IV Comm: cementificio Torviscosa, audizione ARPA (2)
(ACON) Trieste, 10 mag - DT - Se il cementificio di Torviscosa
dovesse essere costruito, traffico (in particolare il viavai di
camion, più di 350 al giorno) e inquinamento dell'aria saranno da
tenere assolutamente sotto controllo.
Lo hanno ribadito i tecnici dell'Arpa, l'Agenzia regionale per la
protezione dell'ambiente, condividendo così i timori segnalati
alla Regione dalle Amministrazioni locali.
Ma a monitorare Torviscosa e il suo tasso di inquinamento l'Arpa
ci aveva già pensato visto che, come ha spiegato il direttore
tecnico dell'Agenzia, sono state messe sotto osservazione per
quattro anni, e cioè dal 2003 al 2006, le 5 centraline sistemate
attorno alla cittadina della Bassa friulana: uno studio
particolareggiato da cui poi è scaturita la relazione sulla
qualità dell'aria della zona dell'Aussa-Corno presentata - era il
7 marzo - alla Commissione di valutazione di impatto ambientale.
Delle 5 centraline di rilevamento, una è localizzata proprio nei
pressi dell'insediamento della Caffaro (dove dovrebbe sorgere il
cementificio) e non è lontana nemmeno dalla nuova centrale
Edison, un'altra si trova a San Giorgio di Nogaro, in una zona
altamente trafficata (proprio sulla strada di accesso alla zona
industriale), e poi ci sono ancora 3 centraline della rete Edison
sistemate a Torviscosa, Malisana e Castions.
E i dati, riferiti però soltanto al quadriennio 2003-2006 (senza
quindi una sorta di proiezione sul futuro nel caso in cui il
cementificio venisse realizzato), sono decisamente confortanti:
biossido di zolfo e di azoto, ozono e benzene sono tutti sotto i
limiti previsti dalla normativa nazionale.
C'è un problema con gli ossidi di azoto totali, però, perché i
punti di campionamento non rispondono alle caratteristiche,
soprattutto geografiche, indicate dalle legge, e c'è un problema
con le polveri sottili: nel 2010, infatti, la normativa
comunitaria su questi inquinanti diverrà più severa (diminuirà
drasticamente il numero delle giornate di sforamento consentite
all'anno), di conseguenza è facile prevedere che se non si
interverrà in qualche modo i valori di Pm 10 verranno superati.
D'altra parte, si è sottolineato, è anche vero che le polveri
sottili sono un inquinante variabile, che risentono molto delle
condizioni meteo (come l'ozono, del resto) e che possono
raggiungere anche aree assai lontane rispetto ai punti di
emissione. Ciò significa che le Pm 10 non è detto che sia
Torviscosa a produrle.
A questo punto, si è raccomandata l'Arpa, diviene necessario
effettuare uno studio ad hoc che porti alla formulazione del
cosiddetto catasto regionale delle emissioni nocive.
Infine, un secondo studio, stavolta solo sulle Pm 10 e con
periodo di riferimento 1 gennaio-30 aprile 2007, a causa anche
delle cattive condizioni meteo ha rilevato 23 sforamenti a
Torviscosa. Dati che però, hanno concluso i tecnici dell'Arpa,
sono assolutamente sovrapponibili ad esempio a quelli di Udine,
che di sforamenti ne ha registrati 26. Come dire che oggi, senza
cementificio, la salute degli abitanti di Torviscosa non è a
rischio.
(segue)