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AN: Ritossa e Ciani su legge lingua friulana (1)

05.09.2007
16:10
(ACON) Trieste, 5 set - COM/AB - Adriano Ritossa e Paolo Ciani, consiglieri regionali di AN, hanno diramato la seguente nota in merito al dibattito che si sta sviluppando in VI Commissione sulla legge sul friulano.

"Forse ha ragione l'assessore Antonaz a dire che è ora di finirla con la confusione e le polemiche sull'insegnamento del friulano. La legge nazionale 482 del 1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche, all'articolo 4, lo prevede a chiare lettere: nelle elementari e nelle medie inferiori anche "come strumento di insegnamento", ossia come lingua veicolare. I giochi dunque sono fatti con una legge dello Stato, che in proposito ha superato decisamente le meno avanzate disposizione della legge regionale sullo stesso tema, la 15 del 1996.

Il vero problema in effetti sta nella 482, che è una legge di forte contenuto ideologico, e perciò astratta e di ardua applicazione. E' stato affermato che con essa si passa dal monolinguismo al plurilinguismo, rinunciando all'assioma della vincolante identità di Stato nazione e lingua a favore del diritto umano primario, non alienabile né sopprimibile, della libertà di scelta linguistica (così almeno uno degli ispiratori della 482, il grande linguista Tullio De Mauro, già ministro della Pubblica Istruzione nel secondo governo Amato).

Si tratta forse in una posizione condivisibile, se si restasse sul paino delle dichiarazioni di principio. All'atto pratico, lo stesso elenco delle lingue che la 482 tutela presenta serie difficoltà: come ha spiegato Igor Kocijancic, si va da lingue nazionali come il tedesco, lo sloveno e l'albanese a parlate locali con una tradizione scritta assai meno sicura. Senza trascurare il paradosso che in Italia dovrebbero venir insegnati l'occitano e il frano-provenzale, cioè le propaggini italiane di lingue ben più diffuse nella Francia sud-occidentale, che in Francia però sono assai poco tutelate: tanto che del franco-provenzale, descritto per la prima volta dal nostro G.I. Ascoli, i linguisti francesi hanno negato a lungo l'esistenza.

Le difficoltà della 482 si sono viste in Sardegna. La legge tutela la lingua sarda: ma in realtà in Sardegna ci sono due idiomi principali, il logodurose a nord, parlato da circa 400.000 persone, che per esempio dicono "limba" per lingua, e il campidanese a sud, circa 900.000 persone che dicono "lingua" come in latino e in italiano. Dopo l'uscita della 482 una commissione di dieci linguisti, italiani e stranieri, ha formulato nel 2001 le regole della "limba sarda unificada", basata essenzialmente sul logudorese, destinata a diventare la seconda lingua ufficiale della Regione Sardegna. L'iniziativa ha suscitato fortissime polemiche, sia tra gli studiosi e gli scrittori sardi, sia negli ambienti politici, con tutta una serie di interventi a vario livello, non escluso qualche colpo basso, come la pubblicazione su Internet delle delibere di pagamento per i consulenti linguistici (dell'ordine di venti milioni di lire per anno). Nel 2006 il governatore-imprenditore Renato Soru ha posto fine alle discussioni: la "limba unificada" è stata messa da parte ed è stato proclamata l'ufficialità, sia pure a livello sperimentale, di una nuova "limba sarda comuna", nella quale da quest'anno sono tradotte le leggi regionali e di cui è previsto l'insegnamento scolastico. Tra le priorità del provvedimento vi è quella di "creare le premesse di una rappresentanza regionale, come espressione di una lingua minoritaria, nel Parlamento europeo".

(segue)