PdL: presentata proposta legge tutela minoranze tedesche (1)
(ACON) Udine, 11 mar - MPB - Dopo le norme regionali per la
tutela della minoranza linguistica slovena (L.R.26/2007) e quelle
per la tutela, la valorizzazione e promozione della lingua
friulana (L.R.29/2007), prende il via la proposta di legge di
tutela e promozione delle minoranze di lingua tedesca del Friuli
Venezia Giulia, primo firmatario il vicecapogruppo del Popolo
della Libertà in Consiglio regionale, Franco Baritussio, ma
sottoscritta da numerosi consiglieri della maggioranza, fra i
quali i capigruppo del PdL Daniele Galasso, della Lega Nord
Danilo Narduzzi, dell'UDC Edoardo Sasco, del Gruppo Misto Roberto
Asquini, con Luigi Ferone del Partito Pensionati.
L'illustrazione dei contenuti è avvenuta a Udine, nella sede
della Regione in via Sabbadini, da parte del primo firmatario
Baritussio affiancato da Piero Camber (PdL) presidente della VI
Commissione consiliare che esaminerà il testo, e da Giorgio
Venier Romano, in rappresentanza dell'UDC.
Si va a colmare un vuoto - ha esordito Baritussio, sottolineando
che l'obiettivo è di completare l'attuazione, prevista dalla
legge 482 del 1999, delle politiche regionali volte a valorizzare
le diversità linguistiche e culturali presenti sul territorio
tutelando - in condizioni di parità con le altre minoranze -
anche quelle di lingua tedesca presenti in Valcanale (Kanaltal) -
ovvero Tarvisio, Malborghetto, Valbruna, Pontebba - e nelle
località di Timau (Tischlbong), in comune di Paluzza, e nel
comune di Sauris (Zahre): isole linguistiche, queste ultime due,
oggi con peculiari caratteristiche che richiamano le antiche
parlate sud-bavaresi di tipo carinziano-tirolese. Un rispetto e
una attenzione per le varianti locali affermata fin dal titolo
ove - ha puntualizzato Baritussio - si parla, appunto, di
minoranze, al plurale, recuperando inoltre esplicitamente la
dicitura "di lingua tedesca", in luogo del termine "germanofona"
che dal punto di vista lessicale è equivalente ma
psicologicamente meno attraente.
Criterio ispiratore del testo - che si compone di 18 articoli che
toccano i vari aspetti della tutela e valorizzazione, compresi i
rapporti con il mondo della scuola e con il servizio
radiotelevisivo, l'uso della lingua negli uffici, la
toponomastica, l'associazionismo, l'istituzione di una
Commissione e di un Fondo regionali specifici - è l'impostazione
fondata sul principio della facoltà intesa come opportunità, e
non dell'obbligo, aspetto questo per il quale la legge sul
friulano è stata impugnata dal Governo ed è tuttora pendente di
fronte alla Corte Costituzionale. L'impostazione facoltativa è
stata considerata qualificante per il testo anche da Camber e
Venier Romano. E se il primo ha inoltre auspicato che anche la
legge sullo sloveno possa essere rivisitata in questa chiave, il
secondo ha ricordato che la nostra realtà discende dall'incrocio
di tre culture e parlate su cui si fonda la specialità della
nostra regione.
L'obiettivo è il recupero, il mantenimento e l'implementazione di
questo patrimonio - è stato il commento ulteriore di Baritussio.
Il Friuli Venezia Giulia ha sempre cercato di permettere
l'integrazione tra le diverse culture presenti sul suo
territorio, culture di popoli accomunati dall'appartenenza a una
unica area geopolitica, è stata l'ulteriore sottolineatura. Anche
questa legge contribuirà a rafforzare il ruolo internazionale del
Friuli Venezia Giulia, area di confine storicamente coinvolta
significativamente con il mondo tedesco. La convivenza di genti
che parlano tre lingue diverse (friulano, sloveno, tedesco) oltre
all'italiano, radicate in un piccolo territorio, permette alla
nostra regione - è stato ancora detto - di costituire un esempio
e un modello guida in Italia e in Europa per i popoli che cercano
di cooperare non solo per fini economici ma anche
socio-culturali.
(segue)