II e III Comm: sicurezza lavoro, categorie coinvolte (4)
(ACON) Trieste, 22 mag - MPB - L'azione delle Unità operative
di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (UOPSAL),
emersa attraverso l'esperienza di quella isontina, evidenzia il
ruolo trainante del sistema sanitario nella prevenzione e
sottolinea l'importanza di puntare su sorveglianza epidemiologica
e piani mirati ai nuovi rischi, oltre che su progetti relativi
alle buone pratiche per affrontare criticità non superabili con
le leggi. Auspicato anche un chiarimento pieno su ruoli e limiti
anche in rapporto al lavoro con la Procura.
Sul piano dei numeri, dal rappresentante della UOPSAL Friuli
Occidentale è stato sottolineato che il dato sfugge perché i
lavoratori interinali possono essere iscritti alle aziende
fornitrici e non a quelle utilizzatrici; è importante poi poter
diffondere i lavori prodotti - ce n'è una cinquantina - per
superare la parcellizzazione delle iniziative fatte e partecipare
ai progetti nazionali. A parte il lavoro di indagine chiesto
dalla magistratura, che non è prevenzione primaria, segnalato
anche l'impegno in corso per la costruzione di un atlante sugli
infortuni del lavoro.
Da parte di Confindustria, che ha sottoscritto in toto
l'intervento dell'assessore al Lavoro, occorre continuare sulla
strada della diffusione capillare della cultura della sicurezza
nei luoghi di lavoro, incentivando anche ciò che va al di fuori
delle norme, con una sinergia di tutti gli attori.
Per il rappresentante della Federazione regionale delle piccole e
medie imprese, nel valutare gli infortuni occorre considerare
anche le cause scatenanti e gli stili di vita e su questi
intervenire, coinvolgendole aziende a disincentivare
comportamenti rischiosi. Di fronte alle buone pratiche tutti
dobbiamo fare sistema e la prevenzione vale non solo nelle
aziende ma anche nelle scuole e negli edifici pubblici. E poi, il
sistema delle assicurazioni degli infortuni è adeguato, premia
davvero le imprese virtuose, deve essere affidato a un solo ente
o lasciato al mercato?
Da parte della CISL l'auspicio che sia istituita una Conferenza
sulla prevenzione e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Condivise la cautela sui dati e le preoccupazioni già espresse
circa la scarsità di conoscenza sulla situazione inerente i
lavoratori interinali, è stato posto l'accento sulla valutazione
dei rischi uomo/macchina, uomo/ambiente e uomo/azioni pericolose,
dove aumentate sono le conseguenze di queste ultime (65/70% dei
casi), e sulla insufficienza della formazione obbligatoria, ora
di 32 ore quando dovrebbe essere minimo di 70 ore.
Per il presidente della Commissione regionale amianto occorre
investire sulla vigilanza diretta rivedendo le figure a livello
sindacale e imprenditoriale e sulla formazione trasversale in
fatto di sicurezza, oltre che su quella di chi sarà specializzato
sulla materia: un investimento da fare prima che un individuo
completi il suo percorso formativo.
(segue)