Presentate mostre Ori di Dino e Ori Perusini (2)
(ACON) Udine, 03 lug - MPB - I contenuti delle due mostre sono
stati illustrati da Novella Cantarutti, Maurizio Buora e Isabella
Reale.
I gioielli raccolti da Gaetano Perusini (1910-1977) rispondono al
fine di illustrare l'oreficeria popolare quale elemento del
costume tradizionale che costituì argomento di interesse primario
nel complesso delle indagini storiche ed etnografiche condotte
dallo studioso. Una parte considerevole degli ori della
collezione proviene da santuari e chiese autorizzate a
devolverli, la raccolta valica anche i confini regionali e conta
oltre 5000 pezzi. Essi - ha spiegato la Cantarutti - sono parte
della storia del costume e delle tradizioni popolari di questa
terra, di cui nei musei udinesi esiste anche il settore dedicato
al vestire, all'arredamento, all'essere della casa e della gente
friulana. E' importante che questo materiale possa parlare
soprattutto alle generazioni che verranno di quello che è stato
il Friuli in tutti i suoi aspetti, compreso quello
dell'oreficeria. Il gioiello - la vera, l'orecchino, la catenina
- facevano parte della vita e hanno accompagnato le vite
soprattutto delle donne. Gli ori, perciò, non parlano solo di
pregi materiali ma di questa loro profonda significazione.
Per Buora, i gioielli raccolti da Perusini e gli ori di
Basaldella sono elementi importanti dell'identità perché pongono
di fronte a categorie di carattere universale. Per il primo c'è
la tradizione folclorica e l'elemento che persiste nel tempo; nel
secondo c'è l'innovazione rappresentata dalla creatività
dell'artista che agisce all'interno della tradizione e la sa
plasmare e trasformare a suo modo. Anche se poi il lavoro di Dino
significa molto di più perché segna un percorso che ha
accompagnato tanta parte dell'arte del '900, dalla riscoperta
della tradizione classica all'informale. Entrambi i protagonisti
hanno fatto scuola: una scuola di studiosi ha preso le mosse
dalla lezione di Perusini, una vera scuola di oreficeria da Dino
con nomi come quelli di Zoratti e Mazzola a creare una sorta di
tradizione di oreficeria friulana.
Della figura di Dino Basaldella ha parlato anche Isabella Reale
ricordando l'influsso dello zio Remo, orafo famoso che emigrò, e
la mostra che attualmente la città di Matera dedica a Mirko
Basaldella, parlando delle sedi espositive e auspicando che
l'evento sia una occasione di vero approfondimento.
Sostenere e far emergere le eccellenza del Friuli Venezia Giulia
nell'arte e nella cultura - ha concluso il direttore generale di
Friulcassa Dal Mas - è uno degli obiettivi della Cassa di
risparmio regionale che punta anche in questo modo a essere più
riferimento dell'intera regione.
(fine)