VI Commissione: visita a Museo ferroviario di Trieste
(ACON) Trieste, 10 mar - DT - Un Museo ferroviario sistemato in
una stazione vera. Carrozze d'epoca e motrici a vapore su binari
che ancora funzionano (sulle direttrici Opicina, Udine e
Venezia), la conservazione di un mondo ottocentesco fatto di un
viaggiare lento stravolto dall'ingegnarsi della tecnica e dalla
storia con i suoi confini mobili. E' una sorta di paese dei
balocchi per gli appassionati, il Museo ferroviario di Campo
Marzio, a Trieste.
Capolinea della Transalpina (la Trieste-Vienna, del 1906), e
della Parenzana (la ferrovia a scartamento ridotto che univa la
città all'Istria fino al 1935), il vecchio palazzo asburgico a
due passi dalle Rive venne chiuso al servizio passeggeri il 31
dicembre del 1958. Per rifarsi, poi, una nuova vita grazie ai
volontari del Dopolavoro ferroviario. Tanto che oggi il Museo è
apprezzato in Italia (ma conosciuto soprattutto all'estero), le
iniziative non mancano (dai treni storici che scalano il Carso
all'ambientazione di film, alla mostra sui tram urbani da
inaugurare a fine anno), e la passione nemmeno.
Infatti, proprio il Museo triestino potrebbe divenire il simbolo
di una proposta di legge che porta la firma di Giorgio Baiutti,
del PD sulla valorizzazione della rete ferroviaria regionale a
scopo turistico-culturale. Per questo motivo, la VI Commissione
consiliare, con il suo presidente Piero Camber (PdL) e una decina
di consiglieri, ha voluto visitare il Museo, che nel 2009
festeggia i 25 anni di vita. Con un annuncio un po' a sorpresa:
l'intera area potrebbe essere rilevata, ha affermato Camber,
dalla Fiera di Trieste per farne il suo nuovo comprensorio
accanto ai costruendi Archivio fotografico Alinari e Museo della
scienza.
Perché la spada di Damocle è un possibile sfratto visto che nel
2006 una società trevigiana ha acquisito all'asta l'intero
complesso di Campo Marzio di proprietà delle Ferrovie, vincolato
comunque - per quanto concerne stazione, binari e collezioni -
dalla Sovrintendenza regionale. "Noi paghiamo un affitto di 60
mila euro all'anno, un comodato piuttosto oneroso, ha spiegato il
presidente del DLF Claudio Vianello. Il rischio è che Trieste da
un lato perda il museo, dall'altro che scompaia un terminal
viaggiatori che potrebbe essere rivitalizzato turisticamente e
sfruttato per la mobilità verso il centro città ".
"Dobbiamo trattare con le Ferrovie perché si possano acquisire i
binari dismessi, ha spiegato Camber, ci serve un tavolo
Stato-Regione. Quello che viene abbandonato dalle FS può essere
recuperato e Campo Marzio potrebbe essere il primo esempio in
Friuli Venezia Giulia. In Austria, in Slovenia, funzionano con
successo i treni turistici, perché non fare altrettanto? E poi,
c'è l'ipotesi della metropolitana leggera, da realizzare in
accordo con l'Autorità portuale, di cui si sta occupando
l'assessore ai Trasporti Riccardi".
Debitamente restaurato, tra atrio, sale d'attesa, sala ristorante
e un lungo corridoio, il Museo ospita più di mille pezzi:
modellini, stampe, disegni tecnici e foto d'epoca di gallerie,
ponti, viadotti, la riproduzione in scala del ponte di Salcano
(in Slovenia, vicino Nova Gorica), documenti della trenovia
Trieste-Opicina (ma anche tram veri, a cavalli ed elettrici), il
plastico del sistema ferro-portuale triestino e un altro, enorme
e funzionante, che riproduce lo snodo di Opicina nel 1910, una
panchina dell'arredo originario della stazione dei primi
Novecento, persino la ricostruzione di uno sportello di una
biglietteria e di un ufficio-movimento. E poi vecchi orari,
biglietti e tessere, timbri, telefoni di servizio, berretti e
feluche dell'impero, copricapi britannici, tedeschi, polacchi,
italiani, fischi a vapore, un manichino in uniforme da ferroviere
austro-ungarico, una valigetta portapranzo e un cesto di vimini
utilizzato per caricare il carbone nel carro combustibile.
Le stelle, però, sono loro: locomotive (dieci a vapore, italiane,
austro-ungariche, e una da guerra tedesca), motrici elettriche e
diesel, carrozze passeggeri, una dozzina di carri e veicoli
storici, vagoni merci e un treno armato utilizzato dalle ferrovie
del Terzo Reich nella Seconda guerra mondiale. A tutto ciò vanno
aggiunte una biblioteca (oltre 1500 volumi), un archivio storico,
la fototeca e una videoteca.
(foto; immagini tv)