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Tesini a presentazione libro su CGIL e FVG 1906-2006

07.12.2007
15:03
(ACON) Gemona, 07 dic - MPB - Il punto di vista del sindacato sugli eventi e le trasformazioni degli ultimi cent'anni.

Questo il significato dello studio in due volumi curato da Gian Luigi Bettoli e Sergio Zilli che ha per titolo "La CGIL e il Friuli Venezia Giulia 1906-2006", ovvero il rapporto tra territorio, società e movimento sindacale dagli inizi del Novecento alla recente attualità, presentato nell'incontro organizzato a Gemona dalla CGIL Alto Friuli e al quale è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini che, plaudendo all'iniziativa - "che colma un vuoto di conoscenza nel panorama dei contributi storiografici dedicati a questo periodo" - ha sollecitato il sindacato a diventare protagonista della diffusione di questo punto di vista: "Il sindacato come realtà in cui si sono formati e si formano grandi cittadini che operano con responsabilità, e che per questo offre un fondamentale contributo alla società e alle istituzioni". "Libri sulla storia e il ruolo del sindacato ce ne sono, ma è importante anche la lettura che lo stesso sindacato può fare, poiché le cose non sono mai neutre - ha detto Tesini ricordando il contributo dato dalla CGIL alla crescita delle classi lavoratrici - e guardare ai fatti dal punto di vista di una realtà di persone motivate all'impegno, ampia e radicata in una zona come il confine orientale dell'Italia dove durante la Resistenza si sono vissute esperienze straordinarie come la Repubblica Libera della Carnia, è un apporto essenziale".

Il presidente del Consiglio, ripercorrendo le varie fasi storiche dalla prima guerra mondiale a oggi, e parlando dei processi di industrializzazione che hanno trasformato la nostra economia agricola e arretrata in una realtà avanzata che può competere con le regioni del Centro Nord Europa, ha sottolineato il merito che in questo processo ha avuto, accanto all'impresa, l'intero mondo del lavoro. Un dato da non dimenticare anche in questo momento in cui si riflette sulle ragioni della specialità e dell'autonomia al Friuli Venezia Giulia, ricordando che esse ci sono state riconosciute nella consapevolezza che la Regione, da sola, sarebbe riuscita a uscire più in fretta dal sottosviluppo.

L'illustrazione dell'opera da parte dei curatori e degli autori che hanno contributo agli approfondimenti riguardanti il Friuli Occidentale, l'Alto Friuli e il Friuli Centrale nel primo volume, e la Bassa Friulana, Gorizia, Monfalcone e Trieste nel secondo, ha messo in evidenza l'importanza delle fonti, della conservazione dei propri documenti e della organizzazione di essi affinché possano essere utilizzate per la produzione della memoria, essenziale - è stato detto - per mantenere la rotta. Un recupero di materiali particolarmente importante per la zona dell'Alto Friuli dove in parte sono stati perduti in seguito al terremoto. Esperienza, quella, durante la quale il sindacato si è proposto come agenzia impegnata a gestire l'emergenza e luogo di collegamento tra i lavoratori della zona e quelli che qui sono venuti a lavorare. Ma significativa anche l'analisi su alcuni obiettivi del sindacato, ieri come oggi, in primis la sicurezza, considerata ancora una vera sfida.

(immagini alle tv)