Road map pari opportunità presentata da Tesini a Roma
(ACON) Roma, 18 ott - MPB - Di cosa hanno bisogno e cosa
vogliono le donne italiane e, ancor più precisamente, le donne
nelle diverse realtà regionali? La risposta è nella road map
delle pari opportunità - una mappa completa della situazione in
Italia - realizzata da PublicaRes (del Gruppo SWG) per conto
della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle
Regioni e delle Province autonome nell'anno europeo delle Pari
opportunità: l'iniziativa ha avuto il patrocinio del ministro per
le Pari opportunità ed è stata presentata a Roma nella sala
stampa della Camera dei deputati.
A ragionare sui contenuti, con il coordinatore della Conferenza e
presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia
Alessandro Tesini e il curatore della ricerca Enzo Risso, c'erano
l'on. Titti De Simone, presidente del Comitato pari opportunità
della Camera e le uniche tre donne che ricoprono la carica di
presidente di Assemblea regionale: Maria Antezza della
Basilicata, Monica Donini dell'Emilia Romagna e Sandra Lonardo
della Campania.
L'indagine, a tutto campo, dopo aver interpellato quasi 4000
persone in tutto il territorio nazionale e usando un sistema di
valutazione di aspettative e necessità, mette insieme i diversi
tasselli del mosaico dando un quadro completo dei diritti
realizzati e di quelli da realizzare, superando una trattazione
troppo spesso affrontata per compartimenti stagni. Accanto agli
aspetti più considerati solitamente del lavoro e della
rappresentanza politica, ci sono la sicurezza, i servizi, il
tempo, la maternità, l'immagine, i rapporti con la società e il
quotidiano. La risposta che le istituzioni regionali cercavano è
a 360 gradi e il dato macroscopico è che la società italiana si
declina difficilmente al femminile, e le donne bocciano il Paese.
Una road map dolente - per Tesini - che considera l'indagine uno
strumento per aiutare gli organismi regionali a capire come
meglio intervenire, perché le questioni più apparenti non sempre
sono le più fondate: uno strumento particolarmente valido perché
incardinato su ragionamenti e non solo numeri. Le donne - ha
rilevato Tesini - in questi anni sono riuscite a realizzare
significativi successi nella realizzazione personale, sociale e
professionale, molto meno nella politica e nelle istituzioni, e
comprensibilmente sono aumentate le aspettative. La forbice tra
attese, risultati e possibilità di progressi si è allargata e ai
successi può seguire la frustrazione. Non c'è un'Italia che va
bene e una che va male, la situazione è molto mescolata, ma un
dato significativo e preoccupante è quello che coglie il disagio
delle giovani donne.
Fra i profili di donne esaminati, quello delle giovanissime, tra
i 18 e i 24 anni, un segmento costituito per lo più da
studentesse, che risultano meno sensibili ai temi delle pari
opportunità e più pessimiste.
Quanto possa fare la politica, è difficile dire - ha sottolineato
Tesini. Più che di riforme, secondo il presidente del Consiglio,
c'è bisogno di autentiche trasformazioni sociali senza aggiungere
burocrazia. Ma in politica, quando non ci sono altri strumenti,
ben vengano le quote rosa.
Tesini, facendo eco all'on. Titti De Simone, per la quale il tema
delle pari opportunità per molte donne va di pari passo con
quello della libertà ed è necessario ora mettere a valore i
risultati di questo prezioso lavoro anche in termini di sinergia
istituzionale, ha sottolineato con soddisfazione il
coinvolgimento del Governo sull'iniziativa in questo anno delle
pari opportunità.
La società italiana, ha poi spiegato Enzo Rizzo, coordinatore
della ricerca, non ottiene il voto sufficiente delle donne per
nessuno degli aspetti testati secondo tre indici, per valutare le
pari opportunità: priorità, grado di soddisfazione e distanza tra
quanto atteso e quanto realizzato, che restituisce una scala di
urgenze mirata, non astratta, che oltre a una valutazione
oggettiva considera anche l'evoluzione della coscienza femminile,
mettendo in luce che la crescita delle opportunità non è un
fenomeno definito una volte per tutte, ma un processo in
movimento che muta con il trasformarsi delle dinamiche della
società, dei costumi e della mentalità, e che per questo è
definito un processo di rivoluzione permanente, ove un risultato
raggiunto apre le porte a nuove frontiere e nuove possibilità. La
bocciatura riguarda tanto il mondo del lavoro che quelli delle
strutture di sostegno alla gestione della famiglia e dei servizi,
con un immobilismo sul piano di una cultura sociale capace di
accogliere le istanze del mondo femminile che vedono nella
facilitazione a conciliare vita privata e lavorativa e aumento
dei servizi pubblici le priorità che accomunano l'intero
campione.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, i dati evidenziano
che è una delle regioni dove si registra maggiore soddisfazione
per il numero di donne e loro ruolo in politica, ma
parallelamente esse sentono maggiormente il problema della
sicurezza (con toscane, lombarde e piemontesi) e considerano
abbastanza soddisfacente la possibilità di fare carriera. Il
Friuli Venezia Giulia è - dopo la Valle d'Aosta, la regione dove
risulta più facile entrare nel mondo del lavoro e dove le donne
ritengono abbastanza buone le leggi a favore della maternità.