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II, III e IV Comm: audizione su Ferriera di Trieste (1)

06.11.2008
15:05
(ACON) Trieste, 06 nov - DT - La Ferriera di Trieste, il rilascio dell'Autorizzazione ambientale integrata, le preoccupazioni dei cittadini, il futuro dello stabilimento. Di tutto questo si è discusso nell'audizione programmata congiuntamente dalla II, III e IV Commissione consiliare con WWF, Legambiente e l'associazione Nosmog (dovevano partecipare anche Circolo Miani, Servola Respira e il Coordinamento comitati di quartiere ma, per protesta, non si sono presentati all'incontro).

A spiegare le ragioni di un no deciso all'impianto siderurgico di Servola ai presidenti Maurizio Franz (LN, per la II Commissione) e Alessandro Colautti (PdL, per la IV) e al vicepresidente della Commissione III Sanità Sergio Lupieri del PD, la presidente dell'associazione Nosmog Alda Sancin. "Servola è un borgo storico densamente abitato. Qui, poi, in una cintura di un chilometro attorno allo stabilimento, sono una ventina le scuole e gli asili, senza dimenticare l'ospedale infantile, il Burlo. Chi risiede a Servola è continuamente bombardato da macro e micro polveri, annusiamo odori nauseabondi che vengono riversati sui tetti, sulle nostre teste, nelle nostre case. E anche dopo il rilascio da parte della Regione dell'Aia, non è cambiato nulla. Anzi".

Per Nosmog, dunque, la situazione era e rimane pesante. Solo alcuni dati: nel 2008, la centralina Arpa di rilevamento delle PM10 (le polveri sottili) più vicina alla Ferriera, quella di via San Lorenzo in Selva, ha registrato 113 giorni di sforamento del limite giornaliero di 50 mg/mc quando la media annuale di superamenti consentita è di 35 giorni. Le altre (in via Svevo e in via Pitacco), di proprietà della Lucchini-Severstal attraverso la controllata Elettra Produzione (cioè la stessa Spa che possiede la Ferriera) hanno segnalato - rispettivamente - 26 e 19 giorni di sforamento. Com'è possibile? E com'è possibile, chiede la Sancin, che il controllato possa essere anche il controllore? E com'è possibile che nel 2008 le centraline con i periodi più lunghi di mancata segnalazione (62 giorni per via Svevo, 36 giorni per via Pitacco) siano proprio quelle dell'Elettra, che ne cura pure la manutenzione?

Riguardo alle macropolveri, ricorda ancora la Sancin, piovono particelle di carbofossile, grafite, ferro, silice e calcio, "ma anche, ne abbiamo la certezza, di altri inquinanti. Perché di queste sostanze non ha mai fatto cenno l'Arpa? Perché non si è mai voluto effettuare analisi sul suolo pubblico, privato, o coltivato (finiscono sulla tavola di tutti i prodotti degli orti di Servola)? E poi c'è un'altra questione: agli sforamenti continui corrispondono altrettante chiamate alla polizia municipale, all'Azienda sanitaria, all'Arpa. Ma gli interventi non sono quasi mai immediati". Servono più centraline e possibilmente pubbliche, serve che le sanzioni siano davvero sanzioni, e che - soprattutto - l'Aia, a queste condizioni, venga ritirata.

Sulla stessa lunghezza d'onda Lino Santoro, presidente provinciale di Legambiente. "Dall'analisi dei documenti fra direzione regionale Ambiente, Arpa e Lucchini-Severstal emerge che i tempi previsti nelle prescrizioni che accompagnavano l'Aia non sono stati rispettati, le diffide che la Regione ha inviato alla società ne sono un'evidente testimonianza. Ma vanno evidenziati anche altri aspetti: ad esempio, che senza il Piano della qualità dell'aria stilato dalla Regione ogni ragionamento su inquinamento-tutela ambientale e della salute risulta monco. Questo è lo strumento essenziale per dare sostanza all'Aia e per una sua eventuale revisione. E comunque, sottolinea Santoro, la procedura Aia messa in campo dalla Regione è del tutto superata. In più, non si tiene sufficientemente conto della pericolosità della combustione del catrame in un impianto di così vecchia concezione e "non comprendiamo perché nella delibera di concessione dell'Aia non vi sia alcun obbligo al confinamento del deposito del carbon fossile e dei minerali, che risultano esposti ai venti e allo spray marino. Se poi si pensa di sostituire la Ferriera con il rigassificatore, questa è tutto fuorché un'alternativa: non servirà né a rioccupare i lavoratori di Servola, né a ridare la salute ai cittadini".

Fabio Gemiti, del WWF, rimarca come il rilascio dell'Aia sia illegittimo. "L'autorizzazione ha avuto semaforo verde senza i presupposti fondamentali quali l'assenza di fenomeni di inquinamento significativi e della produzione di rifiuti. Così non è stato. Basti pensare al numero di reclami giunti alla polizia municipale dai servolani, ma anche da chi risiede in altri rioni di Trieste (Valmaura, Chiarbola, Campi Elisi, Poggi Sant'Anna, Monte San Pantaleone): a maggio sono stati 130, ad aprile 67 e a giugno 95, soprattutto per odori acri e nauseanti, irritanti per gola e occhi, e per la polvere". A proposito di rifiuti, Gemiti ricorda come il ministero dell'Ambiente abbia rilevato, a maggio, l'inquinamento delle falde del suolo e del mare dovuto a uno smaltimento non corretto di rifiuti speciali, ma anche pericolosi, derivanti dall'attività produttiva. Infine, un'ultima nota: secondo il WWF i limiti alle emissioni nell'atmosfera imposti allo stabilimento sono assolutamente inadeguati perché troppo permissivi: si rifanno, infatti, a una normativa statale del 1990, tempi preistorici per la tutela ambientale. (immagini tv)

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