VI Comm: insegnamento friulano, incontro con la scuola (1)
(ACON) Udine, 14 set - MPB - Non un lavoro nel deserto, ma un
impegno che ha alle spalle un lungo dibattito e il coinvolgimento
dei diretti interessati e che grazie alla scuola e all'iniziativa
di molti docenti e alla disponibilità delle famiglie vede già in
atto interessanti esperimenti sia di insegnamento della storia,
della cultura e della lingua friulana, anche in friulano.
Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini -
all'incontro all'Auditorium dell'Istituto tecnico industriale
Malignani di Udine con il mondo della scuola, organizzato dalla
VI Commissione, presieduta da Kristian Franzil (PRC-SE), sul
testo che l'organismo consiliare ha approvato in tema di tutela,
valorizzazione e promozione della lingua friulana - ha
sottolineato che la legge non inventa un bisogno, non lo crea
artificialmente, ma si pone il problema di sostenere quella che
in parte è già una realtà e in parte è un'opportunità pedagogica.
Il presidente ha ricordato le tappe della legge sulle lingue
minoritarie 482, dalla sua approvazione nel 1999 da parte del
Parlamento alla sua disciplina attuativa a seguito del decreto
legislativo approvato dal Consiglio nel 2002 e che attribuisce le
competenze alla Regione. Per Tesini non devono sorprendere le
difficoltà: "Le cose spesso vanno avanti in forza di alcune
avanguardie lungimiranti" - ha detto sottolineando che
"l'occasione del confronto è utilissima non sul fatto di fare o
non fare la legge, ma su come fare una legge che abbia successo,
che sia sostenuta, percorribile, con il risultato che ogni anno
più soggetti accedono a questa opportunità. Perché al Consiglio
regionale non interessano leggi bandiera ma leggi che portano
risultati".
"In ragione di ciò - ha assicurato Tesini - il Consiglio
valuterà, anche sulla base delle osservazioni che saranno fornite
da questo incontro, gli aspetti di legittimità, chiarezza,
percorribilità e sostenibilità della legge con estremo rigore e
con la convinzione che essa rappresenta un grande investimento
verso la comunità regionale e le sue giovani generazioni".
Importante, poiché il nodo centrale riguarda l'insegnamento, il
confronto con la scuola, anche per il presidente della
Commissione Franzil che a sua volta aveva sottolineato che molte
perplessità e preoccupazioni forse dipendevano più dal dibattito
sviluppatosi sui giornali che dai contenuti del testo, che
comunque sta in un quadro normativo definito e tracciato che non
può essere ignorato.
All'assessore Roberto Antonaz il compito di riassumere i
contenuti del progetto di legge, definito "un provvedimento
doveroso e di democrazia, perché salute, professione della
religione e lingua sono un diritto: un testo per fare meglio
quanto si è già fatto finora, con alcune esperienze modello" fra
le oltre 100 scuole (105 nel 2006, dato confermato per il 2007)
ove già l'ora di friulano è una realtà con oltre 32 mila allievi
coinvolti, fra i quali anche molti stranieri.
"Spendiamo 400 mila euro per l'insegnamento della lingua e della
cultura friulana, vorremmo che portassero a qualcosa" - ha
insistito Antonaz ricordando che in 50 anni le lingue parlate nel
mondo si sono dimezzate e che ogni volta che una lingua muore o
si impoverisce è un patrimonio che si perde.
"Puntiamo a dare la possibilità a chi vuole di imparare e
tramandare la lingua e cerchiamo di usare con maggiore rigore le
risorse; non imponiamo niente, abbiamo scelto la strada delle
opportunità - ha aggiunto auspicando che da parte dei docenti ci
sia non solo la disponibilità a insegnare ma anche l'impegno a
formarsi".
Quanto sulla questione del friulano come lingua veicolare per
insegnare altre materie, l'assessore ha indicato le strade
possibili (sdoppiamento della classe o classe omogenea) e ha
sottolineato che non va a discapito dell'insegnamento di altre
lingue, e che la Regione intende investire sulla realtà
multietnica del suo territorio.
E dai dati forniti, l'uso della lingua nelle attività didattiche
previsto dalla 482, questo avviene già per il 75% delle
istituzioni scolastiche, dimostrando che l'uso veicolare è un
dato di fatto. E pur diminuendo in rapporto al crescere del grado
scolastico, è comunque in aumento.
(immagini alle tv)
(segue)