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IpR: Battellino, referendum legge elettorale regionale (1)

20.03.2007
15:18
(ACON) Trieste, 20 mar - COM/AB - La consigliera regionale Alessandra Battellino (IpR) ha avviato in Consiglio regionale la procedura per la raccolta delle firme (22.000 entro il 14 giugno prossimo) necessarie per l'indizione del referendum confermativo della legge regionale su forma di governo e sistema elettorale, approvata lo scorso primo marzo, e ha illustrato l'iniziativa in una conferenza stampa assieme al neo costituito Comitato promotore, Comitato che ha inviato la seguente lettera a tutti i sindaci della regione: "E' appena stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione la nuova legge elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale. Sulle regole elettorali il Consiglio regionale si è espresso violando la dignità dei sindaci, impedendo loro di mettere a disposizione la propria candidatura mentre svolgono ancora le funzioni di primo cittadino. Devono dimettersi almeno 3 mesi prima dell'eventuale, ma altrettanto incerta, elezione. Il risultato è evidente: non ci saranno più candidati eccellenti, oppure ci saranno molti Comuni che dovranno anticipare le elezioni.

Che si trattasse di una norma volta a escludere importanti concorrenti è stato evidente fin dalla prima fase di discussione dell'articolato, quando in Aula è stato proposto di posticipare la discussione sull' articolo 3 dopo l'articolo 33. Un fatto inusuale. Sulla questione di ineleggibilità e incompatibilità, il Consiglio aveva legiferato appena nel 2004, ampliando le incompatibilità a sindaci, consiglieri provinciali: non c'era, quindi, alcun evidente motivo per far slittare la discussione sulla norma, se non quello di snaturarla. E' stata mera tecnica politico-legislativa, abilmente orchestrata, tesa a rimandare a legge quasi conclusa ciò che poteva provocare tensioni e proteste che, se giunte in tempo alle orecchie sensibili dei primi cittadini, avrebbero potuto incidere sull'iter della legge e modificare l'articolo. Che si fosse di fronte a un accordo trasversale, ancorché non dichiarato, a me fu subito chiaro quando rimasi unica consigliere a oppormi a che si estrapolasse dal contesto l'articolo incriminato e l'Aula, inusualmente compatta, rifiutò ogni sostegno alla mia richiesta di procedere secondo l'ordine prestabilito.

Poi, a legge ormai in dirittura d'arrivo, è apparso l'emendamento, a firma lunga e trasversale. Oggi molti sono a dichiarare di non aver votato, con ciò riconoscendo pubblicamente l'affronto fatto ai sindaci e legittimando la loro protesta. I verbali d'Aula testimoniano come io abbia richiamato energicamente alla responsabilità tutti i consiglieri regionali e soprattutto quelli (22 su 60) che al momento della loro elezione avevano ricoperto le stesse cariche che la legge ora comprende tra le cause di ineleggibilità. Ma é stato vano. Così, sindaci e presidenti di Provincia in carica, sono diventati ineleggibili.

Pare che stesse nascendo un movimento civico animato dai sindaci e dai presidenti di Provincia e, a detta di molti, "se la sono cercata". L'obiettivo della legge non è stato, quindi, quello di creare regole per garantire la più ampia rappresentanza e la governabilità quanto, piuttosto, quello di fissarle in modo da limitare la concorrenza e la presenza di forze nuove, così da stabilizzare chi già ricopre la carica di consigliere".

(segue)

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