Festa Repubblica: Tesini ricorda la lezione di Dossetti
(ACON) Pozzuolo del Friuli, 05 giu - MPB - Radicale e
conciliante, Giuseppe Dossetti. Una figura non particolarmente
adatta a questi tempi in cui è faticoso dare spazio alla
radicalità e alla conciliazione, per il prevalere più spesso
della mediazione, dell'adattamento, dell'intesa sottobanco, e
perché è difficile mantenersi fermi nelle proprie posizioni
proprio per rendersi disponibili al dialogo e all'approfondimento
e parlare di interesse generale in una società così frammentata
da rendere a volte impossibile l'esercizio della rappresentanza.
Ma di lui, e in particolare del Dossettismo della fase terminale
della sua esperienza civile, resta attuale il "patriottismo
costituzionale", che sta a significare un preciso pensiero
giuridico-costituzionale e anche storico-culturale corrispondente
a un sentimento popolare diffuso.
Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini definisce
così Giuseppe Dossetti che, eletto all'Assemblea Costituente,
svolse un ruolo di primo piano nella elaborazione dei principi
fondamentali della Carta costituzionale, e la sede è stata quella
dell'incontro nella biblioteca Civica di Pozzuolo, promosso in
occasione della Festa della Repubblica dalla locale associazione
culturale L'Officina delle Memorie.
Un modo intelligente - per Tesini - di celebrare un anniversario
attraverso la lettura di una delle figure più rappresentative di
quel momento, tentando di dare una risposta non di circostanza
alla domanda sull'attualità della testimonianza di Dossetti, che
ebbe amici e nemici dentro e fuori la Chiesa.
Il tema - Giuseppe Dossetti e la Costituzione - è stato
affrontato storicamente da Luciano De Cillia, presidente
dell'Istituto Friulano per la storia del Movimento di
Liberazione, che - ripercorrendo le vicende del Paese - di lui ha
tracciato il percorso politico e umano, dagli anni giovanili (era
nato nel 1913 a Genova, ma dopo pochi mesi la sua famiglia si
trasferì a Cavriago in provincia di Reggio Emilia) fino alla sua
morte il 15 dicembre del 1996, con l'abbandono della politica nel
1951 per farsi monaco, con la partecipazione ai lavori del
Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Giacomo
Lercaro, con la fondazione in Israele - dove nel 1972 si
stabilisce - della comunità monastica Piccola Famiglia
dell'Annunziata, fino al ritorno negli ultimi anni sulla scena
con una autorevole iniziativa in difesa della Costituzione che
vede minacciata dagli sviluppi della politica italiana. Le sue
spoglie riposano nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole,
insieme ai martiri dell'eccidio nazista di Marzabotto.
E se conservare lo spazio per la radicalità e avere disponibilità
al confronto, al dialogo e a una mediazione di alto profilo è
diventato un esercizio difficile per tutti, occorre rimboccarsi
le maniche e darsi da fare per accelerare la svolta. Al
presidente del Consiglio il riferimento al patriottismo
costituzionale di Dossetti è servito per riaffermare che le
Costituzioni non debbano essere considerate dei totem sacrali
intoccabili, vista la velocità con cui si evolvono le democrazie,
ma che la questione è il modo, l'equilibrio, la misura e il senso
in cui si mette mano alla Costituzione, sapendo distinguere ciò
che ha bisogno di essere aggiornato e ciò che costituisce ancora
un punto di riferimento attuale in grado di orientare crescita e
sviluppo.
Riferendosi alla prima parte della Costituzione, su cui forte fu
l'impegno di Dossetti, Tesini ha sottolineato che vi è fino in
fondo l'adesione all'ideale europeo, non solo come reazione ai
disastri della prima metà del '900, e l'esplicita indicazione di
un'idea moderna e avanzata di Patria, caratterizzata dal dialogo,
dall'apertura agli altri, dalla ricerca della cooperazione e
dalla inclusione. Questo è il Dossettismo che mantiene ancora
originalità e peculiarità attuali e il suo patriottismo
costituzionale può rappresentare un collante a cui attingere per
arrivare a una sintesi superiore.
(immagini alle tv)