VI Comm: friulano, incontro con scuola e sindacati (2)
(ACON) Udine, 14 set - MPB - Gli interventi della platea
scolastica hanno evidenziato diversi gradi di perplessità, da chi
si espresso apertamente in dissenso a chi ha manifestato
atteggiamenti possibilisti, anche in forza di esperienze in atto,
per cui le scuole, sulla base di progetti, trovano forme di
mediazione con obiettivi, istanze, contesti locali. E l'adesione
è maggiore quanto più ampi sono i progetti.
E se è stato anche riconosciuto che si tratta di uno strumento
innovativo, utile per rispondere alle indicazioni europee, un
suggerimento avanzato è stato quello di rivederne l'impianto e di
dare priorità alla legge più generale su istruzione e formazione.
E così pure è venuta la raccomandazione a misurare gli effetti e
non i mezzi messi in campo, ovvero verificare gli apprendimenti.
Preoccupazioni hanno riguardato il trattamento degli insegnanti e
l'organizzazione delle classi con una omogeneità che, è stato
detto, deve riferirsi solo alla specifica attività. Confronto
anche tra chi considera che l'impianto della legge metta a
disposizione molti interventi per pochi e avrebbe preferito una
impostazione "catalana " (poco per tutti) o una soluzione
all'"irlandese", più soft, per facilitare l'accostamento alla
lingua anche per chi friulano non è e ritiene questa terra un
contesto in cui vivere, e chi ha posto l'accento su modi, tempi e
strumenti per perseguire le finalità della legge di tutela,
valorizzazione e promozione della lingua friulana, sottolineando
anche che lo studio degli autori friulani sia da proporre a tutti
gli istituti.
Non è mancato chi, evidenziando l'impraticabilità dello
sdoppiamento delle classi nelle piccole scuole, si è rammaricato
che la legge non faccia superare l'attuale sistema di
assegnazione degli insegnanti, individuando la chiamata diretta.
E anche chi - invitando a superare la logica dei bandi, a puntare
sull'autonomia e la progettazione delle singole scuole, ad
attivare un meccanismo di valutazione dei risultati ottenuti con
i finanziamenti - si è detto convinto che il problema del
friulano non si risolve nella scuola se fuori non c'è la
necessaria sensibilità.
Successivamente la VI Commissione, guidata da Franzil, ha
incontrato, nella sede di rappresentanza della Regione, i
sindacati - Cgil, Cisl, Uil e Snals - e il lavoro ha portato ad
approfondire molti aspetti, sia di dettaglio tecnico che formale,
a evidenziare la necessità di chiarimenti e precisazioni nella
formulazione del testo in più punti. E anche da parte dei
sindacati è stata sottolineata l'importanza che la veicolarità
della lingua friulana sia lasciata all'autonomia delle scuole,
che accanto all'insegnamento della lingua ci sia quello della
cultura e della storia, che sia posta attenzione alla formazione
delle classi, alla modalità di bando, al reclutamento del
personale.
Il criterio di base è la volontarietà e non l'obbligatorietà - ha
ribadito Antonaz chiarendo anche che non si pone la questione
tanto dibattuta del silenzio-assenso, poiché all'atto
dell'iscrizione le famiglie vengono informate e richieste di
esprimersi, né quella dell'insegnamento alle superiori, rispetto
alle quali la legge non dice nulla: le scuole superiori che
intendano intervenire in tal senso lo scrivano nel loro Piano e
la Regione darà il suo sostegno.
(fine)