CR: legge omnibus, sì art. 29 assegnazione case Ater (7)
(ACON) Trieste, 25 nov - RC - Lungo il dibattito, prima
dell'approvazione con 46 voti trasversali a favore e la sola
astensione di Antonaz (SA), all'articolo 29 come emendato, ove si
stabiliscono i termini delle procedure di assegnazione degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, ovvero
delle case dell'Ater.
Mentre il testo approvato in IV Commissione prevedeva almeno 15
gli anni di residenza o di lavoro in regione, alla fine l'Aula ha
approvato l'emendamento dell'UDC (favorevoli UDC, PD, SA,
IdV-Citt; contrari LN, Asquini-Misto, Ferone-Pensionati e PdL con
l'astensione di Camber, Marini e Blasoni) con cui il tempo di
attesa è di 10 anni anche non continuativi nel territorio
nazionale, di cui 5 in regione. Altro requisito, avere un reddito
che non superi i 25mila euro, limite aggiornato annualmente sulla
base dell'indice ISTAT. Dovranno essere assegnati almeno 0,5
punti per ogni anno di residenza, fino a un massimo di 15 anni
anche non continuativi (emendamento Galasso del PdL rispetto ai
20 anni chiesti inizialmente).
Questo il dibattito che ha preceduto il voto sulla norma.
Articolo inaccettabile, chiediamo la sua abrogazione - così
Travanut per il PD spiegando l'emendamento con cui contestava i
dettami dell'originario 29 e, in alternativa alla sua bocciatura,
chiedeva almeno che entro il 31 dicembre 2009 la situazione
economica dei richiedenti fosse valutata con il sistema ISEE.
Abbiamo tolto il calcolo ISEE dopo le indicazioni giunteci dalle
stesse Ater, che ci hanno segnalato difficoltà oggettive
nell'applicare questo parametro - è stata la risposta di Galasso
(PdL). Il reddito - ha aggiunto - sale dagli attuali 20mila euro
a 25mila, ma i requisiti restano inalterati. E' un fatto che gli
stranieri si trovano in una situazione sfavorevole che li fa
passare avanti ai nostri cittadini.
Pustetto di SA e il suo capogruppo, Kocijancic, avevano suggerito
un emendamento - poi bocciato dall'Aula - con cui si specificava
che i cittadini extracomunitari concorreranno all'assegnazione
delle case popolari in una lista separata e a loro sarà riservata
una quota percentuale di alloggi aggiornata annualmente. A
definire la legge incivile e il limite inutile visto l'esiguo
numero di bambini stranieri negli asili e nelle scuole, si è
aggiunto il collega Antonaz, che ha sottolineato come la nostra
sia una terra multilingue e multiculturale. Lo straniero vi piace
solo finché fa lavori scomodi - ha chiosato.
Emendamento in linea con i dettami nazionali, quello dell'UDC -
aveva detto Salvador. Il nostro - aveva spiegato poi anche il
capogruppo Sasco - è un termine che vuole evitare penalizzazioni
pesanti verso cittadini italiani che sarebbero trattati come gli
stranieri.
Esprimendo un giudizio personale all'interno del PdL, anche
Blasoni ha detto di ritenere che quanto previsto crea
disuguaglianze tra cittadini italiani, ovvero tra quelli di
un'altra regione e la nostra, seppure sia giusto prevedere un
tempo di attesa per gli stranieri, ma questo va ponderato meglio.
Non esiste da nessuna parte del mondo che come arrivi ti danno la
casa - così Asquini (Misto). Da noi si dà priorità a chi è
arrivato da poco rispetto a chi ha contribuito alla crescita
della società per anni.
Lunga la lista dei consiglieri del PD che si sono espressi. Se
per Iacop perdiamo i contributi di crescita che possono darci gli
stranieri e una dimensione più europea, per Codega escludiamo gli
stranieri, ma allo stesso modo i cittadini comunitari e gli
italiani di altre regioni; gli immigrati non sono il problema
principale del Paese: in Friuli Venezia Giulia sono il 9% del PIL
per 45 milioni di euro di partecipazione IRPEF. Per Tesini
l'articolo muove da un'esigenza reale, però enfatizza il problema
e porta a esiti sbagliati; non si può basare le scelte pubbliche
solo sul criterio del chi arriva prima e non al parametro del
bisogno. Della Mea aveva sostenuto l'emendamento dell'UDC e aveva
parlato di iniziative vessatorie, mirate a perseguitare il
diverso. Sembrate aver paura di una nuova invasione di turchi o
di cosacchi - aveva detto, mentre Menis aveva ricordato la guerra
di un tempo agli zingari e aveva sostenuto che la politica
dovrebbe servire a far convivere le diversità. Se Moretton aveva
fatto un attacco alla Lega Nord - per lui, nasconde una legge
xenofoba con la questione della crisi economica - per Zvech
sarebbe meglio interrogarsi come fare più case e come garantire
più servizi, se queste sono le preoccupazioni, invece si fa solo
uso di cattiveria.
Gli asili e le case popolari sono pieni di stranieri - per
Narduzzi, capogruppo del Carroccio. Non si possono chiudere gli
occhi di fronte alla realtà come fa il centro-sinistra. Si deve
rilanciare la possibilità al nostro popolo - aveva sottolineato -
in un periodo di crisi economica grave; dobbiamo fare gli
interessi della nostra gente, non di qualcun altro. Per il
collega Razzini, si riprendono i grandi temi sociali dopo 5 anni
di buio della Giunta Illy e si toglie una discriminazione verso i
concittadini rispetto agli stranieri.
L'assessore Lenna aveva fornito alcuni dati in merito agli
alloggi ATER assegnati agli stranieri negli ultimi 4 anni, quando
la richiesta è stata più evidente, in Alto Friuli (20,47% del
totale) e a Udine (13,44%); a Gorizia negli ultimi 3 anni agli
stranieri è andato il 14,64% delle case, a Pordenone il 21,03%; a
Trieste negli ultimi 2 anni il 9,2%. Per una popolazione bassa di
stranieri, quindi - aveva riflettuto - sono percentuali
significative di un alto numero di stranieri accontentati.
Una volta dicevamo che chi ci porta via le case erano i
meridionali, oggi sono gli stranieri - così Colussi (IdV-Citt).
E' aberrante dire che noi siamo contrari all'articolo solo perché
facciamo campagna elettorale: quando si tratta di difendere dei
diritti non c'è voto che tenga. La legge nazionale è di buon
senso.
Per Cagrnelutti (PdL), non si stava discutendo su chi sta con e
chi sta contro gli extracomunitari, ma di una minoranza che avrà
diritto o meno a una casa popolare. Possiamo accettare una
quantità definita di extracomunitari e per quella quantità -
aveva fatto presente - dobbiamo garantire gi stessi diritti dei
nostri cittadini. Dieci anni sono tanti, ma il problema esiste:
la mediazione può essere nel valutare tra un anno la legge e fare
anche un ragionamento più ampio che vada oltre la casa.
(segue)