VI Comm: lingua friulana, disegno di legge Giunta (1)
(ACON) Trieste, 26 giu - DT - La lingua friulana come risorsa
da tutelare, valorizzare e promuovere anche nella vita
quotidiana, stimolando e sostenendo iniziative pubbliche e
private.
Già se n'era parlato nel 1996 con una normativa regionale, poi
subentrò la legge statale 482 del 1999. Adesso, il disegno di
legge proposto dalla Giunta e illustrato dall'assessore
all'Istruzione Roberto Antonaz alla VI Commissione consiliare,
presieduta da Kristian Franzil (PRC-SE), completa l'applicazione
della 482 aggiornandola alle istanze espresse dalla società
civile e ampliandola all'istruzione, competenza all'epoca
riservata allo Stato.
Obiettivo della legge è aumentare il numero di persone che
parlano il friulano e, per coloro che già lo fanno, di
migliorarne conoscenza e utilizzo. "Se il Friuli Venezia Giulia è
una Regione a statuto speciale - ha sottolineato Antonaz - è
perché qui possiamo vantare una componente linguistica friulana,
una slovena e una germanofona. E se vogliamo difendere la
specialità, per primi dobbiamo promuovere questa identità
multiculturale. D'altra parte siamo convinti che una lingua
esista soltanto se viene insegnata. Questa è una legge, ha
aggiunto l'assessore, costruita con il territorio e le diverse
sensibilità del mondo friulano, politicamente trasversale, che ha
dato vita - al termine di un percorso fatto di ascolto e
approfondimenti - a un testo non calato dall'alto ma condiviso.
Ed è una legge che allinea la nostra regione alla legislazione
italiana ed europea per quanto concerne la tutela delle lingue
regionali. Un provvedimento, ha concluso Antonaz, di grande
civiltà, un cambio di marcia rispetto al passato di enorme
valore".
Cinque i principi fondanti della norma: il rispetto delle
Autonomie (saranno Comuni, Province, uffici ed enti
dell'Amministrazione regionale nonché concessionari di servizi
pubblici a decidere l'adozione dei Piani di politica linguistica
che dovranno indirizzare l'azione amministrativa in campo
linguistico), dell'autonomia scolastica (i genitori potranno
decidere se far aderire o meno i figli all'insegnamento del
friulano - almeno un'ora alla settimana - e comunque non sarà
materia sostitutiva di altre lingue) e delle libere scelte dei
cittadini (quindi gli enti pubblici garantiranno i servizi in
friulano che però rappresenteranno sempre e solo un'opportunità,
mai alcun obbligo).
Quarto principio: a coordinare l'applicazione della legge e a
redigere il Piano pluriennale sulla cui base ogni amministrazione
articolerà il proprio, sarà l'ARLeF (Agenzia regionale per la
lingua friulana), che vede coinvolte Province, Anci e università
di Udine. Sarà dunque proprio l'ARLeF a indicare le priorità di
intervento (tenendo d'occhio le disponibilità finanziarie) e a
proporre singole iniziative.
Ultimo punto, le verifiche: di anno in anno si confronteranno i
risultati dell'effettiva ricaduta dell'applicazione della legge
sul territorio in modo da poter correggere in tempo reale piani
di azione, priorità e modalità di intervento. Un ruolo diretto di
consulenza alla Giunta che spetterà all'ARLeF attraverso
conferenze periodiche (almeno una volta ogni 5 anni) promosse e
organizzate dal Consiglio regionale.
La legge troverà applicazione in un ambito territoriale
appositamente delimitato - in cui si parla friulano - ma nulla
vieta che, sulla base della libera espressione delle comunità
interessate non si possa cambiare qualcosa e che possano essere
adottate norme per la conoscenza della lingua nel resto della
regione, così come si prevedono interventi per i friulani
emigrati e, attraverso convenzioni, i friulanofoni residenti in
Veneto.
Se con questo disegno di legge viene anche codificata la grafia
ufficiale del friulano, il provvedimento introduce pure, sempre
limitatamente al territorio-Friuli, l'uso visivo di questa lingua
accanto all'italiano, nella cartellonistica stradale e in genere
in ogni altra indicazione esposta al pubblico. E per garantire
l'omogeneità dei toponimi, la loro denominazione ufficiale in
friulano verrà demandata all'ARLeF (e gli enti locali potranno
stabilire di rendere ufficiale l'uso dei toponimi bilingui o
anche nel solo friulano).
La Regione, inoltre, finanzierà e incentiverà le scuole impegnate
nell'applicazione di modelli più avanzati di insegnamento e uso
della lingua, verrà istituita l'anagrafe degli insegnanti di
friulano e saranno regolamentate anche le procedure di
reclutamento e mobilità dei docenti abilitati, d'intesa con le
autorità scolastiche e accademiche.
Nella legge c'è spazio pure per la radiofonia (sostegni economici
alle realtà più attive e in grado di produrre trasmissioni di
qualità e con continuità), ma verranno assegnati incentivi anche
a pubblicazioni scritte interamente o prevalentemente in
friulano, con la possibilità di apposite convenzioni con i
quotidiani e i periodici locali più diffusi. Misure di sostegno
sono previste per libri e produzioni cinematografiche, teatrali e
musicali, sempre in friulano.
E poi c'è il friulano su Internet, con contributi per la
produzione, la commercializzazione e l'uso di strumenti
informatici e tecnologici (come programmi di traduzione
automatica) in friulano in modo da favorire quanti nelle
pubbliche amministrazioni, nel circuito scolastico e tra le
comunità friulane all'estero abbiano necessità di produrre o
utilizzare, correttamente e rapidamente, testi in quella lingua.
(immagini alle tv)
(segue)