CR: Finanziaria, relatore unico di maggioranza Petris (5)
(ACON) Trieste, 18 dic - RC - L'eccezionalità delle poste
puntuali, ma non per questo meno importanti di altre, ha
contenuto il dibattito in I Commissione, che ha così potuto
incentrarsi sui macro interventi - ha esordito il relatore di
maggioranza, Renzo Petris (DS-PD), parlando dei documenti
finanziari che il Consiglio si appresta ad approvare. Il Piano
operativo di gestione, quale documento che autorizza la spesa,
sarà poi preparato dall'Esecutivo.
Uno dei meriti di questa legge strumentale-finanziaria 2008 va
individuato nel fatto che, pur essendo l'ultima legge di bilancio
di questa legislatura - ha detto Petris - rifugge da
un'impostazione pre-elettorale che era tipica delle passate
esperienze.
La nostra Regione vive di compartecipazioni - ha quindi spiegato
il consigliere: ogni 100 euro che il cittadino e le imprese
pagano di imposte (IVA, ex Irpeg, Irpef, tabacchi, elettricità,
concessioni idroelettriche), una parte che varia dal 45 al 91 per
cento entra nelle casse regionali per finanziare il Bilancio.
Questo meccanismo è stabilito dallo Statuto di autonomia. Esse
sfiorano i tre miliardi di euro e non vanno tradotte come
accanimento fiscale sui contribuenti. La Regione non ha potestà
fiscale, semmai per quelle imposte per cui le compete abbatterle
o aumentarle in modo percentuale, agisce abbassando l'aliquota al
massimo possibile (vedi IRAP) oppure non attuando alcuna
percentuale incrementale (vedi l'addizionale IRPEF).
Il lavoro di relazione nei confronti del Governo a guida
Berlusconi prima, Prodi poi, ha determinato due novità
importanti: il decreto legislativo 111/2004 concernente il
trasferimento di funzioni in materia di viabilità e trasporti
(dopo quasi 4 anni, potrà essere attuato il trasferimento delle
funzioni relative alla viabilità statale di interesse regionale
grazie all'accordo su 1,1 decimi di IVA che si aggiungono ai
precedenti 8 decimi a decorrere dal primo gennaio 2008); il
decreto legislativo 137/2007 dove si legge che, a decorrere
dall'entrata in vigore della legge finanziaria statale per l'anno
2008, fra le entrate regionali sono comprese le ritenute sui
redditi da pensione riferite ai soggetti passivi residenti nella
medesima regione, ancorché riscosse fuori del territorio
regionale (a regime, ci saranno almeno 300 milioni di euro in più
nelle casse regionali).
Per Petris, un merito va anche alle azioni di Intesa Democratica
effettuate a partire dall'assestamento di bilancio 2003,
caratterizzate per un forte sostegno all'innovazione delle
imprese. Più PIL vuole dire più entrate e quindi più soldi per la
spesa pubblica.
Si mantiene alto il livello degli investimenti (731 milioni
contro i 700 del 2007) e questo nonostante la scelta di ridurre
l'accesso al debito, ovvero di non contrarre nuovi mutui: il
debito non ha finanziato spese indistinte, ma solo investimenti
necessari allo sviluppo infrastrutturale e alla tutela del
territorio. Il nuovo debito passa da 295 a 149 milioni di euro,
comprensivi anche dei 20 milioni previsti per l'accensione di un
mutuo a favore della protezione civile (relativo alla
ricostruzione della Val Canale/Canal del Ferro dopo l'alluvione
dell'agosto 2003).
Dopo l'analisi delle entrate, Petris è passato all'analisi delle
spese:
le Autonomie locali vedono confermate risorse capienti: più soldi
ai Comuni sul cui territorio si produce reddito, ma garantiti
anche a quelli rurali se agiscono in associazione;
il comparto montagna continua ad avere iniezioni di spesa
pubblica, ma i trasferimenti delle risorse non sono del tutto
coerenti perché manca l'approvazione della nuova legge sulla
montagna, già passata in Commissione. Continuare con la sola
attribuzione di risorse aggiuntive alle Comunità montane, non è
il metodo migliore per una politica di spesa efficace;
quanto a casa ed edilizia residenziale, l'accesso alle
agevolazioni per sportello è un'innovazione pratica che non va
confusa con il dibattito del momento: l'esosità delle rate di
mutuo. Si dovrà verificare che cosa accadrà con la Finanziaria
nazionale;
la sanità vede stanziamenti volti a contenere le spese e
potrebbero essere aumentati dal Consiglio;
Carta Famiglia e reddito di base di cittadinanza sono stati visti
come due strumenti distinti: così non può essere. Sono due linee
di spesa non esaustive, ma devono essere affiancate agli
interventi tramite i Comuni per il sostegno della famiglia, al
fondo per l'abbattimento delle rette per l'accesso ai servizi per
la prima infanzia e ad altri interventi che attengono la politica
sociale dedicata alla famiglia;
nelle attività culturali, ricreative e sportive, si fa attenta
selezione degli interventi, ma mantenendo la programmazione delle
attività. Le attività sportive e l'impiantistica sono sostenute
in termini significativi. La politica di tutela delle minoranze è
rafforzata. C'è un finanziamento pluriennale (1,45 milioni per 20
anni) per interventi edilizi da parte delle Università. E'
garantita l'assistenza scolastica e si consolidano le politiche
per la formazione, l'occupazione e la qualità del lavoro.
(segue)