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Festa Repubblica: Tesini ricorda la lezione di Dossetti

05.06.2007
14:48
(ACON) Pozzuolo del Friuli, 05 giu - MPB - Radicale e conciliante, Giuseppe Dossetti. Una figura non particolarmente adatta a questi tempi in cui è faticoso dare spazio alla radicalità e alla conciliazione, per il prevalere più spesso della mediazione, dell'adattamento, dell'intesa sottobanco, e perché è difficile mantenersi fermi nelle proprie posizioni proprio per rendersi disponibili al dialogo e all'approfondimento e parlare di interesse generale in una società così frammentata da rendere a volte impossibile l'esercizio della rappresentanza. Ma di lui, e in particolare del Dossettismo della fase terminale della sua esperienza civile, resta attuale il "patriottismo costituzionale", che sta a significare un preciso pensiero giuridico-costituzionale e anche storico-culturale corrispondente a un sentimento popolare diffuso.

Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini definisce così Giuseppe Dossetti che, eletto all'Assemblea Costituente, svolse un ruolo di primo piano nella elaborazione dei principi fondamentali della Carta costituzionale, e la sede è stata quella dell'incontro nella biblioteca Civica di Pozzuolo, promosso in occasione della Festa della Repubblica dalla locale associazione culturale L'Officina delle Memorie.

Un modo intelligente - per Tesini - di celebrare un anniversario attraverso la lettura di una delle figure più rappresentative di quel momento, tentando di dare una risposta non di circostanza alla domanda sull'attualità della testimonianza di Dossetti, che ebbe amici e nemici dentro e fuori la Chiesa.

Il tema - Giuseppe Dossetti e la Costituzione - è stato affrontato storicamente da Luciano De Cillia, presidente dell'Istituto Friulano per la storia del Movimento di Liberazione, che - ripercorrendo le vicende del Paese - di lui ha tracciato il percorso politico e umano, dagli anni giovanili (era nato nel 1913 a Genova, ma dopo pochi mesi la sua famiglia si trasferì a Cavriago in provincia di Reggio Emilia) fino alla sua morte il 15 dicembre del 1996, con l'abbandono della politica nel 1951 per farsi monaco, con la partecipazione ai lavori del Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Giacomo Lercaro, con la fondazione in Israele - dove nel 1972 si stabilisce - della comunità monastica Piccola Famiglia dell'Annunziata, fino al ritorno negli ultimi anni sulla scena con una autorevole iniziativa in difesa della Costituzione che vede minacciata dagli sviluppi della politica italiana. Le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole, insieme ai martiri dell'eccidio nazista di Marzabotto.

E se conservare lo spazio per la radicalità e avere disponibilità al confronto, al dialogo e a una mediazione di alto profilo è diventato un esercizio difficile per tutti, occorre rimboccarsi le maniche e darsi da fare per accelerare la svolta. Al presidente del Consiglio il riferimento al patriottismo costituzionale di Dossetti è servito per riaffermare che le Costituzioni non debbano essere considerate dei totem sacrali intoccabili, vista la velocità con cui si evolvono le democrazie, ma che la questione è il modo, l'equilibrio, la misura e il senso in cui si mette mano alla Costituzione, sapendo distinguere ciò che ha bisogno di essere aggiornato e ciò che costituisce ancora un punto di riferimento attuale in grado di orientare crescita e sviluppo.

Riferendosi alla prima parte della Costituzione, su cui forte fu l'impegno di Dossetti, Tesini ha sottolineato che vi è fino in fondo l'adesione all'ideale europeo, non solo come reazione ai disastri della prima metà del '900, e l'esplicita indicazione di un'idea moderna e avanzata di Patria, caratterizzata dal dialogo, dall'apertura agli altri, dalla ricerca della cooperazione e dalla inclusione. Questo è il Dossettismo che mantiene ancora originalità e peculiarità attuali e il suo patriottismo costituzionale può rappresentare un collante a cui attingere per arrivare a una sintesi superiore.

(immagini alle tv)