Margh-PD/FI: proposta di legge su ferrovie turistiche
(ACON) Trieste, 29 gen - DT - La Meridionale, la Transalpina. E
poi la Carnia-Tolmezzo, la Pontebbana, e il vecchio tram di
Trieste. Quanto deve il Friuli Venezia Giulia alle ferrovie,
quanta energia su quei binari. Basti pensare allo sviluppo che
travolse Trieste e il suo porto grazie proprio alla creazione
della Meridionale Vienna-Graz-Lubiana-Trieste (inaugurata nel
1857 attraverso il valico del Semmering, oggi patrimonio Unesco),
o al boom industriale offerto dall'arrivo del treno da Venezia
con la Veneto-Illirica a Pordenone (1855) e poi a Udine e a
Gorizia (1860), che tolsero il Friuli e l'Isontino da una
condizione di secolare isolamento, proiettando i nostri quattro
capoluoghi di provincia su un itinerario internazionale che li
avrebbe collegati a Vienna da un lato e a Milano dall'altro.
E' da queste considerazioni che muove la proposta di legge dei
consiglieri Giancarlo Tonutti (Margh-PD) e Gaetano Valenti (FI),
che intende valorizzare da un punto di vista turistico e
culturale la rete ferroviaria regionale.
Tutte queste linee ferroviarie (compresa la trenovia
Trieste-Opicina, eccezionale esempio di linea tranviaria
extraurbana unica per tecnica costruttiva) e il materiale
rotabile circolante (conservato nel Museo storico ferroviario di
Campo Marzio, a Trieste) costituiscono una testimonianza di
civiltà e come tale possono senz'altro essere annoverati tra i
beni culturali da preservare e che la Regione può di conseguenza
valorizzare, anche con strumenti normativi, a fini turistici e
museali.
La Regione, con questa proposta di legge, potrà pertanto
acquisire linee ferroviarie dismesse con l'obiettivo -
innanzitutto - di mantenere intatto il tracciato e di adibirle a
usi che consentano il mantenimento dell'armamento, l'esercizio
saltuario di treni storici e turistici, o il transito di cicli
ferroviari, affidandone la gestione a enti locali, associazioni o
istituzioni ma non escludendo la possibilità di un loro futuro
utilizzo per il traffico ferroviario pubblico, sia passeggeri che
merci.
Solo nel caso di impossibilità al riutilizzo ferroviario di
queste linee, la Regione potrà progettare piste ciclabili
sostitutive, salvaguardando comunque l'architettura originale dei
fabbricati ferroviari sorti lungo le linee, contribuendo a creare
una rete di mobilità dolce, finalizzata alla fruizione
dell'ambiente e del paesaggio. Queste linee progettuali e di
intervento saranno oggetto di un Piano regionale annuale e
triennale, che definirà anche la spesa dei relativi progetti di
recupero.
La proposta, originale nel panorama italiano ma che prefigura un
insieme coordinato di servizi turistici e museali con soggetto le
ferrovie molto diffusi nel centro Europa e nella cultura
anglosassone, vuole da un lato riconoscere nel Museo ferroviario
di Trieste una struttura di grande spessore culturale e di forte
impatto turistico (peraltro avvicinatasi a questa dimensione nel
corso degli ultimi trent'anni grazie allo sforzo di appassionati
e volontari affiliati al Dopolavoro ferroviario di Trieste) che
merita un intervento urgente di tutela per salvaguardare uno dei
più importanti musei italiani su questo tema; dall'altro,
sperimentare sul campo la possibilità di recuperare, a fini
turistico-culturali, una linea ferroviaria dismessa, la Ferrovia
Carnica Carnia-Tolmezzo, che da tempo un'associazione culturale
intende gestire con rotabili storici, attrezzando poi un primo
impianto ricettivo e museale su ciò che resta di una rete
ferroviaria che tra le due guerre percorreva la valle del
Tagliamento fino a Villa Santina, quella del But e della Val
Degano fino a Comeglians. Il recupero di questo tratto di linea
potrà costituire un esempio per successivi ripristini, da
concordarsi con associazioni ed Enti locali, quali la
Pinzano-Casarsa o la Cervignano-Aquileia-Belvedere, o per la
valorizzazione di linee ancora aperte al traffico, ma oggi
scarsamente utilizzate quali la Gemona-Pinzano o la Trieste Campo
Marzio-Rozzol-Villa Opicina-Monrupino.
Il provvedimento individua anche un primo Centro di
documentazione storica sulle ferrovie del Friuli Venezia Giulia:
a ospitarlo, sarà la Biblioteca civica Vincenzo Joppi di Udine.
Il suo intento, raccogliere documentazione bibliografica e
d'archivio per la promozione di studi sull'argomento, coadiuvando
nella catalogazione tutti quegli altri centri in regione che
posseggono materiali bibliografici e documentari di argomento
ferroviario non ancora strutturati in specifiche biblioteche.
Un ruolo invece più apertamente divulgativo e rivolto a
sviluppare utili rapporti di collaborazione con gli istituti
scolastici promuovendo la cultura storico-ferroviaria nella
regione viene riconosciuto all'Archivio storico ferroviario di
Casarsa della Delizia che, con specifici progetti di studio e
valorizzazione del patrimonio ferroviario regionale, potrà
rendere fruibile a una fascia maggiore di cittadini la conoscenza
di beni culturali unici in Italia grazie alla presenza di
tecnologie originali, edifici e mezzi di trazione specifici
appartenuti ad amministrazioni ferroviarie anche diverse da
quella italiana. Ma la proposta di legge non dimentica di
sostenere progetti innovativi e qualificati per la ricerca
storica, nonché attività espositive anche a fini
turistico-culturali sulla rete ferroviaria regionale, come si è
visto realizzare recentemente con successo dal Centro studi
turistici Giorgio Valussi di Gorizia.
Il testo della proposta di legge contribuirà non solo a favorire
la valorizzazione dei beni culturali ferroviari della Regione da
un punto di vista storico, ma funzionerà anche per la promozione
di un diverso modo di concepire il turismo culturale, favorendo
azioni sinergiche con musei, teatri, festival ed esposizioni
temporanee presenti sul territorio regionale attraverso il
raggiungimento - pure nei giorni festivi o in fasce serali
laddove non sia tuttora previsto - di importanti centri del
Friuli Venezia Giulia utilizzando il treno. Il testo della
proposta può funzionare, infine, anche come importante strumento
per la tutela ambientale di molti siti della regione, strappando
all'incuria diversi sedimi ferroviari di linee dismesse, sia per
favorirne il rilancio in chiave turistico-culturale, sia per
trasformarli, se non eseguibili i piani di recupero
storico-ferroviari, in piste ciclabili o in altre attività di
pubblico interesse.