II, III e IV Comm: audizioni su direttiva nitrati (1)
(ACON) Trieste, 27 feb - ET - Una convocazione congiunta degli
Uffici di presidenza della II, III e IV Commissione consiliare
per le audizioni in merito alle problematiche dello smaltimento
dei nitrati e alle ripercussioni su ambiente, territorio e
salute. Il contesto è dato dalla delibera della Giunta del giugno
2008 nella quale si recepiva la direttiva europea sui nitrati.
Un'ampia platea ha aderito all'invito delle Commissioni e alla
tornata ha partecipato anche l'assessore all'Agricoltura, Claudio
Violino.
È stata l'ARPA a illustrare la situazione complessiva riguardante
questo inquinante della acque e le sue conseguenze, specie nella
laguna di Grado e Marano, dove la concentrazione arriva a 16 mg
per litro d'acqua, quando il limite consentito per le acque di
superficie è di 10. Il necessario abbattimento del 30% dei
nitrati immessi in mare potrebbe essere raggiunto - così l'ARPA -
riducendo le attuali 11 mila tonnellate date dall'agricoltura e
zootecnia di 3 mila unità e abbattendo di mille tonnellate
l'immissione civile e industriale, che ora ammonta a 3 mila unità
annue. A contribuire maggiormente sono le colture, seguite dagli
allevamenti e, in misura ridotta, gli insediamenti civili e
industriali. Tra i corsi d'acqua a apportare la maggior quantità
di nitrati alla laguna - oltre il 50% - è il sistema
Corno-Stella, mentre le ricadute ambientali e per la salute degli
ecosistemi sono molteplici.
Molte le segnalazioni da parte del mondo agricolo e zootecnico
della difficoltà a rispettare quanto prescritto dalla direttiva
europea, specie per gli elevati costi di adeguamento. Un esempio
portato dai Coltivatori diretti è che un allevamento con 100
bovini deve investirci dai 55 agli 85 mila euro per adeguare gli
impianti di smaltimento dei liquami. L'Associazione allevatori ha
chiesto maggiore gradualità nell'applicazione delle previsioni e
una soluzione integrata del problema. Molto simile anche la
posizione espressa da Confagricoltura, che auspica un adeguamento
delle previsioni della direttiva alla realtà della nostra
regione, sostegno alle aziende che non riescono ad adeguarsi,
riapertura dei negoziati in materia con l'Unione. La
Confederazione italiana agricoltori (CIA) ha chiesto un approccio
maggiormente scientifico per non attuare morse inutili.
Un forte richiamo a un approccio scientifico e all'utilizzo delle
competenze presenti in regione è venuto dall'RPS di Gorizia, con
proposte legate ai metodi di determinazione delle cause
inquinanti e della riammissione nel ciclo vitale e riutilizzo
energetico di molti degli scarti delle aziende zootecniche.
Proposta la rivisitazione del recepimento della norma europea,
visto che è stata tarata su altre realtà, come i Paesi Bassi e la
Danimarca. Il Commissario delegato per la laguna di Marano ha
anche lui auspicato una maggiore scientificità nell'approccio.
Da parte delle aziende gestrici delle acque - IRISACQUA,
Acquedotto Poiana, Carniacque, AMGA, CAFC SpA e ACEGAS-APS - il
problema sollevato è simile a quello della altre categorie, cioè
quello dello smaltimento, in questo caso dei fanghi derivanti
dalla depurazione. Una modifica del sistema potrebbe portare a un
aumento delle tariffe a carico dell'utenza, per una resa modesta.
I nitrati apportati nella provincia di Udine sono 800 chilogrammi
all'anno e le limitazioni al loro utilizzo agricolo sono
eccessive.
La WWF ha fatto un richiamo allo sviluppo sostenibile e al
necessario aumento della qualità dei prodotti, da privilegiare
alla quantità. Presenti all'audizione anche i rappresentanti
dell'ANCI.
(immagini tv)
(segue)