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CR: Finanziaria, relatore unico di maggioranza Petris (5)

18.12.2007
11:56
(ACON) Trieste, 18 dic - RC - L'eccezionalità delle poste puntuali, ma non per questo meno importanti di altre, ha contenuto il dibattito in I Commissione, che ha così potuto incentrarsi sui macro interventi - ha esordito il relatore di maggioranza, Renzo Petris (DS-PD), parlando dei documenti finanziari che il Consiglio si appresta ad approvare. Il Piano operativo di gestione, quale documento che autorizza la spesa, sarà poi preparato dall'Esecutivo.

Uno dei meriti di questa legge strumentale-finanziaria 2008 va individuato nel fatto che, pur essendo l'ultima legge di bilancio di questa legislatura - ha detto Petris - rifugge da un'impostazione pre-elettorale che era tipica delle passate esperienze.

La nostra Regione vive di compartecipazioni - ha quindi spiegato il consigliere: ogni 100 euro che il cittadino e le imprese pagano di imposte (IVA, ex Irpeg, Irpef, tabacchi, elettricità, concessioni idroelettriche), una parte che varia dal 45 al 91 per cento entra nelle casse regionali per finanziare il Bilancio. Questo meccanismo è stabilito dallo Statuto di autonomia. Esse sfiorano i tre miliardi di euro e non vanno tradotte come accanimento fiscale sui contribuenti. La Regione non ha potestà fiscale, semmai per quelle imposte per cui le compete abbatterle o aumentarle in modo percentuale, agisce abbassando l'aliquota al massimo possibile (vedi IRAP) oppure non attuando alcuna percentuale incrementale (vedi l'addizionale IRPEF).

Il lavoro di relazione nei confronti del Governo a guida Berlusconi prima, Prodi poi, ha determinato due novità importanti: il decreto legislativo 111/2004 concernente il trasferimento di funzioni in materia di viabilità e trasporti (dopo quasi 4 anni, potrà essere attuato il trasferimento delle funzioni relative alla viabilità statale di interesse regionale grazie all'accordo su 1,1 decimi di IVA che si aggiungono ai precedenti 8 decimi a decorrere dal primo gennaio 2008); il decreto legislativo 137/2007 dove si legge che, a decorrere dall'entrata in vigore della legge finanziaria statale per l'anno 2008, fra le entrate regionali sono comprese le ritenute sui redditi da pensione riferite ai soggetti passivi residenti nella medesima regione, ancorché riscosse fuori del territorio regionale (a regime, ci saranno almeno 300 milioni di euro in più nelle casse regionali).

Per Petris, un merito va anche alle azioni di Intesa Democratica effettuate a partire dall'assestamento di bilancio 2003, caratterizzate per un forte sostegno all'innovazione delle imprese. Più PIL vuole dire più entrate e quindi più soldi per la spesa pubblica.

Si mantiene alto il livello degli investimenti (731 milioni contro i 700 del 2007) e questo nonostante la scelta di ridurre l'accesso al debito, ovvero di non contrarre nuovi mutui: il debito non ha finanziato spese indistinte, ma solo investimenti necessari allo sviluppo infrastrutturale e alla tutela del territorio. Il nuovo debito passa da 295 a 149 milioni di euro, comprensivi anche dei 20 milioni previsti per l'accensione di un mutuo a favore della protezione civile (relativo alla ricostruzione della Val Canale/Canal del Ferro dopo l'alluvione dell'agosto 2003).

Dopo l'analisi delle entrate, Petris è passato all'analisi delle spese: le Autonomie locali vedono confermate risorse capienti: più soldi ai Comuni sul cui territorio si produce reddito, ma garantiti anche a quelli rurali se agiscono in associazione; il comparto montagna continua ad avere iniezioni di spesa pubblica, ma i trasferimenti delle risorse non sono del tutto coerenti perché manca l'approvazione della nuova legge sulla montagna, già passata in Commissione. Continuare con la sola attribuzione di risorse aggiuntive alle Comunità montane, non è il metodo migliore per una politica di spesa efficace; quanto a casa ed edilizia residenziale, l'accesso alle agevolazioni per sportello è un'innovazione pratica che non va confusa con il dibattito del momento: l'esosità delle rate di mutuo. Si dovrà verificare che cosa accadrà con la Finanziaria nazionale; la sanità vede stanziamenti volti a contenere le spese e potrebbero essere aumentati dal Consiglio; Carta Famiglia e reddito di base di cittadinanza sono stati visti come due strumenti distinti: così non può essere. Sono due linee di spesa non esaustive, ma devono essere affiancate agli interventi tramite i Comuni per il sostegno della famiglia, al fondo per l'abbattimento delle rette per l'accesso ai servizi per la prima infanzia e ad altri interventi che attengono la politica sociale dedicata alla famiglia; nelle attività culturali, ricreative e sportive, si fa attenta selezione degli interventi, ma mantenendo la programmazione delle attività. Le attività sportive e l'impiantistica sono sostenute in termini significativi. La politica di tutela delle minoranze è rafforzata. C'è un finanziamento pluriennale (1,45 milioni per 20 anni) per interventi edilizi da parte delle Università. E' garantita l'assistenza scolastica e si consolidano le politiche per la formazione, l'occupazione e la qualità del lavoro.

(segue)