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IV Comm: cementificio Torviscosa, audizione ARPA (2)

10.05.2007
16:47
(ACON) Trieste, 10 mag - DT - Se il cementificio di Torviscosa dovesse essere costruito, traffico (in particolare il viavai di camion, più di 350 al giorno) e inquinamento dell'aria saranno da tenere assolutamente sotto controllo.

Lo hanno ribadito i tecnici dell'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, condividendo così i timori segnalati alla Regione dalle Amministrazioni locali.

Ma a monitorare Torviscosa e il suo tasso di inquinamento l'Arpa ci aveva già pensato visto che, come ha spiegato il direttore tecnico dell'Agenzia, sono state messe sotto osservazione per quattro anni, e cioè dal 2003 al 2006, le 5 centraline sistemate attorno alla cittadina della Bassa friulana: uno studio particolareggiato da cui poi è scaturita la relazione sulla qualità dell'aria della zona dell'Aussa-Corno presentata - era il 7 marzo - alla Commissione di valutazione di impatto ambientale.

Delle 5 centraline di rilevamento, una è localizzata proprio nei pressi dell'insediamento della Caffaro (dove dovrebbe sorgere il cementificio) e non è lontana nemmeno dalla nuova centrale Edison, un'altra si trova a San Giorgio di Nogaro, in una zona altamente trafficata (proprio sulla strada di accesso alla zona industriale), e poi ci sono ancora 3 centraline della rete Edison sistemate a Torviscosa, Malisana e Castions.

E i dati, riferiti però soltanto al quadriennio 2003-2006 (senza quindi una sorta di proiezione sul futuro nel caso in cui il cementificio venisse realizzato), sono decisamente confortanti: biossido di zolfo e di azoto, ozono e benzene sono tutti sotto i limiti previsti dalla normativa nazionale.

C'è un problema con gli ossidi di azoto totali, però, perché i punti di campionamento non rispondono alle caratteristiche, soprattutto geografiche, indicate dalle legge, e c'è un problema con le polveri sottili: nel 2010, infatti, la normativa comunitaria su questi inquinanti diverrà più severa (diminuirà drasticamente il numero delle giornate di sforamento consentite all'anno), di conseguenza è facile prevedere che se non si interverrà in qualche modo i valori di Pm 10 verranno superati.

D'altra parte, si è sottolineato, è anche vero che le polveri sottili sono un inquinante variabile, che risentono molto delle condizioni meteo (come l'ozono, del resto) e che possono raggiungere anche aree assai lontane rispetto ai punti di emissione. Ciò significa che le Pm 10 non è detto che sia Torviscosa a produrle.

A questo punto, si è raccomandata l'Arpa, diviene necessario effettuare uno studio ad hoc che porti alla formulazione del cosiddetto catasto regionale delle emissioni nocive.

Infine, un secondo studio, stavolta solo sulle Pm 10 e con periodo di riferimento 1 gennaio-30 aprile 2007, a causa anche delle cattive condizioni meteo ha rilevato 23 sforamenti a Torviscosa. Dati che però, hanno concluso i tecnici dell'Arpa, sono assolutamente sovrapponibili ad esempio a quelli di Udine, che di sforamenti ne ha registrati 26. Come dire che oggi, senza cementificio, la salute degli abitanti di Torviscosa non è a rischio.

(segue)