Inaugurata da Tesini mostra " I Goti dall'Oriente alle Alpi"
(ACON) Attimis, 08 dic - MPB - Il presidente del consiglio
regionale Alessandro Tesini ha inaugurato nella Sala Consigliare
del Comune di Attimis la mostra archeologica "I Goti,
dall'Oriente alle Alpi" che contiene reperti provenienti non solo
dal Friuli Venezia Giulia ma anche da Carinzia e Slovenia e che
sarà visitabile fino all'8 marzo 2008, quando poi sarà trasferita
a Udine.
Sono intervenuti, inoltre, il sottosegretario alla cultura della
Repubblica di Slovenia Sylvester Gaberschek, il rappresentante
del Museo di Klagenfurt Franz Glaser e il direttore dei Civici
Musei di Udine, Maurizio Buora il quale, assieme al sindaco di
Attimis Maurizio Malduca e all'archeologo Luca Villa, ha
illustrato i contenuti della mostra.
Frutto della collaborazione tra i Comuni di Attimis, Faedis e
Povoletto e i Civici Musei dei Udine, ha avuto il sostegno della
Regione, alla quale si sono affiancate la Comunità Montana delle
Valli del Natisone, del Torre e del Collio, la Fondazione Crup,
la Banca di Cividale e l'Associazione I Tre Castelli Attimis,
mentre per l'organizzazione si sono impegnati il Parco
Archeologico dei Castelli e la Società Friulana di Archeologia.
Una piccola ma preziosa e interessantissima raccolta di
documentazioni e reperti (fibule in argento, fibbie con granati,
gioielli, monete, oggetti domestici, resti di semi carbonizzati,
armi) aprono nuove prospettive nello studio di queste popolazioni
originarie della penisola scandinava, scese dal Baltico verso la
Crimea, stabilendosi tra Bielorussia, Ucraina e Romania e quindi
arrivate fino a noi: il loro regno, tra il 489 e il 552 d.C.,
comprese gran parte dell'Italia e l'attuale Austria e la
Slovenia. In Friuli i Goti ebbero un insediamento - l'unico per
ora noto - a San Giorgio di Attimis, dove la Società Friulana di
Archeologia da anni sta conducendo indagini archeologiche.
Accanto ai rinvenimenti locali, in mostra sono esposti reperti
rinvenuti anche in altre località del Friuli (Udine, Aquileia,
Osoppo) oltre a quelli sloveni, provenienti dalla necropoli di
Dravlje, e quelli carinziani di Globasnitz, prestati - questi -
dai Musei di Lubiana e Klagenfurt.
Dati ed elementi in cui si innestano le ragioni del
coinvolgimento della Regione nell'iniziativa il cui rilievo va
oltre le dimensioni dell'evento - ha spiegato il presidente del
Consiglio Tesini - perché unisce alla valenza didattica e ai
contenuti scientifici anche la prova di quanto importante sia il
saper mettere in rete esperienze, professionalità, competenze e
talenti, facendo sistema anche nel territorio, unendo in questo
caso periferia e città: un valore, questo, fondamentale.
E' una mostra che ci aiuta a capire in cosa siamo debitori nei
confronti di coloro che ci hanno preceduto attraversando queste
terre e ci induce a cercare segni nei quali ancora ritrovarci: è
un modo diverso di fare storia - ha insistito Tesini - che
evidenzia il ruolo dell'archeologia nell'elaborazione storica.
Un segnale - questa diversa relazione tra archeologia e storia -
che, per il presidente, non deve rimanere appannaggio solo degli
addetti ai lavori, ma arrivare all'opinione pubblica, a tutti
coloro che vogliono capire il senso degli avvenimenti che stiamo
vivendo.
Per un'area considerata comunemente terra di passaggio, e quindi
di mescolanze e pluralità in fatto di provenienze, etnie,
culture, religioni, caratteristiche, l'andare indietro nel tempo
scoprendo stagioni nelle quali le contaminazioni fra realtà
diverse hanno espresso anche livelli elevati di crescita e
prospettive, è utile - ha detto infine Tesini - per demistificare
tanti luoghi comuni, per relativizzare molti aspetti, assumendo
un atteggiamento di distacco rispetto a questioni attuali spesso
enfatizzate o sottovalutate impropriamente proprio per mancanza
delle opportune chiavi di analisi e interpretazione.
All'inaugurazione il sindaco di Attimis Maurizio Manduca ha
espresso soddisfazione per il risultato di un lavoro che oltre al
momento espositivo apre prospettive sulle valenze del sito
archeologico di Attimis considerato di valore certamente
nazionale ma anche europeo.
Il sottosegretario Gaberscek, che ha rivolto il suo saluto in
sloveno, italiano e friulano, ha sottolineato come la mostra
metta in luce aspetti di comunanza. Tra pochi giorni - ha
ricordato - cadranno anche le ultime frontiere tra Italia e
Slovenia, anche se ne sopravvivono ancora di mentali. Mostre come
questa aiutano a coltivare amicizie sul piano scientifico e
quotidiano e ad abbattere le divisioni perché tutti formiamo una
grande cultura europea: i Goti sono predecessori dei longobardi e
quindi della nostra cultura; attraverso di loro possiamo rivedere
questo territorio come una terra comune, di cui noi siamo eredi.
In sintonia il direttore del Museo archeologico di Klagenfurt,
Glaser, che ha parlato dell'importanza dell'esperienza di
relazione realizzata con questa iniziativa fra le tre realtà
contermini e i rispettivi musei.