AN: Ritossa e Ciani su legge lingua friulana (1)
(ACON) Trieste, 5 set - COM/AB - Adriano Ritossa e Paolo
Ciani, consiglieri regionali di AN, hanno diramato la seguente
nota in merito al dibattito che si sta sviluppando in VI
Commissione sulla legge sul friulano.
"Forse ha ragione l'assessore Antonaz a dire che è ora di finirla
con la confusione e le polemiche sull'insegnamento del friulano.
La legge nazionale 482 del 1999 sulla tutela delle minoranze
linguistiche, all'articolo 4, lo prevede a chiare lettere: nelle
elementari e nelle medie inferiori anche "come strumento di
insegnamento", ossia come lingua veicolare. I giochi dunque sono
fatti con una legge dello Stato, che in proposito ha superato
decisamente le meno avanzate disposizione della legge regionale
sullo stesso tema, la 15 del 1996.
Il vero problema in effetti sta nella 482, che è una legge di
forte contenuto ideologico, e perciò astratta e di ardua
applicazione. E' stato affermato che con essa si passa dal
monolinguismo al plurilinguismo, rinunciando all'assioma della
vincolante identità di Stato nazione e lingua a favore del
diritto umano primario, non alienabile né sopprimibile, della
libertà di scelta linguistica (così almeno uno degli ispiratori
della 482, il grande linguista Tullio De Mauro, già ministro
della Pubblica Istruzione nel secondo governo Amato).
Si tratta forse in una posizione condivisibile, se si restasse
sul paino delle dichiarazioni di principio. All'atto pratico, lo
stesso elenco delle lingue che la 482 tutela presenta serie
difficoltà: come ha spiegato Igor Kocijancic, si va da lingue
nazionali come il tedesco, lo sloveno e l'albanese a parlate
locali con una tradizione scritta assai meno sicura. Senza
trascurare il paradosso che in Italia dovrebbero venir insegnati
l'occitano e il frano-provenzale, cioè le propaggini italiane di
lingue ben più diffuse nella Francia sud-occidentale, che in
Francia però sono assai poco tutelate: tanto che del
franco-provenzale, descritto per la prima volta dal nostro G.I.
Ascoli, i linguisti francesi hanno negato a lungo l'esistenza.
Le difficoltà della 482 si sono viste in Sardegna. La legge
tutela la lingua sarda: ma in realtà in Sardegna ci sono due
idiomi principali, il logodurose a nord, parlato da circa 400.000
persone, che per esempio dicono "limba" per lingua, e il
campidanese a sud, circa 900.000 persone che dicono "lingua" come
in latino e in italiano. Dopo l'uscita della 482 una commissione
di dieci linguisti, italiani e stranieri, ha formulato nel 2001
le regole della "limba sarda unificada", basata essenzialmente
sul logudorese, destinata a diventare la seconda lingua ufficiale
della Regione Sardegna. L'iniziativa ha suscitato fortissime
polemiche, sia tra gli studiosi e gli scrittori sardi, sia negli
ambienti politici, con tutta una serie di interventi a vario
livello, non escluso qualche colpo basso, come la pubblicazione
su Internet delle delibere di pagamento per i consulenti
linguistici (dell'ordine di venti milioni di lire per anno). Nel
2006 il governatore-imprenditore Renato Soru ha posto fine alle
discussioni: la "limba unificada" è stata messa da parte ed è
stato proclamata l'ufficialità, sia pure a livello sperimentale,
di una nuova "limba sarda comuna", nella quale da quest'anno sono
tradotte le leggi regionali e di cui è previsto l'insegnamento
scolastico. Tra le priorità del provvedimento vi è quella di
"creare le premesse di una rappresentanza regionale, come
espressione di una lingua minoritaria, nel Parlamento europeo".
(segue)