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PdL: presentata proposta legge tutela minoranze tedesche (1)

11.03.2009
13:49
(ACON) Udine, 11 mar - MPB - Dopo le norme regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena (L.R.26/2007) e quelle per la tutela, la valorizzazione e promozione della lingua friulana (L.R.29/2007), prende il via la proposta di legge di tutela e promozione delle minoranze di lingua tedesca del Friuli Venezia Giulia, primo firmatario il vicecapogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, Franco Baritussio, ma sottoscritta da numerosi consiglieri della maggioranza, fra i quali i capigruppo del PdL Daniele Galasso, della Lega Nord Danilo Narduzzi, dell'UDC Edoardo Sasco, del Gruppo Misto Roberto Asquini, con Luigi Ferone del Partito Pensionati.

L'illustrazione dei contenuti è avvenuta a Udine, nella sede della Regione in via Sabbadini, da parte del primo firmatario Baritussio affiancato da Piero Camber (PdL) presidente della VI Commissione consiliare che esaminerà il testo, e da Giorgio Venier Romano, in rappresentanza dell'UDC.

Si va a colmare un vuoto - ha esordito Baritussio, sottolineando che l'obiettivo è di completare l'attuazione, prevista dalla legge 482 del 1999, delle politiche regionali volte a valorizzare le diversità linguistiche e culturali presenti sul territorio tutelando - in condizioni di parità con le altre minoranze - anche quelle di lingua tedesca presenti in Valcanale (Kanaltal) - ovvero Tarvisio, Malborghetto, Valbruna, Pontebba - e nelle località di Timau (Tischlbong), in comune di Paluzza, e nel comune di Sauris (Zahre): isole linguistiche, queste ultime due, oggi con peculiari caratteristiche che richiamano le antiche parlate sud-bavaresi di tipo carinziano-tirolese. Un rispetto e una attenzione per le varianti locali affermata fin dal titolo ove - ha puntualizzato Baritussio - si parla, appunto, di minoranze, al plurale, recuperando inoltre esplicitamente la dicitura "di lingua tedesca", in luogo del termine "germanofona" che dal punto di vista lessicale è equivalente ma psicologicamente meno attraente.

Criterio ispiratore del testo - che si compone di 18 articoli che toccano i vari aspetti della tutela e valorizzazione, compresi i rapporti con il mondo della scuola e con il servizio radiotelevisivo, l'uso della lingua negli uffici, la toponomastica, l'associazionismo, l'istituzione di una Commissione e di un Fondo regionali specifici - è l'impostazione fondata sul principio della facoltà intesa come opportunità, e non dell'obbligo, aspetto questo per il quale la legge sul friulano è stata impugnata dal Governo ed è tuttora pendente di fronte alla Corte Costituzionale. L'impostazione facoltativa è stata considerata qualificante per il testo anche da Camber e Venier Romano. E se il primo ha inoltre auspicato che anche la legge sullo sloveno possa essere rivisitata in questa chiave, il secondo ha ricordato che la nostra realtà discende dall'incrocio di tre culture e parlate su cui si fonda la specialità della nostra regione.

L'obiettivo è il recupero, il mantenimento e l'implementazione di questo patrimonio - è stato il commento ulteriore di Baritussio.

Il Friuli Venezia Giulia ha sempre cercato di permettere l'integrazione tra le diverse culture presenti sul suo territorio, culture di popoli accomunati dall'appartenenza a una unica area geopolitica, è stata l'ulteriore sottolineatura. Anche questa legge contribuirà a rafforzare il ruolo internazionale del Friuli Venezia Giulia, area di confine storicamente coinvolta significativamente con il mondo tedesco. La convivenza di genti che parlano tre lingue diverse (friulano, sloveno, tedesco) oltre all'italiano, radicate in un piccolo territorio, permette alla nostra regione - è stato ancora detto - di costituire un esempio e un modello guida in Italia e in Europa per i popoli che cercano di cooperare non solo per fini economici ma anche socio-culturali.

(segue)