
promotore, Comitato che ha inviato la seguente lettera a tutti i
sindaci della regione:
"E' appena stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della
Regione la nuova legge elettorale per il rinnovo del Consiglio
regionale. Sulle regole elettorali il Consiglio regionale si è
espresso violando la dignità dei sindaci, impedendo loro di
mettere a disposizione la propria candidatura mentre svolgono
ancora le funzioni di primo cittadino. Devono dimettersi almeno 3
mesi prima dell'eventuale, ma altrettanto incerta, elezione. Il
risultato è evidente: non ci saranno più candidati eccellenti,
oppure ci saranno molti Comuni che dovranno anticipare le
elezioni.
Che si trattasse di una norma volta a escludere importanti
concorrenti è stato evidente fin dalla prima fase di discussione
dell'articolato, quando in Aula è stato proposto di posticipare
la discussione sull' articolo 3 dopo l'articolo 33. Un fatto
inusuale. Sulla questione di ineleggibilità e incompatibilità, il
Consiglio aveva legiferato appena nel 2004, ampliando le
incompatibilità a sindaci, consiglieri provinciali: non c'era,
quindi, alcun evidente motivo per far slittare la discussione
sulla norma, se non quello di snaturarla.
E' stata mera tecnica politico-legislativa, abilmente
orchestrata, tesa a rimandare a legge quasi conclusa ciò che
poteva provocare tensioni e proteste che, se giunte in tempo alle
orecchie sensibili dei primi cittadini, avrebbero potuto incidere
sull'iter della legge e modificare l'articolo. Che si fosse di
fronte a un accordo trasversale, ancorché non dichiarato, a me fu
subito chiaro quando rimasi unica consigliere a oppormi a che si
estrapolasse dal contesto l'articolo incriminato e l'Aula,
inusualmente compatta, rifiutò ogni sostegno alla mia richiesta
di procedere secondo l'ordine prestabilito.
Poi, a legge ormai in dirittura d'arrivo, è apparso
l'emendamento, a firma lunga e trasversale. Oggi molti sono a
dichiarare di non aver votato, con ciò riconoscendo pubblicamente
l'affronto fatto ai sindaci e legittimando la loro protesta. I
verbali d'Aula testimoniano come io abbia richiamato
energicamente alla responsabilità tutti i consiglieri regionali
e soprattutto quelli (22 su 60) che al momento della loro
elezione avevano ricoperto le stesse cariche che la legge ora
comprende tra le cause di ineleggibilità. Ma é stato vano. Così,
sindaci e presidenti di Provincia in carica, sono diventati
ineleggibili.
Pare che stesse nascendo un movimento civico animato dai sindaci
e dai presidenti di Provincia e, a detta di molti, "se la sono
cercata". L'obiettivo della legge non è stato, quindi, quello di
creare regole per garantire la più ampia rappresentanza e la
governabilità quanto, piuttosto, quello di fissarle in modo da
limitare la concorrenza e la presenza di forze nuove, così da
stabilizzare chi già ricopre la carica di consigliere".
(segue)
(immagini alle tv)