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CR: legge friulano, concluso dibattito generale e fine lavori (9)

24.10.2007
20:10
(ACON) Trieste, 24 ott - MPB - Non mi sento per nulla minoranza, ha affermato Antonio Martini (Margh) ricordando l'autorevole classe politica espressa dal Friuli e considerando non positivo l'aver messo vicine la questione friulana e quella slovena. Né si stupisce che sull'argomento ci si sia scontrati, come è stato per altri temi come l'Università a Udine, la sede regionale nel capoluogo friulano, il completamento del terremoto. Questa regione a volte fa fatica a essere unita, ma la lingua va difesa e la legge va nel senso personalistico generale, e vuol dire che la regione è cresciuta: chi è di buon senso l'appoggia e ragionando forse si riesce ancora a migliorarla.

Le lingue minoritarie costituiscono un patrimonio e quella friulana è un valore per l'intera comunità, ma per Maurizio Salvador (UDC) c'è il rischio che comuni che si sono riconosciuti in questi valori non possano reggere i costi di aspetti come grafia, toponomastica, cartellonistica, né permettersi l'suo pubblico della lingua friulana e finiscano con l'uscire dall'ambito. Così un valore condiviso si trasformerà in una enclave. La provincia di Pordenone non seguirà la strada del Friuli storico - ha aggiunto il consigliere sottolineando che il consenso va trovato nell'Aula consiliare deputata alle mediazioni e che il dibattito che si è prodotto su sloveno e friulano è uno scatto di orgoglio del Consiglio regionale che è ritornato a far politica.

Per Mauro Travanut (DS-PD) l'identità si costruisce attraverso lo spazio, la memoria, gli usi e i costumi e il logos non inteso solo come parola, ma come visione del mondo complessiva che sta nella parola; la lingua dunque è punto cardine e il plurilinguismo è la ricchezza massima di questa regione perché in nessuna altra regione ne hanno altrettante. Con questa legge abbiamo permesso di dare abitabilità a una lingua espulsa dalla dimensione della società e legata a quella della comunità, senza considerare aspetti utilitaristici, ma spalancando le porte per un progetto culturale, in controtendenza con l'espulsione dei più deboli.

Approvando ieri la legge sullo sloveno e apprestandosi ora ad approvare quella sul friulano, per Franco Brussa (Margh) il Consiglio regionale sta facendo un salto di qualità. Forse arriviamo tardi rispetto alle aspirazioni delle due comunità, ma sarebbe stato più colpevole non farlo. In una regione come la nostra non si può pensare di crescere se non c'è la forza di trovarci sulle cose concrete. Ben venga questa legge che potrà essere migliorata con il contributo di tutti, se una volta il "fasin di bessoi diventa fasin insieme" - ha concluso sottolineando che in questa regione con più culture e più storia nessuno può rivendicare una preminenza e indicando fuorvianti sia le polemiche sullo spreco dei denari, perché è un discorso che potrebbe valere per ogni legge, sia i confronti con l'inglese.

Cristiano Degano (Margh) ha confutato la definizione di legge nazionalistica e iniqua per le famiglie e ha sottolineato quanto diverso sia richiedere autonomia politica e tutelare una lingua. Si premetterà di fare quello che si sta già facendo. Unica perplessità per l'articolo sulla ridertinazione dell'ambito di tutela, ma il dibattito di questi giorni ci consente un passo avanti.

Infine l'assessore Antonaz, ha evidenziato un dibattito senza eguali dal tempo del terremoto, utile per fare il punto su come vogliamo rapportarci al passato e che passi fare in futuro. Nessuna separazione - ha detto, dichiarandosi allibito dall'approccio utilitaristico - vogliamo solo tutelare e valorizzare le lingue di una regione multilinguistica, che ci collocano nello scenario internazionale. A cosa serve parlare il friulano? è un diritto da garantire indipendentemente dai tornaconti. Quando questi diritti sono stati negati ci sono state le divisioni, garantendoli la regione potrà essere più unita. Sul friulano ho sentito di tutto, è lingua, è dialetto, non c'è un friulano ma i friulani; come lingua ne parla Dante, e non capisco perché sia stata retrocessa: di fronte all'impoverimento che l'umanità conosce quando sparisce un lingua, facciamo un atto dovuto che forse dovevamo fare prima e lo facciamo dopo una lunga consultazione. Il multilinguismo è una ricchezza. Vogliamo che il friulano nei prossimi anni si parli di più, e ci proviamo a farlo senza imporre niente a nessuno.

(fine)