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Verdi: Metz su alta velocità in Friuli Venezia Giulia

13.12.2007
15:58
(ACON) Trieste, 13 dic - COM/AB - A leggere e rileggere le notizie che appaiono sulla stampa locale riguardo al progetto per l'alta velocità nella nostra regione, nel cercare di seguire le affermazioni dell'assessore Sonego, dei tecnici delle direzioni regionali o degli illustratori dei progetti della RFI, aumentano la confusione e le perplessità.

Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Verdi Alessandro Metz che aggiunge:

Ora si parla di alta capacità, di trasporto merci, per cui vengono finalmente a cadere tutti i discorsi infondati sulla velocità degli spostamenti per i passeggeri. Si parla di 200 km orari, come il modello Pendolino, tecnologicamente innovativo, in assetto variabile, che non ha problemi di curvature strette della linea e viaggia sul sistema di binari esistente a differenza del modello ETR 500.

Stai a vedere - osserva Metz - che il buonsenso riesce a penetrare anche nelle fortezze più impenetrabili.

I Verdi, così come i molti comitati spontanei NoTAV sorti nella nostra regione, hanno sempre sostenuto che il modello ferroviario ad alta velocità non è geograficamente compatibile con il nostro territorio (vedi il problema del carsismo) ed è urbanisticamente inconciliabile considerati i piccoli, ma numerosi e strategici centri antropizzati del Friuli. Si è sempre affermato che la linea ferroviaria attuale che congiunge Mestre a Trieste attraverso la Bassa friulana è fortemente sotto utilizzata è offre ancora il 50% di capacità per il trasporto. Si è sempre sostenuto che un progetto di potenziamento e ristrutturazione della linea ferroviaria esistente è economicamente e socialmente vantaggioso in un disegno complesso e articolato che potremmo chiamare Corridoio V.

Un progetto serio di pianificazione dello spostamento da gomma a rotaia è un'azione di calcolata e logica sensatezza che un Governo regionale ha il potere di attuare, al di là delle uscite propagandistiche.

Bisogna infine spiegare che il modello economico TAV Spa - di natura privatistica con fondi totalmente pubblici, assieme all'introduzione del general contractor, (istituto contrattuale approvato dal governo Berlusconi) hanno creato un sistema di indebitamento che rientra nel bilancio nazionale e ha registrato un debito al 2005 di 12.950 milioni di euro solo di interessi passivi. Il modello economico TAV, con il suo sistema di appalti, concessioni e gestioni, ha portato ad aumenti vertiginosi dei costi: un km di alta velocità ha un costo medio di 45 milioni di euro in Italia mentre in Francia se ne spendono 15 e in Spagna 13; un km di galleria agli svizzeri è costato a consuntivo 85 milioni di euro mentre a progetto preliminare un km di galleria del Frejus ammonta a 300 milioni di euro.

Fatti due conti - conclude Metz - risulta più conveniente e risolutivo custodire e proteggere la propria terra rispetto alla modesta riduzione di uno spostamento in treno e alle mastodontiche opere pubbliche che dovrebbero essere realizzate.