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Road map pari opportunità presentata da Tesini a Roma

18.10.2007
17:14
(ACON) Roma, 18 ott - MPB - Di cosa hanno bisogno e cosa vogliono le donne italiane e, ancor più precisamente, le donne nelle diverse realtà regionali? La risposta è nella road map delle pari opportunità - una mappa completa della situazione in Italia - realizzata da PublicaRes (del Gruppo SWG) per conto della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome nell'anno europeo delle Pari opportunità: l'iniziativa ha avuto il patrocinio del ministro per le Pari opportunità ed è stata presentata a Roma nella sala stampa della Camera dei deputati.

A ragionare sui contenuti, con il coordinatore della Conferenza e presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Alessandro Tesini e il curatore della ricerca Enzo Risso, c'erano l'on. Titti De Simone, presidente del Comitato pari opportunità della Camera e le uniche tre donne che ricoprono la carica di presidente di Assemblea regionale: Maria Antezza della Basilicata, Monica Donini dell'Emilia Romagna e Sandra Lonardo della Campania.

L'indagine, a tutto campo, dopo aver interpellato quasi 4000 persone in tutto il territorio nazionale e usando un sistema di valutazione di aspettative e necessità, mette insieme i diversi tasselli del mosaico dando un quadro completo dei diritti realizzati e di quelli da realizzare, superando una trattazione troppo spesso affrontata per compartimenti stagni. Accanto agli aspetti più considerati solitamente del lavoro e della rappresentanza politica, ci sono la sicurezza, i servizi, il tempo, la maternità, l'immagine, i rapporti con la società e il quotidiano. La risposta che le istituzioni regionali cercavano è a 360 gradi e il dato macroscopico è che la società italiana si declina difficilmente al femminile, e le donne bocciano il Paese.

Una road map dolente - per Tesini - che considera l'indagine uno strumento per aiutare gli organismi regionali a capire come meglio intervenire, perché le questioni più apparenti non sempre sono le più fondate: uno strumento particolarmente valido perché incardinato su ragionamenti e non solo numeri. Le donne - ha rilevato Tesini - in questi anni sono riuscite a realizzare significativi successi nella realizzazione personale, sociale e professionale, molto meno nella politica e nelle istituzioni, e comprensibilmente sono aumentate le aspettative. La forbice tra attese, risultati e possibilità di progressi si è allargata e ai successi può seguire la frustrazione. Non c'è un'Italia che va bene e una che va male, la situazione è molto mescolata, ma un dato significativo e preoccupante è quello che coglie il disagio delle giovani donne.

Fra i profili di donne esaminati, quello delle giovanissime, tra i 18 e i 24 anni, un segmento costituito per lo più da studentesse, che risultano meno sensibili ai temi delle pari opportunità e più pessimiste.

Quanto possa fare la politica, è difficile dire - ha sottolineato Tesini. Più che di riforme, secondo il presidente del Consiglio, c'è bisogno di autentiche trasformazioni sociali senza aggiungere burocrazia. Ma in politica, quando non ci sono altri strumenti, ben vengano le quote rosa.

Tesini, facendo eco all'on. Titti De Simone, per la quale il tema delle pari opportunità per molte donne va di pari passo con quello della libertà ed è necessario ora mettere a valore i risultati di questo prezioso lavoro anche in termini di sinergia istituzionale, ha sottolineato con soddisfazione il coinvolgimento del Governo sull'iniziativa in questo anno delle pari opportunità.

La società italiana, ha poi spiegato Enzo Rizzo, coordinatore della ricerca, non ottiene il voto sufficiente delle donne per nessuno degli aspetti testati secondo tre indici, per valutare le pari opportunità: priorità, grado di soddisfazione e distanza tra quanto atteso e quanto realizzato, che restituisce una scala di urgenze mirata, non astratta, che oltre a una valutazione oggettiva considera anche l'evoluzione della coscienza femminile, mettendo in luce che la crescita delle opportunità non è un fenomeno definito una volte per tutte, ma un processo in movimento che muta con il trasformarsi delle dinamiche della società, dei costumi e della mentalità, e che per questo è definito un processo di rivoluzione permanente, ove un risultato raggiunto apre le porte a nuove frontiere e nuove possibilità. La bocciatura riguarda tanto il mondo del lavoro che quelli delle strutture di sostegno alla gestione della famiglia e dei servizi, con un immobilismo sul piano di una cultura sociale capace di accogliere le istanze del mondo femminile che vedono nella facilitazione a conciliare vita privata e lavorativa e aumento dei servizi pubblici le priorità che accomunano l'intero campione.

Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, i dati evidenziano che è una delle regioni dove si registra maggiore soddisfazione per il numero di donne e loro ruolo in politica, ma parallelamente esse sentono maggiormente il problema della sicurezza (con toscane, lombarde e piemontesi) e considerano abbastanza soddisfacente la possibilità di fare carriera. Il Friuli Venezia Giulia è - dopo la Valle d'Aosta, la regione dove risulta più facile entrare nel mondo del lavoro e dove le donne ritengono abbastanza buone le leggi a favore della maternità.