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II, III e IV Comm: audizioni su direttiva nitrati (1)

27.02.2009
13:57
(ACON) Trieste, 27 feb - ET - Una convocazione congiunta degli Uffici di presidenza della II, III e IV Commissione consiliare per le audizioni in merito alle problematiche dello smaltimento dei nitrati e alle ripercussioni su ambiente, territorio e salute. Il contesto è dato dalla delibera della Giunta del giugno 2008 nella quale si recepiva la direttiva europea sui nitrati.

Un'ampia platea ha aderito all'invito delle Commissioni e alla tornata ha partecipato anche l'assessore all'Agricoltura, Claudio Violino.

È stata l'ARPA a illustrare la situazione complessiva riguardante questo inquinante della acque e le sue conseguenze, specie nella laguna di Grado e Marano, dove la concentrazione arriva a 16 mg per litro d'acqua, quando il limite consentito per le acque di superficie è di 10. Il necessario abbattimento del 30% dei nitrati immessi in mare potrebbe essere raggiunto - così l'ARPA - riducendo le attuali 11 mila tonnellate date dall'agricoltura e zootecnia di 3 mila unità e abbattendo di mille tonnellate l'immissione civile e industriale, che ora ammonta a 3 mila unità annue. A contribuire maggiormente sono le colture, seguite dagli allevamenti e, in misura ridotta, gli insediamenti civili e industriali. Tra i corsi d'acqua a apportare la maggior quantità di nitrati alla laguna - oltre il 50% - è il sistema Corno-Stella, mentre le ricadute ambientali e per la salute degli ecosistemi sono molteplici.

Molte le segnalazioni da parte del mondo agricolo e zootecnico della difficoltà a rispettare quanto prescritto dalla direttiva europea, specie per gli elevati costi di adeguamento. Un esempio portato dai Coltivatori diretti è che un allevamento con 100 bovini deve investirci dai 55 agli 85 mila euro per adeguare gli impianti di smaltimento dei liquami. L'Associazione allevatori ha chiesto maggiore gradualità nell'applicazione delle previsioni e una soluzione integrata del problema. Molto simile anche la posizione espressa da Confagricoltura, che auspica un adeguamento delle previsioni della direttiva alla realtà della nostra regione, sostegno alle aziende che non riescono ad adeguarsi, riapertura dei negoziati in materia con l'Unione. La Confederazione italiana agricoltori (CIA) ha chiesto un approccio maggiormente scientifico per non attuare morse inutili.

Un forte richiamo a un approccio scientifico e all'utilizzo delle competenze presenti in regione è venuto dall'RPS di Gorizia, con proposte legate ai metodi di determinazione delle cause inquinanti e della riammissione nel ciclo vitale e riutilizzo energetico di molti degli scarti delle aziende zootecniche. Proposta la rivisitazione del recepimento della norma europea, visto che è stata tarata su altre realtà, come i Paesi Bassi e la Danimarca. Il Commissario delegato per la laguna di Marano ha anche lui auspicato una maggiore scientificità nell'approccio.

Da parte delle aziende gestrici delle acque - IRISACQUA, Acquedotto Poiana, Carniacque, AMGA, CAFC SpA e ACEGAS-APS - il problema sollevato è simile a quello della altre categorie, cioè quello dello smaltimento, in questo caso dei fanghi derivanti dalla depurazione. Una modifica del sistema potrebbe portare a un aumento delle tariffe a carico dell'utenza, per una resa modesta. I nitrati apportati nella provincia di Udine sono 800 chilogrammi all'anno e le limitazioni al loro utilizzo agricolo sono eccessive.

La WWF ha fatto un richiamo allo sviluppo sostenibile e al necessario aumento della qualità dei prodotti, da privilegiare alla quantità. Presenti all'audizione anche i rappresentanti dell'ANCI. (immagini tv)

(segue)