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VI Comm: lingua friulana, disegno di legge Giunta (1)

26.06.2007
11:44
(ACON) Trieste, 26 giu - DT - La lingua friulana come risorsa da tutelare, valorizzare e promuovere anche nella vita quotidiana, stimolando e sostenendo iniziative pubbliche e private.

Già se n'era parlato nel 1996 con una normativa regionale, poi subentrò la legge statale 482 del 1999. Adesso, il disegno di legge proposto dalla Giunta e illustrato dall'assessore all'Istruzione Roberto Antonaz alla VI Commissione consiliare, presieduta da Kristian Franzil (PRC-SE), completa l'applicazione della 482 aggiornandola alle istanze espresse dalla società civile e ampliandola all'istruzione, competenza all'epoca riservata allo Stato.

Obiettivo della legge è aumentare il numero di persone che parlano il friulano e, per coloro che già lo fanno, di migliorarne conoscenza e utilizzo. "Se il Friuli Venezia Giulia è una Regione a statuto speciale - ha sottolineato Antonaz - è perché qui possiamo vantare una componente linguistica friulana, una slovena e una germanofona. E se vogliamo difendere la specialità, per primi dobbiamo promuovere questa identità multiculturale. D'altra parte siamo convinti che una lingua esista soltanto se viene insegnata. Questa è una legge, ha aggiunto l'assessore, costruita con il territorio e le diverse sensibilità del mondo friulano, politicamente trasversale, che ha dato vita - al termine di un percorso fatto di ascolto e approfondimenti - a un testo non calato dall'alto ma condiviso. Ed è una legge che allinea la nostra regione alla legislazione italiana ed europea per quanto concerne la tutela delle lingue regionali. Un provvedimento, ha concluso Antonaz, di grande civiltà, un cambio di marcia rispetto al passato di enorme valore".

Cinque i principi fondanti della norma: il rispetto delle Autonomie (saranno Comuni, Province, uffici ed enti dell'Amministrazione regionale nonché concessionari di servizi pubblici a decidere l'adozione dei Piani di politica linguistica che dovranno indirizzare l'azione amministrativa in campo linguistico), dell'autonomia scolastica (i genitori potranno decidere se far aderire o meno i figli all'insegnamento del friulano - almeno un'ora alla settimana - e comunque non sarà materia sostitutiva di altre lingue) e delle libere scelte dei cittadini (quindi gli enti pubblici garantiranno i servizi in friulano che però rappresenteranno sempre e solo un'opportunità, mai alcun obbligo).

Quarto principio: a coordinare l'applicazione della legge e a redigere il Piano pluriennale sulla cui base ogni amministrazione articolerà il proprio, sarà l'ARLeF (Agenzia regionale per la lingua friulana), che vede coinvolte Province, Anci e università di Udine. Sarà dunque proprio l'ARLeF a indicare le priorità di intervento (tenendo d'occhio le disponibilità finanziarie) e a proporre singole iniziative.

Ultimo punto, le verifiche: di anno in anno si confronteranno i risultati dell'effettiva ricaduta dell'applicazione della legge sul territorio in modo da poter correggere in tempo reale piani di azione, priorità e modalità di intervento. Un ruolo diretto di consulenza alla Giunta che spetterà all'ARLeF attraverso conferenze periodiche (almeno una volta ogni 5 anni) promosse e organizzate dal Consiglio regionale.

La legge troverà applicazione in un ambito territoriale appositamente delimitato - in cui si parla friulano - ma nulla vieta che, sulla base della libera espressione delle comunità interessate non si possa cambiare qualcosa e che possano essere adottate norme per la conoscenza della lingua nel resto della regione, così come si prevedono interventi per i friulani emigrati e, attraverso convenzioni, i friulanofoni residenti in Veneto.

Se con questo disegno di legge viene anche codificata la grafia ufficiale del friulano, il provvedimento introduce pure, sempre limitatamente al territorio-Friuli, l'uso visivo di questa lingua accanto all'italiano, nella cartellonistica stradale e in genere in ogni altra indicazione esposta al pubblico. E per garantire l'omogeneità dei toponimi, la loro denominazione ufficiale in friulano verrà demandata all'ARLeF (e gli enti locali potranno stabilire di rendere ufficiale l'uso dei toponimi bilingui o anche nel solo friulano).

La Regione, inoltre, finanzierà e incentiverà le scuole impegnate nell'applicazione di modelli più avanzati di insegnamento e uso della lingua, verrà istituita l'anagrafe degli insegnanti di friulano e saranno regolamentate anche le procedure di reclutamento e mobilità dei docenti abilitati, d'intesa con le autorità scolastiche e accademiche.

Nella legge c'è spazio pure per la radiofonia (sostegni economici alle realtà più attive e in grado di produrre trasmissioni di qualità e con continuità), ma verranno assegnati incentivi anche a pubblicazioni scritte interamente o prevalentemente in friulano, con la possibilità di apposite convenzioni con i quotidiani e i periodici locali più diffusi. Misure di sostegno sono previste per libri e produzioni cinematografiche, teatrali e musicali, sempre in friulano.

E poi c'è il friulano su Internet, con contributi per la produzione, la commercializzazione e l'uso di strumenti informatici e tecnologici (come programmi di traduzione automatica) in friulano in modo da favorire quanti nelle pubbliche amministrazioni, nel circuito scolastico e tra le comunità friulane all'estero abbiano necessità di produrre o utilizzare, correttamente e rapidamente, testi in quella lingua.

(immagini alle tv)

(segue)