CR: legge tutela sloveno, dichiarazioni di voto (4)
(ACON) Trieste, 23 ott - ET - Non si riconosce ai resiani
un'identità autonoma e con questa norma diventano, di fatto,
parte della minoranza slovena. Questa è la posizione espressa
dalla consigliera Battellino (Idv - SD) in sede di dichiarazioni
di voto sulla norma di tutela della minoranza linguistica
slovena. I resiani chiedevano di essere esclusi da questa legge,
perchè le minoranze vanno valorizzate e non inglobate.
Un iter lungo con un risultato insoddisfacente. Secondo il
capogruppo dell'UDC, Roberto Molinaro, c'è stato un avvicinamento
alle richieste dell'opposizione solo sulla questione della
precisazione delle specificità della Val Resia e delle Valli del
Torre, del Natisone e Canale. È comunque un passo in avanti, ma è
mancata la volontà di ridisegnare il ruolo delle associazioni di
riferimento che dovrebbero essere meno pervasive e ora
travalicano le competenze della Regione. Questa norma non aiuterà
la minoranza slovena in questa regione e i conflitti
perdureranno.
Per Piero Camber (FI) questo disegno di legge non porta a nulla
di nuovo rispetto a quanto già previsto e attuato da norme di
livello statale. Si poteva invece tutelare le minoranze
linguistiche slave, ma si è rimasti imprigionati nei canoni di
comodo. Scandalosi invece gli eccessi previsti dalla norma e che
creano privilegi. La Regione ha delegato la gestione dei fondi
dedicati alla minoranza a due sole associazioni, con requisiti
rigidi che non consentono l'ingresso ad altre. Nasce poi una
Commissione regionale autoreferente, composta a maggioranza da
delegati delle stesse due associazioni di riferimento.
Questo ddl non porta novità, perché tanta agitazione? A
chiederselo è la consigliera Bruna Zorzini (PDCI). Il fatto
positivo è che ora è anche la Regione ad assumersi la sua parte
nella tutela, rendendo di fatto i contributi più efficaci. Altra
nota di merito, il fatto che nella Commissione siederanno anche
rappresentanti degli eletti. Per quanto riguarda la questione
delle parlate, la consigliera Zorzini trova che sia sbagliato
contrapporre queste ad una lingua, strumentalizzandole. Si tratta
di un approccio demagogico e retrogrado che però si placa davanti
alla possibilità di ottenere finanziamenti.
La capogruppo della Lega, Alessandra Guerra, ha invece ricordato
quanto sia imprescindibile il rispetto della normativa statale
vigente e quali siano le vere prerogative regionali. Non
possiamo, ha detto la Guerra, aggirare i meccanismi legislativi
promettendo di attuare riconoscimenti a minoranze, riconoscimenti
che in realtà competono allo Stato. Quindi, il percorso di questa
legge è stato un percorso intelligente, basato sulla normativa
esistente. L'esponente della Lega ha poi chiesto a tutte le forze
politiche in Aula di mantenere lo stesso atteggiamento di
rispetto e attenzione per l'autodeterminazione delle minoranze
anche durante la prossima discussione sulla legge di tutela del
friulano.
(segue)