VI Comm: illustrate proposte di legge diritti umani
(ACON) Trieste, 16 ott - DT - Storie drammatiche, e cultura
dell'accoglienza. Pregiudizi ideologici e nazionalismi, e poi
convivenza, fraternità, unità nella diversità. Il Friuli Venezia
Giulia, per quello che è stato il suo passato e oggi il suo
presente, ha una vocazione del tutto particolare alla cultura
della pace e alla promozione della nonviolenza. Del rispetto dei
diritti umani.
Parole che hanno trovato una cornice adeguata fin dal 1987 quando
la nostra fu tra le prime Regioni a dotarsi di uno strumento
normativo finalizzato a favorire proprio la promozione di una
cultura di pace. Sono trascorsi vent'anni da quella legge ed è
giunto il momento di adeguarla ai mutati scenari internazionali,
di garantire ancora di più il rispetto dei diritti umani tra
soggetti e comunità nella Regione e al di fuori di essa.
Si tratta, dunque, di configurare il Friuli Venezia Giulia quale
centro propositivo di studi e ricerche, di iniziative formative,
ricreative e didattiche che abbiano come finalità la crescita di
una cultura attuale della convivenza, della giustizia,
dell'accoglienza nella reciprocità, della cooperazione solidale
tra i popoli. Per la prima volta, ha spiegato l'assessore Roberto
Antonaz alla VI Commissione consiliare presieduta da Kristian
Franzil (PRC-SE), si parla in una legge di cultura della
nonviolenza, di finanza etica, di turismo critico e responsabile,
di commercio equo-solidale: le ricadute saranno altissime, perché
il provvedimento, non certo di spesa bensì di principi, dovrà
sovrintendere a tutte le pratiche di questa Regione. La filosofia
del progetto è la condanna di ogni guerra, il che significa anche
- ha concluso Antonaz - che non potrà sostituirsi a quel lavoro
della Storia e degli storici che dovrà portare invece alla
definitiva riconciliazione.
La proposta di legge in questione è sottoscritta dallo stesso
Franzil (PRC-SE) assieme a Tamara Blazina e Nevio Alzetta(DS-PD),
Pietro Colussi (Citt), Alessandro Metz (Verdi), Giancarlo Tonutti
e Paolo Menis (Margh-PD), Bruna Zorzini (PDCI) e Luigi Ferone
(Pensionati) ed è il frutto di un elaborato confronto tra altri
tre provvedimenti simili già presentati e oggi ritirati (il primo
in ordine di tempo a firma dell'intero gruppo dei Cittadini, un
altro sottoscritto da Tonutti, Menis e Ferone e l'ultimo
illustrato dalla Zorzini) e di una consultazione con enti,
movimenti e associazioni di base che si riconoscono nella
salvaguardia dei diritti umani.
Tra gli ambiti di intervento, anche le ricerche e i percorsi
culturali finalizzati a studiare progetti di riconversione delle
strutture militari - dismesse ed esistenti - verso finalità
civili, lo sviluppo del servizio civile volontario, tutti quei
progetti tesi a favorire il riconoscimento del legame tra pace e
attività economica in un'ottica di sostenibilità ambientale, la
valorizzazione dei luoghi storici e dei simboli di pace.
L'Agorà della pace del Friuli Venezia Giulia, strumento di
coordinamento delle attività, sarà il luogo di incontro e di
confronto tra le realtà presenti sul territorio regionale aperta
ai rappresentanti delle istituzioni, sindacati, al mondo della
scuola, movimenti, associazioni.
E poi c'è la proposta di istituire un Centro di elaborazione,
documentazione e ricerca sulla cultura della pace, della
nonviolenza, dei diritti umani, del dialogo interculturale e
interreligioso che collabori con realtà associative ed enti sia
regionali che internazionali (ad esempio, università o istituti
scientifici).
Ancora: il 10 dicembre ricorre l'anniversario dell'approvazione
da parte dell'ONU della Dichiarazione universale dei ditti
dell'uomo: che diventi la Giornata per la pace e per i ditti
umani pure in Friuli Venezia Giulia.
Al termine dei lavori la Commissione ha deciso - prima di partire
con l'esame del provvedimento - di procedere con le audizioni con
il mondo del pacifismo regionale.
(immagini alle tv)