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CR: legge omnibus, sì art. 29 assegnazione case Ater (7)

25.11.2008
20:56
(ACON) Trieste, 25 nov - RC - Lungo il dibattito, prima dell'approvazione con 46 voti trasversali a favore e la sola astensione di Antonaz (SA), all'articolo 29 come emendato, ove si stabiliscono i termini delle procedure di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, ovvero delle case dell'Ater.

Mentre il testo approvato in IV Commissione prevedeva almeno 15 gli anni di residenza o di lavoro in regione, alla fine l'Aula ha approvato l'emendamento dell'UDC (favorevoli UDC, PD, SA, IdV-Citt; contrari LN, Asquini-Misto, Ferone-Pensionati e PdL con l'astensione di Camber, Marini e Blasoni) con cui il tempo di attesa è di 10 anni anche non continuativi nel territorio nazionale, di cui 5 in regione. Altro requisito, avere un reddito che non superi i 25mila euro, limite aggiornato annualmente sulla base dell'indice ISTAT. Dovranno essere assegnati almeno 0,5 punti per ogni anno di residenza, fino a un massimo di 15 anni anche non continuativi (emendamento Galasso del PdL rispetto ai 20 anni chiesti inizialmente).

Questo il dibattito che ha preceduto il voto sulla norma.

Articolo inaccettabile, chiediamo la sua abrogazione - così Travanut per il PD spiegando l'emendamento con cui contestava i dettami dell'originario 29 e, in alternativa alla sua bocciatura, chiedeva almeno che entro il 31 dicembre 2009 la situazione economica dei richiedenti fosse valutata con il sistema ISEE.

Abbiamo tolto il calcolo ISEE dopo le indicazioni giunteci dalle stesse Ater, che ci hanno segnalato difficoltà oggettive nell'applicare questo parametro - è stata la risposta di Galasso (PdL). Il reddito - ha aggiunto - sale dagli attuali 20mila euro a 25mila, ma i requisiti restano inalterati. E' un fatto che gli stranieri si trovano in una situazione sfavorevole che li fa passare avanti ai nostri cittadini.

Pustetto di SA e il suo capogruppo, Kocijancic, avevano suggerito un emendamento - poi bocciato dall'Aula - con cui si specificava che i cittadini extracomunitari concorreranno all'assegnazione delle case popolari in una lista separata e a loro sarà riservata una quota percentuale di alloggi aggiornata annualmente. A definire la legge incivile e il limite inutile visto l'esiguo numero di bambini stranieri negli asili e nelle scuole, si è aggiunto il collega Antonaz, che ha sottolineato come la nostra sia una terra multilingue e multiculturale. Lo straniero vi piace solo finché fa lavori scomodi - ha chiosato.

Emendamento in linea con i dettami nazionali, quello dell'UDC - aveva detto Salvador. Il nostro - aveva spiegato poi anche il capogruppo Sasco - è un termine che vuole evitare penalizzazioni pesanti verso cittadini italiani che sarebbero trattati come gli stranieri.

Esprimendo un giudizio personale all'interno del PdL, anche Blasoni ha detto di ritenere che quanto previsto crea disuguaglianze tra cittadini italiani, ovvero tra quelli di un'altra regione e la nostra, seppure sia giusto prevedere un tempo di attesa per gli stranieri, ma questo va ponderato meglio.

Non esiste da nessuna parte del mondo che come arrivi ti danno la casa - così Asquini (Misto). Da noi si dà priorità a chi è arrivato da poco rispetto a chi ha contribuito alla crescita della società per anni.

Lunga la lista dei consiglieri del PD che si sono espressi. Se per Iacop perdiamo i contributi di crescita che possono darci gli stranieri e una dimensione più europea, per Codega escludiamo gli stranieri, ma allo stesso modo i cittadini comunitari e gli italiani di altre regioni; gli immigrati non sono il problema principale del Paese: in Friuli Venezia Giulia sono il 9% del PIL per 45 milioni di euro di partecipazione IRPEF. Per Tesini l'articolo muove da un'esigenza reale, però enfatizza il problema e porta a esiti sbagliati; non si può basare le scelte pubbliche solo sul criterio del chi arriva prima e non al parametro del bisogno. Della Mea aveva sostenuto l'emendamento dell'UDC e aveva parlato di iniziative vessatorie, mirate a perseguitare il diverso. Sembrate aver paura di una nuova invasione di turchi o di cosacchi - aveva detto, mentre Menis aveva ricordato la guerra di un tempo agli zingari e aveva sostenuto che la politica dovrebbe servire a far convivere le diversità. Se Moretton aveva fatto un attacco alla Lega Nord - per lui, nasconde una legge xenofoba con la questione della crisi economica - per Zvech sarebbe meglio interrogarsi come fare più case e come garantire più servizi, se queste sono le preoccupazioni, invece si fa solo uso di cattiveria.

Gli asili e le case popolari sono pieni di stranieri - per Narduzzi, capogruppo del Carroccio. Non si possono chiudere gli occhi di fronte alla realtà come fa il centro-sinistra. Si deve rilanciare la possibilità al nostro popolo - aveva sottolineato - in un periodo di crisi economica grave; dobbiamo fare gli interessi della nostra gente, non di qualcun altro. Per il collega Razzini, si riprendono i grandi temi sociali dopo 5 anni di buio della Giunta Illy e si toglie una discriminazione verso i concittadini rispetto agli stranieri.

L'assessore Lenna aveva fornito alcuni dati in merito agli alloggi ATER assegnati agli stranieri negli ultimi 4 anni, quando la richiesta è stata più evidente, in Alto Friuli (20,47% del totale) e a Udine (13,44%); a Gorizia negli ultimi 3 anni agli stranieri è andato il 14,64% delle case, a Pordenone il 21,03%; a Trieste negli ultimi 2 anni il 9,2%. Per una popolazione bassa di stranieri, quindi - aveva riflettuto - sono percentuali significative di un alto numero di stranieri accontentati.

Una volta dicevamo che chi ci porta via le case erano i meridionali, oggi sono gli stranieri - così Colussi (IdV-Citt). E' aberrante dire che noi siamo contrari all'articolo solo perché facciamo campagna elettorale: quando si tratta di difendere dei diritti non c'è voto che tenga. La legge nazionale è di buon senso.

Per Cagrnelutti (PdL), non si stava discutendo su chi sta con e chi sta contro gli extracomunitari, ma di una minoranza che avrà diritto o meno a una casa popolare. Possiamo accettare una quantità definita di extracomunitari e per quella quantità - aveva fatto presente - dobbiamo garantire gi stessi diritti dei nostri cittadini. Dieci anni sono tanti, ma il problema esiste: la mediazione può essere nel valutare tra un anno la legge e fare anche un ragionamento più ampio che vada oltre la casa.

(segue)